MADONNA

CUCUZZELLA 

Tanto tempo fa, miei cari, non tutti i bambini avevano la fortuna di andare a scuola, anzi erano pochissimi coloro che sapevano leggere e scrivere. La maggior parte o non era mai andata a scuola, o aveva frequentato appena la prima e la seconda elementare, giusto per imparare la propria firma. I figli dei contadini poi, sin dall'età di quattro o cinque anni, venivano avviati al lavoro dei campi. Aiutavano i grandi ad estirpare l'erba dal fondo, a raccogliere le ulive, i pomodori, a portare al pascolo le bestie. Cominciavano così, per gioco, e finivano per lavorare per necessità.

Dunque, in quel tempo, c'era una bambina, figlia di poveri contadini, che era vissuta sempre in campagna, senza l'ombra di un amico, fuorché i pochi animali che possedevano i genitori.

Costoro, dotati del senso pratico suggerito dalla povertà e dalla necessità, non si posero neppure per un attimo il problema dell'istruzione della figlia e, quando questa cominciò a reggersi sulle gambe, l'avviarono al lavoro dei campi.

E' inutile dirvi che la bambina non aveva mai posseduto né un libro, né un giocattolo. Quando crebbe un po' e raggiunse pressappoco l'età di sette, otto anni, le affidarono delle pecore da condurre al pascolo. La piccina partiva la mattina presto dalla sua casetta, con un tozzo di pane bruno, e si avviava, accanto alle sue pecorelle, per la campagna. Le portava lì dove c'era l'erba più tenera, col caldo e col freddo, in luoghi sempre solitari e silenziosi.

Un giorno, mentre vagava nel verde, ai margini di un sentiero, vide un piccolo tabernacolo campestre. Incuriosita, si avvicinò e... che meraviglia! Nella nicchietta vi era il dipinto di una donna così esile e dolce come non ne aveva mai viste! E il suo volto era così perfetto e rotondo che la bambina si fermò estasiata ad ammirarlo, poi si sedette su di una pietra di fronte al dipinto e, con i gomiti sulle ginocchia e il volto poggiato tra le mani, rimase lì per tutto il tempo ad ammirare quella donna meravigliosa.

Nei giorni che seguirono, la mattina, non vedeva l'ora di prendere le sue pecorelle per andare dalla bella signora. Si metteva seduta sulla pietra, di fronte al dipinto, e parlava con quella immagine soave.

Cosa le diceva?

Beh! Forse tutto e forse niente. So che le voleva tanto bene, ma proprio tanto, perché quella signora era dolce ed aveva gli occhi pieni di tanto amore. La bimba, quando il cuore le traboccava, sotto la piena del sentimento e dell'ammirazione, come in estasi, esclamava:

- Faccia di cucuzzella,

quanto sei bella!

Sì, cucuzzella, vale a dire «piccola zucca». Infatti, la bambina, vissuta in un mondo disincantato in cui è bello solo ciò che è utile, ciò che sfama, nella sua semplicità, rassomigliava il volto rotondo della donna ad una bella e tenera zucca tondeggiante.

-Faccia di cucuzzella,

quanto sei bella!

ripeteva spesso con aria beata! E le sembrava che, a questo complimento, la signora le sorridesse.

Sì, sì, le sorrideva veramente!

Un giorno, caso strano, si trovò a passare di lì una donna che, quando le sentì dire, rivolta al dipinto:

-Faccia di cucuzzella,

quanto sei bella!

- Come?! - la sgridò - così si dice? Non sai che quella è la Madonna e che non devi offenderla? Quando ti rivolgi a lei, devi sempre dire: «Ave, Maria!», altrimenti sarai punita e andrai all'inferno!

La piccina, a queste parole, fu presa dalla paura e dal terrore per ciò che aveva fatto. Provò a guardare la Madonna, ma subito piegò lo sguardo, piena di timore e riverenza: Così, da quel giorno, ogni volta che passava vicino al tabernacolo, diceva con rispettoso riserbo: - Ave, Maria! - e lanciava uno sguardo furtivo e pieno di soggezione a quel volto che ora non sorrideva più.

- Ave, Maria! - ripeteva al tramonto quando se ne andava. E la mattina seguente ritornava e ripeteva: - Ave, Maria! - e andava a sedersi su un'altra pietra. Ogni tanto imbronciata, lanciava un timido sguardo alla Madonnina che se ne stava lì, triste, senza più l'ombra di un sorriso. E si chiedeva ripetutamente, amareggiata: - Perché la Madonna non mi sorride più? Cosa le ho fatto?

E si arrovellava e non aveva più pace.

Un giorno, in cui non ne poté proprio più, si alzò di scatto dalla pietra e, avvicinatasi al tabernacolo, proruppe con le lacrime agli occhi:

-Faccia di cucuzzella,

si può sapere che hai?

E tra le lacrime vide il volto della Madonna illuminato da un sorriso dolce e radioso.

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