PRATO

LE SETTE SORELLE POVERINE POVERELLE

Per sopravvivere uscivano la mattina per sivoni e cicorielle, che poi vendevano mangiavano mangiavano vendevano, e così strappavano la giornata.

Anche in questa storia, venne un giorno. Un giorno che, delle sette sorelle, sei erano indisposte, cosicché la più grande decise di andare da sola per sivoni e cicorielle.

- Mamma vado. Nella speranza di raccoglierne parecchie per mangiare anche oggi! - Disse la numero uno.

Uscì e, gira gira per i campi, sempre piegata a terra con gli occhi le reni e le mani.

Ad ogni cicoriella, la speranza di mangiare diventava certezza.

Tagliava e tagliava finché, trovatane una assai piú grossa delle altre, la ragazza si mise a tagliarla con il coltello marrone di terra. Ma, mentre il coltello affondava tra le radici della grossissima cicoriella, un denso fumo si materializzava e si materializzò, trasformandosi in un bellissimo giovane che pareva un galantuomo ben vestito.

- Cosa te ne fai, oh bella giovine? - Attaccò lui.

- Giro per fare sivoni e cicorielle e per portare da mangiare alla mia famiglia. - Rispose lei.

- Dappoiché ti ho incontrata, ti propongo di restare con me, al mio servizio. Non avrai lavoro da sbrigare e sarai ricompensata degnamente. - Aggiunse quel fumo di galantuomo.

La risposta positiva della ragazza mise in moto l'ingranaggio.

Si recarono insieme in una grotta, dimora del giovane.

Quando la ragazza si fu introdotta, il suo sguardo si perse nell'immensità di quella caverna naturale e, malgrado le cataste di tesori ammassati qua e là, il suo occhio non riusciva a scorgere la fine della caverna.

- Non dovrai far altro che aspettare il mio ritorno. E quando io rientrerò a sera, dovrai aprirmi subito. La ricompensa sarà adeguata! - Profetizzò l'uomo e sparì.

Intimorita la ragazza restò li dov'era in preda all'attesa. Aspetta aspetta, ripassava a memoria la consegna ricevuta: "Dovrai aprirmi subito"... "...subito".

Aspetta aspetta: la stanchezza ed il ritmo monotono della attesa le fecero venire la papagna che diventò sonno profondo. Il "toc toc" del giovane all'alba, al rientro, diventò, quindi, "toc toc toc" e, sempre più nervosamente, "toc toc toc, toc e toc e toc".

Ma la ragazza non sentiva i ripetuti colpi, sprofondata in un sonno che di lì a poco sarebbe diventato quello dell'eternità.

Infatti, furibondo, l'uomo entrò e, alla vista della fanciulla addormentata, le sue mani divennero di ghiaccio, un ghiaccio affilato.

E con gli occhi dello stesso ghiaccio, introdusse nelle carni della fanciulla il freddo, dandole il gelo della morte.

Prese, quindi, quel corpo senza vita e lo depositò tra altri cento o mille e più, più… più..

Quel mattino, a casa delle sette sorelle l'esigenza di mangiare s'era fatta più forte.

Così la numero due, di poco più piccola della prima, si mise in giro per raccogliere cicorielle e tracce della sorella scomparsa.

Tagliava tagliava, finché, trovatane una più grossa delle altre, la ragazza si mise alla solita operazione, ma, mentre il coltello affondava tra le radici della grossissima cicoriella, un denso fumo si materializzava e si materializzò, trasformandosi in un bellissimo giovane che pareva un galantuomo ben vestito.

- Cosa te ne fai? - Cicorielle! - Vieni con me, sarai ricompensata. - Si!

La caverna, l'immensità... - Quando io rientrerò a sera dovrai subito aprirmi. Dovrai subito aprirmi.

