ZI' MINUCCHIO

Zi' Minucchio era padrone di masseria e cercava un giovane per zappare la terra, ma non ne trovava. Allora fece fare il bando nel paese.

Nel paese vivevano due fratelli poveri senza padre e senza madre. Michele, uno dei due fratelli, ascoltò il bando e decise di accettare.

Buon giorno, padrone zì Minucchio.

  • Chi sei, cosa vuoi? - chiese zì Minucchio.
  • Ho sentito il bando… voi cercate cercate qualcuno per zappare la terra?
  • Sì, come ti chiami? Quanti anni hai?
  • Mi chiamo Michele ed ho 22 anni.
  • Bè, allora ascoltami bene, il patto è questo: io ti do 5 lire al giorno, una panetta di pane, una bottiglia di vino, un pezzo di formaggio e un uovo; tu zappi fino a mezzogiorno poi vieni a mangiare, quando finisci di mangiare l'uovo, io sparecchio la tavola.

Michele era un ragazzo alla buona e acconsentì.

Il giorno dopo il giovane prese la zappa e si mise a zappare i solchi a lungo a lungo. A mezzogiorno, ancora sudato e stanco, si recò dal padrone per la ricompensa.

Zì Minucchio si mise ad apparecchiare la tavola: la bottiglia di vino, la mezza panetta, il formaggio e l'uovo, tutto come stabilito e si sedette a poca distanza a guardare attentamente.

Il giovane tagliava il pane e, una fetta dopo l'altra, la bagnava nell'uovo e la mangiava avidamente. Appena l'ultimo pezzo di pane ebbe ripulito l'uovo, zì Minucchio saltò in piedi e si mise a sparecchiare la tavola, quello era il patto.

La storia si ripetè il secondo e il terzo giorno. Il quarto giorno Michele si era molto indebolito. Il fratello, insospettito, chiese una spiegazione e Michele raccontò tutto.

  • Ah! Così è il fatto! Vuoi sapere che c'è di nuovo - disse il fratello - mettiti a letto e fingiti ammalato, prenderò io il tuo posto.
  • Il giorno seguente si presentò da zì Minucchio e questi, vedendo una faccia nuova, chiese chi fosse.
  • Sono Giovanni, il fratello di Michele… così e così… posso lavorare io al posto suo?
  • Va bene - vedi però che ho fatto un patto con tuo fratello… - e spiegò tutto.
  • Va bene - rispose Giovanni che sapeva il fatto suo.
  • La zappa sta là, vai a zappare; quando sarai tornato a mezzogiorno, ti farò trovare la tavola pronta.

La zappa, senza zappare, era già molto pesante e a stento riusciva a portarla.

Giovanni era astuto e voglia non ne aveva di lavorare. Quando giunse sul posto, piantò a terra la zappa e si distese all'ombra di un albero. Quando la meridiana segnò mezzogiorno preciso, si levò e si avviò verso la masseria, fingendo di essere molto affaticato.

  • Hai zappato la terra?! - l'interrogò zì Minucchio.
  • Certamente!

La tavola era già pronta e Giovanni si sedette per mangiare. Zì Minucchio lo guardava attentamente. Giovanni tagliava il pane, faceva finta di bagnare nell'uovo e mangiava: una fetta, un'altra fetta, glu-glu un sorsetto, un pezzo di formaggio, ma l'uovo era sempre sano. In ultimo ruppe l'uovo e lo bevve.

  • Per la miseria, questo mi manda in rovina! Sussurrò zì Minucchio. Così il primo giorno, il secondo, il terzo.

Al quarto giorno padrone Minucchio disse:

  • Senti dobbiamo fare una scommessa, dobbiamo giocarci 500 lire: vince chi riesce a mangiare una panetta di pane, un pezzo di formaggio, un chilo di maccheroni e cinque litri di vino, senza andare in collera.

Giovanni acconsentì e intanto pensava a come uscire dall'imbroglio.

Il mattino seguente padrone Minucchio invece di mandare Giovanni a zappare, lo mandò alla meta a prendere un sacco di paglia. Il sacco era enorme e, ancora vuoto, pesava. Giovanni raggiunse la meta e riempì il sacco pieno pieno, ma chi ce la faceva! Passò un'ora, due ore… Giovanni non tornava. Zì Minucchio, insospettito, s'avviò alla ricerca e lo trovò appostato dietro la porta.

  • Cosa fai qui? - chiese.
  • Zitto, padrone zì Minucchio, è venuto un ladro e lo sto aspettando per bastonarlo.
  • Bravo, Giovanni, aspetta qui - e intanto si caricò il pesante sacco sulle spalle e s'avviò. Giovanni lo seguì subito dopo.

 Giunto alla masseria zì Minucchio preparò la caldaia, ma mancava l'acqua.

  • Vai a prendere l'acqua al pozzo - disse a Giovanni.

Il pozzo era lontano e la caldaia era pesante.

  • Zì Minucchio, dammi una zappa, ché voglio scavare un solco dal pozzo fino alla casa.
  • Vuoi rovinarmi tutta la masseria? Adesso vado io, aspetta qui -.

 E andò. Ora mancava la legna.

  • Questa è l'accetta, vai nel bosco a tagliare un po' di ceppi -.

Giovanni partì. Tagliò la legna e la caricò sul dorso del mulo. Arrivato che fu alla masseria, nello slegare il mulo, fece cadere tutti i tronchetti giù per la china. Che guaio! Ma zì Minucchio non poteva adirarsi, altrimenti avrebbe perso la scommessa e si mise a raccoglierli lui.

Mentre zì Minucchio cucinava, Giovanni approfittò per procurarsi una pelluccia di pecora, di quelle che si usano per metterci l'olio, e la nascose sotto la giacca, con l'imboccatura rivolta verso l'alto.

Il pranzo iniziò: un chilo di pasta a te, un chilo di pasta a me; un pezzo di formaggio a te, un pezzo di formaggio a me; una panetta a te, una panetta a me; 5 litri di vino c te, cinque litri di vino a me.

Zì Minucchio mangiava e beveva, ma il piatto di Giovanni era sempre pieno; solo nei momenti di distrazione il giovane riusciva a svuotare il cibo nella pelluccia. Infine, gonfio come un "viccio" (tacchino), zì Minucchio se ne andò al sonno. Il giovane pensò:

  • Devo fuggire prima che si svegli e mi uccida - Così fece.

Quando zì Minicchio si svegliò, inutilmente chiamò:

  • Giova', uè Giova'… Geuààààà! - e si diede alla ricerca. Lo vide in lontananza fuggire nella macchia e lo inseguì con l'accetta in mano.

Giovanni incontrò un pastore e gli chiese un coltello, col quale si squarciò la pelluccia. Alleggerito del peso si diede alla fuga più rapidamente.

Sopraggiunse zì Minucchio e nel vedere a terra quel ben di Dio, chiese al pastore se avesse visto passare di là un giovane.

  • Sì - rispose il pastore e raccontò come, col coltello, si fosse squartato la pancia.
  • Allora dallo anche a me il coltello - disse zì Minucchio. E così, ubriaco ed accecato dall'ira com'era, si squarciò la pancia e morì.

approfondimenti2SIPARIO