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La saggezza dei vecchi 

C'era nei tempi antichi un regno, in cui vigeva l'usanza di portare in campagna a seppellire vivi i vecchi, che erano giunti all'età di settanta anni, affinché con la loro petulanza e con i loro acciacchi non arrecassero fastidio ai figli. Questa malvagia usanza addolorava gli animi buoni, ma non si poteva distruggere, se non per volontà del re.

Fra i tanti che dovevano essere seppelliti vivi, ci fu un vecchio, saggio e indefesso lavoratore, che era amato assai teneramente dal figlio, il quale, quando il padre raggiunse i settant'anni, se lo caricò sulle spalle, e lo portò in campagna per compiere quello che la legge gli imponeva. Giunto al camposanto, si mise a scavare la fossa, in cui doveva seppellire il povero uomo, e coll'animo straziato lo baciò per l'ultima volta.

Il vecchio piangendo gli disse: "Figlio mio, tu non ne hai colpa; anch'io venni in questo luogo a seppellire mio padre, come egli aveva seppellito mio nonno; ma mi duole nel pensare che questa legge sopprima violentemente le persone, che col loro lavoro hanno fatto tanto bene all'umanità, e colla loro saggezza possono giovare ai giovani. Iddio governa il mondo, e solo lui ha il diritto di togliere la vita".

Il figlio non ebbe il coraggio di seppellire il padre, e lo riportò di nascosto al suo paese. Fece murare un angolo della sua casa, in cui nascose il vecchio, e da una ciminiera gli faceva arrivare l'aria e il nutrimento. Nessuno sapeva che egli vivesse.

Un giorno il re ordinò ad un artista di fargli un cocchio d'oro e d'argento, tempestato di pietre preziose, e l'espose all'ammirazione dei sudditi. Tutti andavano a vedere quella rarità, e ne decantavano le bellezze. Il re volle che ne giudicassero il valore, e promise la mano della figlia a chi sapesse valutarne il prezzo.

Tanti nobili e cavalieri si provarono di valutarlo, chi diceva un prezzo, chi un altro, ma di nessuna risposta il re fu contento.

Il nostro contadino volle interrogare il vecchio padre per sapere la sua opinione al riguardo, e quegli gli rispose:

Vale tanto il cavallo ed il carrozzino del Re gentile,

Quanto vale una pioggia di maggio o due d'aprile.

Con queste parole voleva alludere al grande beneficio che apportano ai seminati le piogge in aprile (due) e maggio (una), per cui si hanno abbondanti messi e quindi grandi ricchezze.

Il giovane si presentò al sovrano, e volle valutare il cocchio ripetendo le parole udite dal padre. Al re piacque molto quella risposta, e vedendo quanto fosse intelligente chi l'aveva data, gli permise di sposare la figlia.

Ma volle sapere chi gli avesse suggerito quella massima. Il contadino temeva d'essere ucciso, se avesse confessato d'averla sentita dal padre; ma avute assicurazioni dal re, che non gli sarebbe stato torto un capello, riferì che non aveva avuto il coraggio d'ammazzare il vecchio, e che questi gli aveva data quella risposta.

Il re rimase colpito da tale racconto, e si convinse anche lui che non era giusto uccidere i vecchi, i quali con la loro esperienza e prudenza possono giovare tanto alla società; quindi fece liberare da quella specie di prigionia il buon vecchio, ed abolì l'infame usanza, durata per tanti anni.


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