SOLDI

UNA VOLTA SI IMPICCO' 'COLA

C’era una volta un uomo molto ricco che aveva un figlio, di nome 'Cola, gaudente e dissipatore. Non c'erano mai soldi che gli bastassero. Amava circondarsi di amici scioperati come lui e dissipava tutto nei piaceri e nel gioco. Non aveva mai voluto saperne di lavorare o di aiutare suo padre negli affari!

Il povero vecchio non sapeva più a quale santo votarsi perché suo figlio mettesse la testa a posto! Ma, ahimé, non c'era proprio nulla da fare! Non gli rimaneva che la rassegnazione!

Ora avvenne che, un giorno, il pover'uomo, logorato dagli anni e dal dolore, si ammalò gravemente e, prima di morire, chiamò accanto a sé il figlio e così gli parlò:

- Figlio mio, è inutile che io ti raccomandi di mettere la testa a posto; so che non lo farai! Tieni però bene a mente questo che sto per dirti: quando avrai dilapidato tutte le tue sostanze e non ti resterà più nulla, neppure un amico..., vedi quella trave del soffitto?... Lega ad essa una corda e impiccati! Morto il padre, il giovane riprese la sua vita dissoluta, circondato da uomini d'ogni risma che mangiavano, bevevano e si divertivano alle sue spalle.

Ma... ogni ricchezza, per quanto enorme sia, se non è bene amministrata, ben presto diventa povertà.

E' quello che un giorno capitò al nostro giovane sconsiderato.

Avendo dato fondo ad ogni riserva di denaro, aveva venduto tutti i terreni e persino la casa in cui abitava. Ormai gli rimanevano soltanto gli occhi per piangere!

Anche gli amici lo avevano abbandonato e nessuno lo degnava più di uno sguardo.

Provò a chiedere aiuto, ma nessuno si rivelò disposto a dargliene. Aveva fame, aveva freddo e tanta amarezza in cuore al pensiero che il suo benessere era stato così effimero, quando invece avrebbe potuto essere più duraturo, solo che avesse dato retta ai consigli del padre.

Povero vecchio! Aveva proprio tanta ragione!

Cosa gli rimaneva ora che lo avrebbero cacciato anche da quella casa? Non gli rimaneva che obbedire almeno all'ultima volontà di suo padre: impiccarsi a quella trave del soffitto e farla finita per sempre!

Disperato, prese una corda robusta, l'attaccò alla trave indicata dal padre, se la passò intorno al collo e, dato un calcio alla sedia che fino ad allora gli era servita per sollevarsi dal pavimento, si lasciò cadere nel vuoto.

Ma, cra... cra... cra... patatracchete!... la trave dapprima cigolò, poi si spezzò sotto il peso e lasciò scorrere una pioggia di monete d'oro.

Quando il giovane, illeso, si riebbe dallo stupore, con le lacrime agli occhi, si sentì invadere da un'ondata di gratitudine e di amore, fino allora mai provati, per il vecchio genitore che, ancora una volta, aveva voluto aiutarlo e salvarlo.

Provato e pentito, decise di cambiare radicalmente sistema di vita.

Riacquistò la casa, riacquistò i terreni e si diede al lavoro, senza naturalmente trascurare la sua persona.

Quando gli amici lo videro vestito di tutto punto e con il portafogli ancora pieno, credendo di poter riprendere l'andazzo di una volta, cominciarono a farglisi intorno. Ma, a quelli più intraprendenti che gli chiedevano di riprendere a gozzovigliare, il giovane, rifiutando, concludeva: - Una volta si impiccò 'Cola!...

Così terminò i suoi giorni nell'agiatezza e nella serenità e il lumino, che accese dinanzi all'immagine di suo padre, brilla ancora. 

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