Approfondimento della storia

Maiorana


Per lo studioso
 

Nella sua classificazione dei tipi delle fiabe siciliane, Lo Nigro classifica questo racconto come tipo *879 (S. LO NIGRO,Racconti popolari siciliani, Firenze, 1958, pp. 192-194).


Per il letterato
 

La fiaba ha un precedente letterario nel Pentamerone del Basile, dal momento che il motivo del botta e risposta, strutturato come canto “a dispetto”, fra la protagonista e il principe, si trova in nuce già nella storia di “Viola” (II, 3), in cui vengono raccontate le reciproche burle tra un principe innamorato e dispettoso, e la bella Viola, aiutata da tre fate e un orco. Una serie di beffe tra un principe seduttore e una ragazza saggia si trova pure in un altro racconto del Basile, la storia della “Sapia Liccarda” (III, 4).

La storia ha estensione europea ed è particolarmente diffusa nell’area del medio oriente (Turchia): è interessante notare come in numerose versioni della penisola anatolica (W. EBERHARD-P. BORATAV, Typen türkischer Volksmärchen, Wiesbaden, 1953, p. 225) essa si sia fusa con una storia affine, corrispondente al tipo *878 nella classificazione delle fiabe siciliane del Lo Nigro (LO NIGRO, Op. cit., pp. 191-192) e di cui, pure, si trova una versione letteraria nel Pentamerone (“La Sapia”: V, 6): in ambedue i tipi fiabeschi è identico il motivo ispiratore, che celebra la furbizia e le trovate astute di una ragazza che si fa beffe di un principe.

Per il folklorista

In Italia, si può trovare questa storia un po’ in tutte le regioni: i versi variano, da regione a regione, però seguono sempre lo stesso repertorio di scherzi (il principe, sotto mentite spoglie, si fa dare un bacio dalla ragazza; la ragazza costringe il principe a baciare la gamba del suo cavallo; il principe, nascosto sotto il letto, punzecchia la ragazza che crede siano gli insetti; la ragazza si traveste e spaventa il principe, facendogli credere di essere la Morte).

 

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Per il bibliografo

Compare nelle seguenti raccolte:

  • I. CALVINO, Fiabe italiane, Torino, 1956, nn. 21, 88, 195.

  • S. LA SORSA, Tradizioni Popolari Pugliesi, Bari Roma, 1928, parte IV, n. 23.

  • V. IMBRIANI, La Novellaja Fiorentina, Livorno, 1877, n. 3, pag. 42.

  • I. VISENTINI, Fiabe mantovane, “ Canti e racconti del popolo italiano”, vol. VII, Torino, 1879, n. 1.

  • A. TIRABOSCHI, Sei quadernetti manoscritti di fiabe in dialetto bergamasco, Biblioteca Civica, Bergamo, n. 13.

  • A. IVE, Opuscolo per nozze Ive-Lorenzetto, contenente quattro fiabe istriane, Vienna, 1877, n. 1.

  • G. PITRE’, Novelle popolari toscane, parte I, Roma, 1941, in “Opere complete di Giuseppe Pitrè”, vol. XXX,  n. 13.

  • C. MARZOCCHI, 130 novelline senesi, in Manoscritto 57 del Museo di arti e tradizioni popolari, Roma, n. 53.

  • G. ZANAZZO, Novelle, favole e leggende romanesche, “Tradizioni popolari romane”, vol. I, Torino-Roma, 1907, n. 17.

  • A. DE NINO, Usi e costumi abruzzesi, vol. III: Fiabe, Firenze, 1883, n. 22.

  • G. AMALFI, XVI conti in dialetto di Avellino, Napoli, 1893, n. 6.

  • R. LOMBARDI SATRIANI, Racconti popolari calabresi, Napoli, 1953, vol. I, n. 37.

  • F. MANGO, Novelline popolari sarde, “Curiosità popolari tradizionali”, vol. IX, Palermo, 1890, n. 12.

  • L. GONZENBACH, Sichilianische Märchen, Leipzig, 1870, 2 voll., n. 35.

  • G. PITRE’, Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, Palermo, 1875, 4 voll., I, n. 5.

  • C. GRISANTI, Folklore d’Isnello, Palermo, 1899 (I), n. 18.

  • G. NERUCCI, Sessanta novelle popolari montalesi, Firenze, 1880, nn. 4, 56.

  • C. CORONEDI-BERTI, Al sgugiol di ragazù, Bologna, 1883, n. 29.

  • F. LORIGA, Novelle sarde, in Manoscritto 59 del Museo di arti e tradizioni popolari, Roma, n. 8.

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