SERPE1

La serpicina fatata

Una signora decaduta pregò assai Gesù Cristo per avere una figlia. Un giorno, passeggiando per il bosco, vide una serpe con tanti serpentini appresso, e pensò, sospirando, che la serpe aveva i figli, e lei no. In quel momento pregò più del solito la Madonna, perché le facesse partorire almeno una serpe. Ebbe invece una bella bambina con una serpicina attorcigliata al collo. La donna rimase assai stupita, quando vide che la serpicina fuggiva dalla culla, e andava in giardino.

Una mattina, quando la bimba s'era fatta grandicella, la serpe si trasformò in una vaga fanciulla, che le prodigava ninnoli e carezze, e le dava tanti giocattoli, tanti baci, ed oltre a baciarla, spesso l'istruiva.

La bambina divenne sempre più grande, e cresceva tanto bella che molti ambivano di sposarla. Ella però scelse un generale assai ricco, che l'amava perdutamente. La "serpicina fatata" si raccomandò alla protetta di non partire senza andarla a salutare. Il giorno delle nozze la sposa tra gli abbracci e i pianti dimenticò di salutare la serpicina.

Condotta nella nuova dimora, ebbe a soffrire l'invidia di due cognate, che la vedevano di malocchio, perché aveva rubato il cuore del fratello. Di questa gelosia non soffrì, fin che il marito rimase in casa. Ma quando una guerra lo chiamò lontano, l'odio e la gelosia delle cognate si scatenarono più violenti contro l'infelice. Un giorno al cocchiere promisero una grande somma, se avesse ucciso la cognata, e avesse portato loro il sangue e gli occhi. Il povero uomo dapprima rifiutò, ma quando lo minacciarono d'ammazzarlo, dovette promettere d'eseguire quanto volevano.

Una bella mattina la giovane andava a spasso in carrozza; e quando fu lontana, il cocchiere con le lacrime agli occhi le svelò ogni cosa. Ella lo guardò stupita, e scorgendo poco lontano un agnellino che brucava placidamente l'erba, gli suggerì d'uccidere quell'animale per conservare il sangue; ma... gli occhi? Il cocchiere pensò a lungo, ma non poté fare a meno di strapparglieli. Allora la mise su di un albero e scappò via per non vederla più. La poverina piangeva disperata, e nel pianto invocava la serpicina:

"Sorella mia, sorella mia,

guardami come sono ridotta!"

Comparve la serpe, e quando seppe ogni cosa, raccolse un pugno d'erba e, con la velocità del vento, si portò sotto le finestre delle cognate, gridando:

"Chi vuol erba, atta a cambiar occhi,

ché la brutta diventa bella?"

"Chiamiamola, chiamiamola" disse una sorella, "con gli occhi di quella possiamo diventar più belle per ingannare il marito". Così la serpe prese gli occhi e li portò alla compagna.

Frattanto la guerra era finita, e il generale ritornò a casa. Delle sorelle una si mise a letto e chiuse la finestra, dicendo al fratello che il medico aveva proibito d'aprirle, essendo la moglie ammalata d'occhi. Ma il generale spalancò le imposte, e volle spiegazione. "Oh fratello mio, abbiamo da darti una triste notizia! Tua moglie si sgravò, e per i forti dolori perì col bimbo". Il generale soffrì intensamente.

Da quel giorno vide che davanti a casa sua si eresse un magnifico palazzo abitato da una simpatica fanciulla; questo gli fece dimenticare il primo amore, fino al punto che mandò molti doni alla misteriosa abitatrice, perché corrispondesse all'affetto suo. Ma ella respinse ogni cosa.

Il generale si disperò, ed un giorno decise di presentarsi di persona. Quando si riconobbero, si baciarono ed abbracciarono; quindi vissero felici e contenti, ed ebbero moltissimi figli. Le due sorelle morirono in due caldaie d'olio bollente.

Bianco, bianco, nero, nero,

 Non sappiamo se è vero.

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