Approfondimento della storia

  ApproTredicino

 


Per lo studioso
 

Corrisponde al tipo 328 nella classificazione Aarne-Thompson (il ragazzo ruba il tesoro del gigante). Vi compare il motivo G610.3 (il compito: rubare a un orco) dell’indice dei motivi del Thompson.


Per il letterato


 

Lo schema classico della fiaba è rappresentato da una serie di furti successivi ai danni di un avversario soprannaturale: un orco, un gigante, un mago (nella versione pugliese in esame, sono una coppia di maghi). Esistono differenti versioni della fiaba, che divergono profondamente nel motivo che spinge il protagonista a derubare in più riprese successive l’orco. A volte, c’è il desiderio di aiutare un re amico. Altre volte, il ragazzo è il prediletto del re, e i consiglieri di corte, invidiosi di lui, suggeriscono malevolmente al re di affidargli questa difficile missione. In altri casi ancora, c’è semplicemente il desiderio di avventura del protagonista: è il caso della versione più conosciuta, nota con il titolo di “Jack e il fagiolo magico”, dal momento che il protagonista, un ragazzo di nome Jack, si arrampica lungo una pianta di fagioli cresciuta a dismisura e in cima trova un castello meraviglioso abitato da un orco, che possiede oggetti incantati; sono proprio questi oggetti a essere rubati dal ragazzo, che al termine della storia, vedendosi inseguito dall’orco giù per la pianta di fagioli, taglia lo stelo, in maniera che l’orco precipita rovinosamente al suolo. Nella versione pugliese, invece, il ragazzo, l’ultimo di tredici fratelli, deruba il mago e la maga in seguito a un bando emanato da un volubile e capriccioso sovrano. Notiamo inoltre che nella versione pugliese, così come in altre varianti europee, le avventure attraversate dal protagonista nell’antro del mago e della maga sono simili a quelle di Hansel e Gretel nella casa della strega: in particolare, nella storia pugliese si presenta il caratteristico episodio dell’ingrassamento.

La fiaba appare anche nella tradizione letteraria: la racconta Basile, come storia di “Corvetto” (III, 7). Nel racconto del Pentamerone, il protagonista è, per l’appunto, un ragazzo chiamato Corvetto, il quale è benvoluto dal re. I cortigiani, invidiosi, consigliano il re di inviare Corvetto a compiere una serie di imprese ai danni di un orco e di un’orca. Corvetto, con l’astuzia, prima deruba l’orco del cavallo, poi di un prezioso e rifinito paramento, infine riesce a uccidere i due orchi, impossessandosi così del loro palazzo, che mette a disposizione del re. In questa versione, in particolare, compare l’episodio della decapitazione dell’orca, che si ripresenta poi nella fiaba pugliese.

Per il folklorista

La storia dei furti ai danni dell’orco molto probabilmente è originaria dell’Europa centro-settentrionale. Sotto la forma della fiaba di “Jack e il fagiolo magico” è diffusissima nella tradizione britannica: è, anzi, una delle fiabe inglesi più popolari. È molto conosciuta in Finlandia e in Norvegia. È diffusa in un’area che si estende verso sud, fino alla Spagna e alla Romania. Non sembra conosciuta né in Russia né, tantomeno, in oriente. È popolare presso i cittadini di lingua francese del Canada orientale: devono essere stati i coloni francesi a farla conoscere alle tribù native americane. Esistono numerose versioni regionali italiane. In una particolare variante siciliana, la protagonista è una donna. Vale la pena di segnalare che in altre versioni, pure diffuse in Sicilia, il protagonista è un ragazzo chiamato Tredicino, esattamente come nella fiaba pugliese. A proposito delle versioni siciliane, il Koheler, nelle annotazioni alla versione n. 83 della raccolta della Gonzenbach, ha rilevato significative concordanze con versioni della moderna tradizione orale greca.

BS00554A 

BS00649  small

Per il bibliografo
Compare nelle seguenti raccolte:

 
  • I. CALVINO, Fiabe italiane, Torino, 1956, n. 51.

  • L. ANGIULI - L. DI TURI – G. MINARDI, Puglia in Favola, S. Prospero (Modena), 1999, parte I, n. 1.8.

  • S. LA SORSA, Tradizioni Popolari Pugliesi, Bari Roma, 1928, parte IV, n. 18.

  • C. CORONEDI-BERTI, Al sgugiol di ragazù, Bologna, 1883, n. 38.

  • V. IMBRIANI, La Novellaja Fiorentina, Livorno, 1877, p. 340.

  • I. VISENTINI, Fiabe mantovane, “ Canti e racconti del popolo italiano”, vol. VII, Torino, 1879, n. 4.

  • G. NERUCCI, Sessanta novelle popolari montalesi, Firenze, 1880, n. 41.

  • C. MARZOCCHI, 130 novelline senesi, in Manoscritto 57 del Museo di arti e tradizioni popolari, Roma, n. 7.

  • G. ZANAZZO, Novelle, favole e leggende romanesche, “Tradizioni popolari romane”, vol. I, Torino-Roma, 1907, n. 28.

  • A. DE NINO, Usi e costumi abruzzesi, vol. III: Fiabe, Firenze, 1883, n. 30.

  • G. G. BAGLI, Saggio di novelle e fiabe in dialetto romagnolo, Bologna, 1887, p. 57.

  • G. AMALFI, XVI conti in dialetto di Avellino, Napoli, 1893, n. 5.

  • L. GONZENBACH, Sichilianische Märchen, Leipzig, 1870, 2 voll., nn. 30, 83.

  • G. PITRE’, Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, Palermo, 1875, 4 voll., I, nn. 33, 35.

  • C. GRISANTI, Folklore d’Isnello, Palermo, 1899 (I), n. 19.

TornaVaicasa2