Pettine

ALBERTO E IL PETTINE

C'era una volta, tanto tempo fa, una signora di nome Maria. Questa signora non amava i bambini, purtroppo ne aveva uno di otto anni, di nome Alberto. La donna era così malvagia che maltrattava quotidianamente il povero Alberto. Il padre, che era da tanto tempo emigrato in Australia, della nascita del proprio bambino non sapeva niente. Nemmeno il bambino sapeva dell'esistenza di suo padre, perché la madre gli aveva detto che era morto prima della sua venuta al mondo. Il fanciullo, diventato ormai giovane e stanco di vivere una vita piena di maltrattamenti e umiliazioni, decise un giorno di andarsene. Messosi in cammino, durante il viaggio non incontrò alcuna persona. Cammina e cammina, arrivò accanto ad una casetta; bussò e aprì un vecchietto al quale Alberto, con gentilezza, chiese ospitalità. Il vecchietto, fattolo entrare, lo fece sedere accanto al fuoco. Il buon uomo, avendo provato compassione, gli diede da mangiare e dopo andarono a letto. La mattina dopo il giovane si alzò presto, ringraziò il vecchietto e si congedò da lui. Stava per partire, quando il vecchio gli disse di attendere un po'. Andò in cucina e prese dei quattrini, del cibo ed un pettine fatato. Il vecchietto aggiunse che, quando avrebbe desiderato qualcosa, non doveva far altro che pettinarsi ed esprimere un desiderio.

Il giovane lo salutò e poi si mise in cammino. Cammina e cammina, arrivò davanti al castello del re d'Inghilterra, al quale chiese ospitalità. Il re lo fece accomodare, curioso di sapere la sua storia. Alberto raccontò tutto, ma non gli parlò del pettine magico per paura di perderlo.

Questo re aveva una figlia bella e buona, chiamata Desiré, che era stata promessa sposa a Carlo, principe di Francia.

Il giovane Alberto, giunto nella stanza assegnatagli, si lavò ben bene ed indossò dei vestiti più decenti donatigli dal re d'Inghilterra. La ragazza, cioè Desiré, appena vide il giovane, si innamorò subito ed anche il giovane di lei.

Alberto chiese subito al padre della principessa il consenso di poterla sposare. Il re in un primo momento si mise a ridere, poi fece chiamare la principessa, alla quale chiese se voleva sposare il giovane. La ragazza rispose subito di sì, ma il padre, ridendo disse: "I ragazzi di oggi sono tutti pazzi! Ma cosa ti viene in mente? Tu, straccio di terra, pretendi di sposare mia figlia, che è una principessa? Tu sei un insensato!"

Dopo, la ragazza andò nella sua stanza, gridando che lei non avrebbe mai accettato la mano del principe di Francia, ritenendolo brutto e malvagio.

Ormai le nozze tra la principessa Desiré e Carlo erano state fissate. Alberto se ne andò dal castello e pensava che, diventando più ricco del re di Francia, sicuramente il re di Inghilterra avrebbe dato sua figlia a lui. Prese perciò il pettine, si pettinò e ad un tratto apparve un bellissimo castello, cento volte più grande di quello del re di Francia.

Intanto il re d'Inghilterra, visto il castello, non volle più che si celebrassero le nozze tra la principessa sua figlia e Carlo, ma la concesse al giovane Alberto.

Sposatisi, vissero insieme molto felici, fin quando un giorno il re di Francia fece rapire Desiré. Subito Alberto con un grosso esercito, andò al castello del re di Francia, davanti al quale fu combattuta una guerra terribile.

Vinse Alberto, che fece ordinare al popolo di tagliare la testa al principe di Francia, e così fu fatto.

Da quel giorno Alberto e la bella Desiré vissero felici e contenti accanto ai loro due bellissimi gemelli, nati qualche mese dopo la liberazione della principessa.

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