L'attesa, la papagna, il sonno, il "toc toc" "toc toc toc" "toc toc toc, toc toc toc e toc". L'uomo di fumo, fattosi ghiaccio affondò le gelide, affilate dita nelle carni della ragazza e la sposò alla morte. Il suo corpo in mezzo a quelli delle altre altre altre.

Quel mattino e per gli altri quattro giorni le sorelle si succedettero subendo ognuna la stessa sorte, stessa morte.

L'ultima, la più piccola, congedandosi dalla madre, il mattino dopo l'ultimo mattino della sesta sorella, si mise in giro per raccogliere cicorielle e tracce delle sorelle.

Il fumo si concretizzò al solito momento e al solito modo e dal fumo l'uomo parlò.

- Cosa te ne fai oh bella giovane?

- Povere e sole, da sette sorelle ch'eravamo, io e mia madre meniamo la vita arrangiandoci con la raccolta di queste cicorielle. - Rispose la ragazza.

- Dappoiché ti ho incontrata, ti propongo di restare con me, al mio servizio. Non avrai lavoro da sbrigare e sarai ricompensata degnamente.

- Sissignore! - Accennò appena la ragazza.

Quando fu introdotta per la nascosta e minuta porticina di una grotta nell'immensa caverna, la sua vista si perse negli spazi.

Casse cassoni bauli cofani cofanetti ori monete. Dappertutto.

La brillantezza e la radiosità degli ori e degli oggetti preziosi illuminavano a giorno quella profondità senza sole. Al buio rimaneva la parte intima ed estrema della caverna.

- Non dovrai far altro che aspettare il mio ritorno. E quando io rientrerò a sera dovrai subito aprirmi. La ricompensa sarà adeguata ... guata... ta.

Intimorita, la ragazza restò li dov'era in preda all'attesa.

Aspetta aspetta il rientro dell'uomo del fumo di cicoriella. "Dovrai subito aprirmi" le aveva raccomandato prima di sparire alla vista. Aspetta aspetta la stanchezza, la noia e la papagna stavano per farsi sonno.

Tutti quegli ori sparsi attirarono però la sua attenzione e per scacciare il velo che il sonno le stava calando sugli occhi, si mise a contare quelle monete: Uno, due, tre, quattro, cinque... mila, per quanti numeri conosceva.

E poi di nuovo da uno a ... mila, e poi di nuovo, di nuovo, nuovo, uovo, ovo, vo..., finché all'alba il "toc toc" la trovò pronta ad aprire all'uomo galantuomo.

Il compiacimento dell'uomo di fumo si ripetette per molti giorni ancora, tanto che, certo della dedizione della fanciullina, prese a raccontarle la provenienza di tutti quei tesori e la portò a visitare la parte più buia dell'antro.

Quando si avvicinarono lì, tutta la zona fu illuminata e apparve agli occhi della ragazza lo spettrale spettacolo di tanti corpi femminili inermi, ammassati l'uno accanto all'altro, quasi come un deposito di oggetti.

- Devi sapere che queste ragazze ti hanno preceduto nella cosa che tu fai devotamente, e che da vive a morte le ho trasformate perché tutte prendevano sonno nell'attesa. A te, unica, che hai resistito al sonno, mio nemico, dimostrandoti devota e osservante, io narro tutto questo e ancora di più. Devi sapere che io posseggo anche il filtro che può far tornare alla vita tutti questi corpi e che così e cosà... - Continuò a parlare il galantuomo, confidandosi con la fanciulla. Infine le fece vedere il filtro magico e ne spiegò l'uso. Usci, quindi, sicuro di poter rientrare.

Quando la ragazza fu sola, in compagnia dei segreti che l'uomo le aveva confidato, prese il filtro, lo usò così e così, come le era stato spiegato, facendo compiere il passaggio dalla morte alla vita a tutti quei corpi. E quando tutte furono fuggite ringraziando, insieme alle sorelle, si caricò di ogni tesoro possibile e tornarono a casa, dove è giusto che vissero felici e contente fino alla fine della storia.

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