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LA MOGLIE SCIATTA

C’era una volta un contadino che aveva sposato una donna molto sciatta e poltrona. Lui si alzava la mattina prima dell'alba e partiva sul carretto per la campagna; lei rimaneva a poltrire fino a tardi e, quando finalmente si alzava, era più stanca della sera precedente. Sbadigliava, si girava di qua e si girava di là senza combinar nulla; si sedeva, si alzava e ritornava a sedersi senza neppure spostare la sedia. Intanto il disordine in casa cresceva e la polvere si accumulava sulla polvere. La poverina si sentiva un po' più sveglia solo quando si metteva sulla soglia di casa, con le spalle appoggiate al muro, pronta a catturare qualche comare di passaggio per spettegolare su questo e su quello. Allora sì che si sentiva arzilla!

Insomma la sciatteria e l'ozio erano le sue uniche e grandi virtù.

Naturalmente il marito non ne poteva più. Non sapeva come farle capire che doveva cambiare radicalmente sistema di vita. La donna era completamente sorda e la campana del marito suonava a vuoto! Quando il pover'uomo, la sera, ritornava dal lavoro, trovava il letto ancora disfatto, il fuoco spento, un disordine tale e tanto che doveva stare attento a non inciampare se voleva mantenersi le ossa intatte.

Il poveretto era arrivato al limite della sopportazione!

Un giorno, durante una pausa di lavoro, mentre era seduto con altri amici all'ombra di un albero a consumare la sua colazione di pane ed olive, accadde che si parlasse delle proprie mogli.

- Amici miei - si lamentò il nostro - ditemi un po' come devo fare! Ho una moglie che non combina nulla da mattina a sera. La casa è sempre in disordine ed il fuoco non è mai acceso. Mi sono arrabbiato, l'ho sgridata, ma non ne ho ricavato assolutamente nulla. Cosa devo fare?

- Senti, compare - gli disse uno degli amici - ora te lo do io un rimedio. Sai cosa devi fare? Quando rientri a casa e trovi tutto in disordine, prendi una pelle di pecora, attaccala alle spalle di tua moglie e, con una sferza, mettiti a battere sulla pelle e grida: 0 ti raddrizzi o ti faccio raddrizzare! 0 ti raddrizzi o ti faccio raddrizzare! Vedrai che cambierà.

Per la verità al nostro uomo il rimedio sembrò un po' troppo duro ma, poiché li aveva provati tutti fuorché questo, si decise a metterlo in atto.

Così la sera, ritornato dal lavoro, e trovato il solito disordine in casa, tirò fuori una pelle di pecora dal cassettone, la sistemò dietro le spalle della moglie attonita, prese una sferza e cominciò a battere e a gridare con quanta forza avesse:

- 0 ti raddrizzi o ti faccio raddrizzare! 0 ti raddrizzi o ti faccio raddrizzare!

E la donna a correre e a gridare.

La gente che passava di lì, a tanto fracasso, si fermava e faceva capannello.

- Ma chi grida?

- Ma chi batte?

- Sarà il compare!

- Ma si può sapere perché batte?

- Con chi ce l'ha?

- E impazzito!

- Ma no, non può essere!

- Dà botte alla moglie!

E dentro il nostro uomo inseguiva la donna e batteva e gridava minaccioso:

- 0 ti raddrizzi o ti faccio raddrizzare! 0 ti raddrizzi o ti faccio raddrizzare!

La mattina seguente, fingendo di non ricordare proprio niente, si recò al lavoro come se nulla fosse successo. La sera, quando rientrò in casa e trovò il disordine di sempre, riprese la pelle dal cassettone, la risistemò sulle spalle ancora doloranti della donna e ricominciò a battere e a gridare con quanto fiato avesse:

- 0 ti raddrizzi o ti faccio raddrizzare! 0 ti raddrizzi o ti faccio raddrizzare!

La moglie, con le ossa rotte, non riusciva a capacitarsi dello strano ed improvviso comportamento del marito, né sapeva più a quale santo chiedere aiuto. Era proprio sconvolta!

Cosa gli era preso? Perché ce l'aveva con la pelle e con lei? Perché gridava quelle parole incomprensibili?

E così ancora nei giorni che seguirono: la moglie curva sotto la pelle ed i colpi di frusta, il marito che batteva e gridava ma poi dimenticava tutto, e la gente che si radunava dietro la porta di casa e mormorava:

- Pazzo il compare?!

- Chissà chi sta battendo!

- Ma la moglie!

- Sì, la moglie!

Ma nessuno osava intervenire.

La donna, ormai piena di lividi, si barricava in casa ed aveva vergogna d'uscire. Così tutto il giorno rimaneva gemendo a letto e, quando calavano le tenebre e si avvicinava l'ora del rientro del marito, cominciava a tremare e a battere i denti dalla paura.

- Come devo fare?! Come devo fare?! - si chiedeva ormai fuori di sé.

Un giorno, poiché l'uomo non accennava affatto a smetterla con questa sua presunta e ricorrente pazzia, la donna, raccogliendo le ossa rotte, andò a chiedere consiglio ad una vecchia comare conosciuta per la sua saggezza.

- Comare, aiutami, ti prego! - implorò. - Io non ne posso più! Dimmi cosa debbo fare perché mio marito rinsavisca!

- Figlia mia - rispose la vecchina - tuo marito ce l'ha proprio con te! Ora, se vuoi che egli la smetta, cerca anche tu d'essere una donna a modo. Riordina la casa, cucina e non poltrire! Vedrai che tutto si sistemerà!

La donna tornò a casa e cominciò a rassettare. Ma si era accumulato tanto disordine, ma tanto, che la sera si abbandonò sulla sedia più morta che viva.

Quando il marito tornò dalla campagna e intravide meno confusione in casa, tirò fuori la pelle, la sistemò nuovamente dietro le spalle della moglie e riprese a battere e a gridare: - Allora sì che le sai fare le cose! Così mi piace! Ma devi fare di più e meglio, altrimenti domani sera ne avrai ancora! - e batteva e gridava con quanta forza avesse.

L'indomani la donna scopò, riordinò il letto, spolverò e lavò per terra.

Quando il marito rientrò dal lavoro e s'accorse che la moglie aveva fatto il letto e pulito in casa, riprese a battere e a gridare:

- Allora sì che hai capito! Così mi piace! Ma devi ancora fare meglio! - e batteva e gridava con quanta forza avesse.

L'indomani mattina la donna, nonostante fosse piena di lividi e dolori, si alzò di buon'ora e riordinò tutta la casa. Rassettò il letto, scopò, spolverò, lavò i panni, cucinò.

Quando il marito tornò a casa dal lavoro e vide i panni stesi, il fumo uscire dal comignolo e sentì un odorino piacevole di cucinato stuzzicargli le narici, soddisfatto, tirò fuori la pelle di pecora e, rivolto ad essa, cosi disse:

- Ora sì che ti sei raddrizzata i Sei proprio come ti volevo! Ma sta' attenta a non sbagliare più, altrimenti ricomincerai ad averle! - Poi la piegò per benino e la ripose, insieme alla sferza, nel cassettone.

La donna aveva ormai capito fin troppo bene l'antifona! Se voleva evitare l'ira del marito, se non voleva essere più battuta, se voleva evitare la vergogna ed i pettegolezzi ed essere, così, felice, doveva essere laboriosa e solerte, in una parola: virtuosa. 

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