LIBRO

 Leggendo leggende

Ma di che parlano queste leggende e perché vale la pena leggerle ancora oggi a scuola? Intanto perché esse ci raccontano, in un modo originale, suggestivo e creativo, la Puglia più vera, la Puglia delle mille vicende e dei mille luoghi visti con occhio incantato. E poi perché, “leggendo leggende”, possiamo mantenere in esercizio la nostra fantasia a contatto con la fantasia di un popolo che ha saputo ricavare narrazioni avvincenti anche dai piccoli spunti. Buon viaggio, allora, ragazzi; lasciatevi andare all’ascolto-lettura di questi racconti leggendari, in cui la magia si mischia con la realtà, la Storia si unisce alle storie quotidiane, i santi si umanizzano e le persone diventano personaggi di racconti favolosi. Noi, insieme con i vostri insegnanti, vi garantiamo che, alla fine del viaggio nel mare di leggende, la Puglia vi sembrerà una terra dove sono accadute o possono accadere eventi straordinari. 

L. ANGIULI - L. DI TURI

copert1

Nelle favole che vengono qui presentate non è tanto da attribuire importanza a quello che viene raccontato, quanto a “come”  viene raccon­tato, cioè ai meccanismi che reggono le modalità del racconto.

Cambiano infatti i nomi dei personaggi, ma non mutano le loro azioni, cioè le loro funzioni o gli elementi costanti che entrano a far parte di de­terminate sfere d’azione, che corrispondono ad un numero limitato di tipi.

 

Nell’ottica didattica si potrebbe facilmente individuare

una serie di obiettivi miranti a potenziare

nei discenti una competenza comunicativa:

— migliorando la capacità di lettura;

— migliorando le capacità di comprensione di un testo orale o scritto;

— ampliando la capacità di analisi e clas-sifìcazione;

— sviluppando la capacità di sintesi;

— migliorando la capacità di scrittura, imparando ad organizzare un testo, anche teatrale.

 

 Attraverso una “unità didattica” sulla favola si diventa capaci:

— di individuare personaggi principali e se-condari;

— di individuare i luoghi della narrazione fiabesca;

— di individuare la successione degli av-venimenti;

— di verificare l’esistenza di ruoli tipici;

— di sintetizzare le sequenze.

 

Lo sforzo è anche però finalizzato

a stimolare funzioni intellettive

più complesse come quelle di:

—  saper completare una favola;

—  scrivere una favola secondo un percorso organizzato;

—  produrre una favola “moderna” relativa ad una situazione del no­stro tempo;

—  cogliere le differenze tra il racconto fiabesco e il suo utilizzo in ter­mini di sceneggiatura.

 

 È quanto ci si propone con il presente lavoro che diventa, in que­sto modo, “propositivo”.
 

GIOVANNI MINARDI  

 

 Pugliamare

PUGLIAMARE, non è un libro di erudizione folclorico-marinaresca riservato a quelli che sanno e che quindi del libro condannano il difetto o ne lodano il pregio secondo come tira il vento, è un libro concepito per quelli che ancora non sanno ma che devono e vogliono sapere: i ragazzi delle scuole primarie. Questo splendido volume è strumento educativo di inestimabile valore col quale l’insegnante può estrarne a piacimento la morale della favola, impartendo quindi la lezione di vita assente negli asciutti libri di testo. In un mondo che si espande istantaneamente nello schermo di un computer e che nella sua vastità diventa sempre più piccolo, bisogna focalizzare l’attenzione dei giovanissimi sui valori atavici della nostra terra, terra che l’uomo tenta di devastare e soprattutto del mare che l’uomo non devasterà mai. Il mare è troppo forte, vince sempre, annienta come abbiamo visto recentemente.

Francesco Sciannameo

COP la morale


donnainfabula-buona

PREFAZIONE

Vai al sito: www.lavitafelice.it/

cerca DONNA IN FABULA

IMG-20141206-WA0002