STACCIO

La fata benefica

 

C'era una volta una famiglia povera, ed il padre sapendo che c'era una fata, la quale beneficava chi la visitasse, decise di andare in cerca di lei per essere aiutato.

Ella gli disse: "Prendi questo staccio, e da esso avrai quante monete d'oro vorrai".

Egli tornò a casa, e disse alla moglie: "Ecco che cosa mi ha dato la fata; da questo staccio faremo uscire tante monete d'oro. Proviamo". Quindi disse: "Staccio, mio staccio, fa uscire le monete d'oro".

Subito lo staccio si empì di monete, ed essi divennero ricchi. Saputolo il padrone di casa, disse fra sé: "come debbo fare per rubare quello staccio?" Dopo aver pensato lungamente, un giorno si mise dietro alla porta dei due fortunati per spiare dal buco della serratura. Vide che lo staccio era appeso al muro della saletta d'ingresso, e fintosi povero, andò a bussare alla porta.

Quando gli aprirono, gli domandarono: "Che volete?" Rispose: "Sono un povero viandante, e non ho dove dormire; compiacetevi di accogliermi per questa notte, ché fa tanto freddo". Essi mossi a pietà lo accolsero.

La notte il finto povero si prese lo staccio e se ne scappò. La mattina dopo i padroni si accorsero della sua sparizione, e se ne addolorarono. Ma il marito si ricordò della fata, e volle tornar da lei, che gli disse: "Ecco questo tovagliuolo che ti darà ciò che vuoi". Anche questa volta il padrone di casa sapendo che la causa della fortuna del suo inquilino era il tovagliuolo, trovò il modo di rubarglielo. Lo stupido tornò dalla fata, e le raccontò ogni cosa. Allora la fata disse: "Prendi questa bacchetta magica, e dà in testa a chi ti ha rubato".

Allorché il padrone tornò, camuffato in altro modo, a chiedere ospitalità per rapirgli la bacchetta, l'altro le ordinò di percuoterlo in testa. Il finto povero fu conciato per le feste, e mentre cadeva a terra sanguinante, gridò: "Basta, basta, riprendi tutto, ma lasciami in vita!" Così fu costretto a restituire il mal tolto.