Approfondimenti della storia


    Per lo studioso
 

 Vi compaiono i motivi N471 (il compagno che cerca di procurarsi la stessa fortuna dell’eroe) e Q2 (il cortese e lo scortese) dell’indice dei motivi del Thompson.

Per il letterato

 

Corrisponde al racconto “I mesi” del Pentamerone di Basile (V, 2), una storia di cui questa fiaba pugliese ricalca in pieno la struttura e lo svolgimento: ci sono due fratelli, l’uno ricco e l’altro povero. Il fratello ricco non fa niente per aiutare quello più sventurato, così quest’ultimo se ne parte in cerca di fortuna. Nel suo viaggio, incontra una taverna con dodici giovani, i quali gli chiedono che cosa ne pensa dei mesi. Il protagonista dice bene di tutti, compreso il mese di marzo, che solitamente dai contadini è considerato un mese malevolo. Dal momento che i dodici giovani in realtà sono i mesi, il mese di marzo, che è abituato a sentire lamentele sul suo conto, gli fa un dono magico. L’altro fratello, sentito come il protagonista ha incontrato la sua fortuna, vuole replicare l’impresa: arriva alla stessa taverna, però non ha la medesima accortezza e parla male di marzo, il quale lo maledice. L’incauto invidioso rimedia così tante bastonate, scampando infine a questa maledizione solo grazie al fratello.

 

Per il folklorista

Come si vede, la fiaba pugliese sembra dipendere totalmente da questo modello letterario, da cui evidentemente è discesa: non si riscontrano, infatti, tracce della circolazione di questa storia nella tradizione orale. In ogni caso, la fiaba riutilizza elementi che sono popolari all’interno della novellistica tradizionale: il fratello invidioso, che cerca di imitare il protagonista per ottenerne la stessa fortuna e viene alla fine punito, ci ricorda schemi e svolgimenti propri di altre fiabe (innanzi tutto, la fiaba della filatrice presso il pozzo: tipo 480 nella classificazione Aarne-Thompson); il modo in cui l’invidioso riceve alla fine la sua punizione, vale a dire la bacchetta magica (nel racconto di Basile, un correggiato, vale a dire un arnese per la battitura dei cereali) che lo percuote, ci ricorda il bastone incantato con cui il protagonista della classica fiaba con la tavola, l’asino e il bastone fatati (tipo 563) recupera gli altri oggetti magici che gli erano stati rubati.

 

 

 

 

          
Per il bibliografo
Compare nelle seguenti raccolte:

 

  • S. LA SORSA, Tradizioni Popolari Pugliesi, Bari Roma, 1928, parte IV, n. 21.

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