farfalla

RE PORTOGALLO

C'erano una volta un Re e una Regina che avevano un solo figlio. Un giorno mentre il Principino giocava a pallone, passò una vecchietta che portava un «urzulu» di vino e il pallone andò a finire sull'urzulu di vino che si ruppe. La vecchietta arrabbiata gli gridò: - A diciotto anni tu impazzirai per la figlia del Re Portogallo!

Infatti a diciotto anni il Principe disse al padre che voleva partire per cercare la figlia del Re Portogallo. Partì. Nel folto di un bosco vide una casetta. Bussò. Una voce dall'interno disse: - Se sei anima e creatura come me "trasi" se sei demonio "spundi".

- Sono anima e creatura come te e "trasu" - disse il ragazzo.

- Come sei bello - disse il vecchio - qui ci sono i lupi, dove vai?

- Cerco la figlia di Re Portogallo!

Ti aiuterò io. Vedi quel castello là in fondo? Nel suo giardino crescono molti alberi di arance. Cogline tre e scappa via senza voltarti e aprile vicine ad un pozzo. Non girarti altrimenti verrai trasformato in un pezzo di marmo. Il ragazzo fece proprio come disse il vecchio. Sentì voci supplichevoli che lo chiamavano ma non si voltò. Arrivato vicino ad un pozzo sbucciò un'arancia. Ne uscì una bellissima fanciulla che gli disse:

Piu, piu, piu, tamme acqua ca oiu biu!

Ci nu me tai l'acqua me n'de vau allu giardinu miu!

Il principe cercò un secchio, ma la fanciulla sparì.

Arrivò ad un secondo pozzo e lì c'era anche il secchio. Aprì la seconda arancia e ne uscì un'altra bellissima fanciulla che gli disse:

Piu, piu, piu, tamme acqua ca oiu biu!

Ci nu me tai l'acqua me n'de vau allu giardinu miu!

Il Principe buttò il secchio nel pozzo per prendere l'acqua, ma la fanciulla sparì. Arrivò ad un terzo pozzo, trovò un secchio, lo riempì d'acqua e poi sbucciò l'arancia. Ecco uscire dall'arancia una fanciulla ancor più bella delle altre che disse:

- Piu, piu, piu, tamme acqua ca oiu biu!

  Ci nu me tai l'acqua me n'de vau allu giardinu miu!

Il Principe le dette subito da bere e la fanciulla restò vicino a lui e accettò di seguirlo al suo castello e di sposarlo.

Poiché la fanciulla non aveva vestiti, il principe l'avvolse nel suo mantello e la pregò di aspettarlo vicino al pozzo mentre lui andava a prendere vestiti e carrozze per lei. Arancina lo pregò di far presto e lo pregò ancora di non farsi baciare da sua madre, altrimenti si sarebbe dimenticato di lei.

Il Principe promise tutto. Ma la madre, felice di rivedere il figliolo, voleva abbracciarlo. Il Principe invece la evitava. Ma mentre si riposava un poco, la madre nascostamente lo baciò e il Principe si dimenticò di Arancina che lo aspettava vicino al pozzo. Arancina sentì che qualcuno si avvicinava al pozzo e si spaventò; si arrampicò sull'albero che ombreggiava il pozzo, l'acqua del pozzo rifletteva la sua immagine. Vide avvicinarsi una serva del castello che veniva al pozzo a prendere l'acqua. Quando la serva si chinò sul pozzo, vi vide riflessa una bellissima ragazza e credette di essere lei così bella e disse: - La patruna me manda all'acqua e iò su tantu beddha, iò rumpo quartare e quartareddhe!

Fece così per due giorni. Al terzo Arancina scoppiò a ridere e la serva la vide. La serva salì sull'albero con la scusa di pettinarla, e quando seppe che il Principe doveva venirla a prendere per sposarla, invidiosa, le ficcò nella testa uno spillo fatato che la trasformò in farfalla. La serva si nascose nel mantello del Principe e si mise ad aspettarlo. Dopo molti giorni il Principe si ricordò di Arancina e corse a prenderla con vestiti e carrozze. Arrivato la trovò molto brutta e disse: - Come mai ti ho lasciata così bella e ti trovo così brutta?

- Tu mi hai lasciata al sole e alla pioggia e così mi sono fatta brutta!

Il Principe la prese e la portò a palazzo.

Il giorno delle nozze, mentre tutti erano al ricevimento, una farfalla entrò nella cucina dicendo: - Cuoco, cuoco, della buona cucina, che fa il Re con la sua serva Regina?

Il cuoco avvisò il Re che dette ordine che la farfalla venisse presa e portata da lui. La presero e la portarono al Re.

Mentre il Re accarezzava quella bellissima farfalla, vide che dalla sua testolina usciva uno spillo; glielo tolse delicatamente e... si ritrovò dinanzi la sua bellissima Arancina che gli raccontò tutto.

Il re condannò la serva malvagia a morire bruciata in una botte e da allora vissero felici e contenti " e nui rimasime senza tienti".

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