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LA MOGLIE MUTA

C’era una volta un giovane che si era innamorato di una ragazza con la quale non aveva avuto mai occasione di scambiare una parola.

La vedeva solo da lontano ed intendeva sposarla a tutti i costi.

Sì, miei cari, non dovete meravigliarvi, perché le cose a quei tempi andavano proprio così! I giovani allora si innamoravano e decidevano di sposarsi senza neppure conoscersi bene, per cui, tante volte, i difetti venivano fuori solo dopo il matrimonio e, poiché non c'era divorzio, o tiravano avanti alla meno peggio, o ciascuno dei due ritornava dai propri genitori. Ora avvenne che il nostro giovane, dopo averne parlato al padre e alla madre, una sera, si presentò a casa dei genitori della ragazza per chiedere loro la sua mano. Questi accolsero con sollievo la richiesta, senza naturalmente lasciarlo intendere, perché, dovete sapere, quella ragazza aveva un grosso difetto: non riusciva a pronunziare bene neppure una parola! Insomma, balbettava proprio come una neonata!

Sin da piccola la mamma le aveva fatto bene la scuola: - Figlia mia, mi raccomando, non aprire mai bocca con nessuno e, se proprio non puoi farne a meno, rispondi solo « sì » oppure « no »!

Con più insistenza le ripeteva questa raccomandazione ora che l'aveva promessa sposa.

Quando il fidanzato andava a trovarla e le rivolgeva la parola, la ragazza arrossiva e chinava la testa, solo qualche volta rispondeva « si » oppure «no».

- Che bella ragazza! - pensava il giovane fra sé e com'è timida, com'è discreta! Non spreca una parola più del necessario!

Il tempo passò e giunse così il giorno del matrimonio. Si recarono in chiesa in grande pompa e la ragazza pronunciò il suo « sì ». Ci fu una grande festa! Si mangiò, si bevve e si ballò. La sposa sorrideva ed era felice, e nessuno fece caso al fatto che non apriva assolutamente bocca. Alla fine gli invitati si salutarono e gli sposi si ritirarono nella loro casetta.

I giorni passavano e la sposa taceva.

Il giovane, per la verità, adesso che erano marito e moglie, l'avrebbe voluta un po' più loquace! E, per sentire il suono della sua voce, cominciò, con una certa insistenza, a farle delle domande, ma la donna o arrossiva o, al massimo, gli rispondeva «sì» oppure «no».

A questo punto il nostro giovane cominciò a preoccuparsi seriamente.

- Come devo fare? Non posso più sopportare questo suo mutismo! Dovrà pur dire qualche parola!

Così, un giorno, pensò di confidarsi con sua madre: - Oh, madre mia! La donna che ho sposato non parla mai! Dice solamente « si » e « no » e non mi riesce di farle dire altro! Dammi tu qualche consiglio!

- Se dice « sì » e « no » - gli rispose la madre vuol dire che non è né muta, né sorda, bisogna quindi trovare il modo per tirarle fuori la voce. Senti... domani porta dalla campagna dei tronchi verdi di fico e con questi falle accendere il fuoco. La legna farà molto fumo, non si accenderà, tua moglie perderà la pazienza e dovrà pur dire qualcosa!

E così l'uomo fece.

L'indomani sera portò i rami di fico verde ed ordinò alla moglie di accenderli. La legna crepitava, sudava, fumava e rifiutava di accendersi, mentre la casa si riempiva di un fumo acre che pungeva gli occhi e pizzicava forte la gola.

Tossisco io che tossisci tu, la donna, obbediente e rassegnata, si sentiva quasi soffocare, ma non protestava né imprecava. Tuttavia riuscì alla fine ad accendere la legna.

Il giovane, sconfortato, ritornò dalla madre:

- Oh, madre, madre mia! - esclamò afflitto - ho fatto come tu mi hai detto, ma lei è riuscita ad accendere il fuoco senza batter ciglio, né aprir bocca!

- Allora, figlio mio - rispose la madre - sai cosa devi fare? Comprale un paio di scarpe, le più strette che trovi, così, quando andrà a calzarle, almeno si lamenterà e, ad ogni passo, griderà « ahi! ».

E il giovane così fece.

Comprò un paio di scarpe e, quando tornò a casa, ordinò alla moglie di metterle subito ai piedi perché sarebbero dovuti uscire.

La donna, a denti stretti, senza dire né « a » né « o », riuscì finalmente a calzarle e, lungo la strada, soffocava in gola il dolore per ogni fitta atroce.

Il marito s'aspettava almeno qualche imprecazione, ma... niente!

Il giovane, avvilito, tornò ancora dalla madre.

- Oh, madre, madre mia, - proruppe - ho fatto come tu mi hai consigliato, ma lei non ha detto né « a » né « o »! Sono disperato! Come devo fare?

Senti, figlio mio, - gli consigliò la madre - questa volta comprale dell'aceto e faglielo bere a tavola per vino. Dovrà pur dire qualcosa!

Ma anche questa volta la donna bevve l'aceto senza fiatare, proprio come se nulla fosse.

Il povero giovane ricorse a tanti altri espedienti, ma nessuno di essi riuscì a far dire alla donna una parola più del « sì » e del « no ».

Quando ormai era giunto al limite della esasperazione, la madre gli consigliò un estremo rimedio:

- Senti, figlio mio! Ci è rimasto solo un altro mezzo. Domani mattina, appena alzato, va' a lavarti la faccia e mentre ti asciughi, fingi d'essere colto da una sincope e cadi per terra come fossi morto.

Infatti, la mattina seguente, si alzò, si avvicinò alla bacinella, si lavò il viso e, mentre allungava la mano verso l'asciugamano, gridò con voce strozzata!

- Aiutooo! Aiutooo! Muoioo!

E... patapunfete!... cadde, come stecchito, per terra.

La moglie, quando sentì il grido seguito dal tonfo, corse presso il marito e, nel vederlo riverso per terra, credette che fosse veramente morto.

- Oh, marì, mari mi! - cominciò a gridare, piangendo e strappandosi i capelli. - Oh, marì, mari mi! Ti ricò li fi veddi che facé fu, ti ricò le tappe tette tette, ti ricò lu vi acetti! Oh, mari, mari mi!

A questo punto, il marito, alzandosi di botto da terra proruppe:

- Aah!... Ho capito perché non aprivi bocca! E' perché non sai parlare ed hai cercato di nascondere il tuo difetto sotto il silenzio! E' così allora !?! Ma me la pagherai!

E, in un primo momento, si sentì invadere dall'ira per essere stato ingannato, ma poi, quando vide il volto della donna, protesa su di lui, pieno di lacrime e smarrito per il dolore e l'angoscia di averlo creduto morto, commosso, aggiunse:

- Ma vedo che mi vuoi veramente bene! E, poiché sei sempre stata docile e obbediente, ti perdono!

Così i due vissero felici e contenti.

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