Animali

IL CAVALIERE DAVIDE

C'era una volta, tanto tempo fa, un pastore che si chiamava Arturo; viveva in montagna con sua moglie Elena. I due pastori, non potendo avere figli anche se erano molto giovani, ogni giorno che passava diventavano sempre più tristi. Un bel giorno si recarono tutti e due in una cappella di campagna e cominciarono a pregare il Signore per avere un figlio; rimasero in quel luogo sacro e solitario per tre giorni senza dormire e toccare cibo.

Il quarto giorno ritornarono a casa e ripresero a svolgere i lavori usuali, compresi quelli arretrati. La sera, dopo aver mangiato, andarono a letto; erano così stanchi che si addormentarono subito. Allo spuntar dell'aurora rosata si alzarono molto felici, e così fu per sempre.

Dopo molti mesi Elena ebbe un figlio che fu chiamato Davide: i suoi desideri erano stati finalmente esauditi; immaginate la gioia che pervase quella famigliola!

Il bambino ogni giorno diventava sempre più bello, forte ed intelligente. Giunto all'età di tredici anni, a Davide venne il desiderio di partire in cerca di avventure, in quanto, vivendo in condizioni economiche veramente misere, voleva raggiungere l'agiatezza per sé e per i suoi genitori.

Scappò di casa, di notte, mentre i genitori dormivano tranquillamente.

Poveri pastori, avevano fatto tanto per avere un figlio ed ora l'avevano perduto!

Cammina e cammina, arrivato in una fiera, comprò un cavallo robusto e veloce come il vento. Galoppa e galoppa, entrò in una città, dove acquistò delle armi. Uscito dalla città, s'imbatté in un gruppo di feroci briganti, guidati da Gaetano, persona crudele e malvagia. I ladri volevano derubarlo ma Davide, essendo molto forte e scaltro, non faticò molto a difendersi, per cui i ladri furono costretti alla fuga dalla paura.

Mentre fuggivano il capo della banda, Gaetano, con gli occhi torvi gli disse: "Ti ucciderò, maledetto, puoi esserne certo!"

Davide si rimise in cammino; senza preoccuparsi troppo delle minacce del capobanda. Giunto il crepuscolo, il giovane cercò un rifugio sicuro nel bosco. Vista una caverna, vi entrò, si sdraiò in un angolo e si addormentò, stanco per le imprese affrontate durante il giorno.

Il mattino seguente si svegliò presto, salì sul cavallo ed andò in cerca di cibo per sfamarsi, visto che non mangiava da diverse ore. Cammina e cammina incontrò un leone, un'aquila, un cane ed una formica, che stavano litigando perché non riuscivano a mettersi d'accordo sulla spartizione di un asino che il leone aveva azzannato. Il re della foresta chiese al cavaliere Davide: "Per favore, vuoi dividerci quest'asino?" Davide rispose: "Sì, volentieri!" Alla formica diede la testa e le disse: "Potrai rosicchiare questa testa per tutto il tempo che vorrai". All'aquila diede le viscere e le disse: "Queste le potrai trasportare persino sulle cime dei monti, dove sono i tuoi cucciolotti". Al cane diede le zampe dicendogli: "Con queste ossa starai bene per diversi giorni". Al leone diede tutto il corpo, giustificando tale scelta col fatto che era il più robusto e perché la preda era tutto sommata sua, avendola azzannata lui.

Gli animali furono abbastanza soddisfatti della divisione delle parti e per ringraziarlo dissero a Davide di volergli fare un regalo.

La formica gli donò una zampa e gli disse: "Con questa potrai diventare una formica ogni volta che lo vorrai". L'aquila gli donò una penna delle sue ali e gli disse: "Con questa, invece, potrai diventare un'aquila ogni volta che lo desidererai". Il leone gli regalò una setola del suo baffo e gli disse che sarebbe diventato un leone quando ne avrebbe sentito la necessità. Infine il cane gli donò un pelo della sua coda, con il quale sarebbe diventato il cane più veloce del mondo.

Uscito dal bosco, Davide incontrò nuovamente quel dannato gruppo di ladri, che nel frattempo erano diventati il doppio. Il giovane cavaliere, tuttavia, servendosi dei mezzi magici donatigli dagli amici animali, si trasformò, secondo la necessità, ora in formica, ora in leone, in cane ed in aquila, e potè così uccidere tutti i ladroni, tranne Gaetano, il loro capo. Davide, usando tutta la sua astuzia, fece finta di scappare nel bosco e Gaetano ingenuamente lo seguì. Appena il brigante penetrò nel pieno della foresta, Davide gli piombò addosso e dopo un lungo duello gli conficcò la spada nel cuore.

Gaetano aveva una figlia di nome Anna, che teneva rinchiusa nel sotterraneo di un castello, situato ai margini della foresta. Cammina e cammina, incontrò per la seconda volta i quattro amici animali, che gli indicarono il sentiero per raggiungere il castello, dov'era imprigionata Anna. Giunto nel sotterraneo, liberò Anna e tra i due nacque un amore intensissimo. Misero i tesori accumulati dai briganti in un sacco e andarono a sposarsi nella chiesa più vicina.

Subito dopo ritornarono nella casa di Arturo ed Elena, i genitori che ormai si erano rassegnati alla perdita del figlio. Immaginate la gioia dei due poveri pastori, quasi non credevano ai loro occhi!

Diventati ormai tutti ricchi, vissero felici per il resto dei loro anni.

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