TESORO

La sporta d'oro

C'era una volta un marito ed una moglie, che avevano tre figli. Quando il padre era per morire, il maggiore gli disse: "Babbo, che mi lasci?" Il padre rispose: "Prenditi l'albero di carrube".

Il mezzano gli rivolse la stessa domanda, ed il padre gli promise l'albero di albicocche. Il piccolo domandò che cosa gli sarebbe toccata, ed il vecchio disse che gli lasciava un albero di fioroni. Il padre col tempo guarì.

Il maggiore andò in campagna a cogliere le carrube e le portò a vendere al paese. Incontrò un vecchio, il quale gli domandò che portasse. "Sterco di formiche" rispose il villano "E sterco di formiche troverai" rispose il vecchio.

Il giovane si diè a gridare: "Chi vuole carrube?" Lo chiamò il re, il quale, come tolse il panno, che copriva il cesto, vide dello sterco e credendosi burlato, mise in carcere quell'insolente.

Quando il mezzano andò a cogliere le albicocche, le portò anch'egli a vendere. S'imbatté col medesimo vecchio che gli rivolse la stessa domanda, fatta al fratello. Egli rispose subito: "Sterco di asino". "E sterco d'asino troverai" soggiunse il vecchio.

Il ragazzo se ne andò al paese, ed anch'egli fu chiamato dal re il quale, allorché tolse il coperchio dal cesto, e vide lo sterco d'asino, condannò al carcere il maleducato.

Il fratello piccolo andò a cogliere i fioroni, e li portò a vendere. Incontrò il medesimo vecchio, il quale gli rivolse la domanda fatta agli altri due. Il giovinetto rispose: "Quante cose vuol sapere il mondo! Porto fioroni" Allora il vecchio gli disse: "Prendine uno, e mangiamolo metà per ciascuno". Il ragazzo si mostrò generoso, e uno dopo l'altro mangiarono tutti i fioroni che c'erano nella sporta.

"Ed i peduncoli li hai gettati?" domandò il vecchio. "Si" rispose l'altro. "Non li buttare, raccoglili, e mettili nella sporta". Il ragazzo ubbidì, e se ne andò a casa.

Lungo la strada la sporta diveniva sempre più pesante, e quando il giovinetto arrivò a casa, scoperchiò la sporta e la trovò piena di fioroni d'oro e d'argento. Allora egli pensò: "Voglio portarli al re". E così fece. Il re si prese la frutta e riempì la sporta di monete d'oro. "Non voglio oro, mi basta che escano dalla galera i miei fratelli". Il sovrano liberò i due giovani, e lasciò l'oro al ragazzo. I tre fratelli presero la via del ritorno. Ad un punto il maggiore disse al mezzano: "Vogliamo uccidere il piccolo, così c'impadroniamo della sporta piena d'oro?" Il mezzano dopo aver esitato finì coll'accettare la proposta.

Giunti vicino ad una piscina dissero una bugia per far accostare il fratello; ma improvvisamente l'afferrarono, e lo buttarono giù. Si presero la sporta, e se ne andarono.

Passarono gli anni, ed il cadavere cominciò a disfarsi.

Un giorno un pastore doveva abbeverare le pecore, ed attinse l'acqua dalla piscina. Come tirò la secchia, vide l'osso della gamba. "Ma guarda!" disse fra sé; "di qui voglio ricavare un fischietto". Lo fece e si mise a suonare. E quello strano fischietto diceva:

Pastore mio, pastore mio,

Lasciami stare, lasciami in terra.

Per la cesta dell'oro,

Mio fratello è stato il traditore.

Quando il pastore tornò in paese, consegnò il fischietto al maresciallo dei carabinieri. Costui lo mise alla bocca per suonate, ed il fischietto ripeté il ritornello. Lo portò al giudice, che lo suonò, ed ebbe la stessa risposta.

Il giudice allora mandò a chiamare la famiglia del morto; si provò a suonare il padre, e sentì il ritornello; suonò la madre, ed ebbe lo stesso risultato; suonò il mezzano, e fu lo stesso, suonò il maggiore, e sentì dire:

Fratello mio, fratello mio,

Lasciami stare, lasciami in terra,

Per la sporta dell'oro

Tu sei stato il traditore

Così l'omicidio si scoprì, ed il colpevole fu arrestato e condannato alla forca.

La storia è finita; male a loro, e bene a noi.

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