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LA PRINCIPESSA IL SALE E IL RE 

Questa è la storia della principessina che voleva bene al padre per quanto il sale si sposa con la minestra.

Il Re un giorno, per sapere il bene che gli volevano le sue tre figlie, si mise a fare la solita domanda di tutti i padri. – Quanto bene vouoi, a papà?

La prima gli aveva comunicato che l'amore per Pa' Re era tanto grande... "Per quanti pesci ci sono al mare, in tutto il mare del mondo!", la seconda a gara con l'altra: "per quanta arena sta a mare!"

- E tu dolce figliola? - chiese il Re alla terza figlia.

- Io, Papà Re, ti voglio bene per quanto odora il sale nella minestra.

"Oooooh, vigliacca traditrice!", andava urlando contro sua figlia: "Oooooh, vigliacca traditrice, tu non mi sei figlia, tu non m'ami", e poi a se stesso: "... m'ama, non m'ama".

Bolliva il re, come bolliva il re per l'ira!

Chiamò quindi i servi e: "Toglietemela dagli occhi e dal cuore. Dite al mondo che due ne ho di figlie. Via da questa dimora timorata. Fate di lei quel che volete e fate di me un padre con due sole figlie..." andava urlando ai servi il re. Andava.

I servi, come in tutte le storie in cui i servi servono i voleri del re, servirono il re allontanando la figlia e, abbandonandola al suo destino in un bosco, spogliata delle vesti regali.

Nuda, o quasi; infreddolita, o giú di lí; delusa, certamente, la fanciulla andava raminga e affamata.

Qualche giorno dopo, durante una battuta di caccia, proprio in quel bosco guardacaso, un bel principe, figlio di un Re di lì vicino, insieme con il suo seguito, la trovò impaurita, come un coniglio sorpreso.

- Vieni con noi! - Disse il giovane principe e bello.

- Lasciatemi stare. Lasciatemi. Stare. - Disse la principessa.

- Giú! – Su. E giú e su, il principe convinse la disgraziata a seguirlo al castello del Re padre suo.

Al Castello. La regina madre s'intratteneva col nipote ragionando: "Fatta buona caccia?" - "Oh, non si capisce..." rispose il principe alla nonna. "E cosa avete preso? Un cinghiale?" - "Di piú, di piú!" - "Un capriolo?" - "Piú di lusso, piú di lusso" insisteva lui. "E cosa avete preso?", piú curiosa che mai la regina madre. Il principe, ben felice, scoprí le sue carte: "Regina madre, voglio farti vedere di che si tratta". Fece avanzare la ragazza e... meraviglia delle meraviglie... la regina madre e la madre regina, richiamata dalla discussione, restarono meravigliate. E, se non fossero state regine, si sarebbero messe le mani nei capelli.

- Ma come, dove l'avete trovata? - Chiesero in coro le regine.

- Eh, non vi dico e non vi conto... - E subito a dire i perché, i percome, i perdove e gli altri per.

Il principe s'accendeva tanto nel raccontare, da spingere le madri a dire:

- Bene. Resterà con noi!

- Sì Resterà con noi, la vestiremo degnamente e resterà con noi! - continuò il giovane futuro regnante.

Poi un giorno tra gli altri giorni, la regina s'accorse dell'innamoramento del figlio per la ragazza e questi, naturalmente, propose alla madre di fargliela sposare.

- Beh, non voglio negartelo. Visto che la ragazza ha sangue reale..., non posso negartela.

I preparativi per il matrimonio erano avviati. Il via era stato dato. Le solite trombe avevano annunciato l'evento. I messaggeri erano partiti e tornati dalla consegna degli inviti a tutti i reali vicini.

Giunse il dì del matrimonio e tra gli invitati chi c'era? C'era il Re padre della sposa. Era stata proprio la sposa a far invitare il Re suo padre, ma il Re suo padre non sapeva di essere stato invitato proprio dalla figlia al matrimonio della figlia. E come avrebbe potuto lontanamente sospettare che questa fosse ancora viva e che fosse la sposa.

Il banchetto era nel pieno. Tutto benissimo.

La già principessa, ora nuovamente principessa, aveva ordinato ai cuochi, e questi ai camerieri servi, di servire tutti normalmente, ma a quello lí che nessuno sapeva essere suo padre e che portava la corona da Re cosí e cosí e il vestito così e così, dovevano servire tutte le pietanze senza neanche l'ombra del sale. Ordine di principessa.

- Come vuole vostra maestà! - Avevano risposto cuochi e camerieri, naturalmente.

Così successe che, mentre gli altri invitati sbafavano felici e contenti di partecipare a questo banchetto di cibi squisiti, il Re dalla corona così e così e dal vestito così e così assaggiava il cibo insipido e tristemente lo metteva da parte.

La principessa, non riconosciuta dal padre, allora chiese: "Come mai, Maestà, non mangiate? Ehhh?"

- Dovete sapere che non mi sento molto bene, per questo non mangio. - Azzardò, arrangiando una scusa, il Re così così.

La festa andava avanti, i cibi avevano saziato ogni invitato e, come accade in queste feste da Re, dopo il banchetto ognuno veniva facendo brindisi sopra all'amore e alla felicità "e... brindisi faccio agli sposi".

Dopo i brindisi, come d'uso, ognuno prese a narrare la propria storia:

- Io sono Re...

- Io sono Regina...

- Io di qui...

- Io di là...

Ognuna delle storie di ognuno sembrava una storia irreale, ma ognuno, di ognuno, giurava fosse vera e, manco a dirla, reale.

- Ora vogliamo sentire la storia della principessa sposa. La vogliamo, la vogliamo. – Chiesero tutti in coro.

- E va bene. Vi voglio accontentare. - Attaccò la principessa - C'era una volta un Re che aveva tre figlie. Una gli voleva bene per quanti pesci ci fossero in mare, l'altra per quanta arena esistesse e la terza per quanto il sale si sposa con la minestra...

Il Re suo padre, mentre la principessa continuava la sua storia di principessa, cominciò a ricordare quanto in comune avesse quella storia con la sua.

- La prima figlia fu apprezzata moltissimo - continuava lei - la seconda ancora di più e la terza fu scacciata, consegnata ai servi perché la uccidessero e tiritera e tiritera colà e tiritera tera tera… - mentre il Re rifletteva a quanto insipida fosse stata la minestra che gli era stata servita in quel banchetto.

- Questa principessa - andava concludendo la principessa sposa - abbandonata e indifesa nel bosco, incontrò un principe che la chiese in sposa e con lui oggi, si avvia a vivere una vita principesca tra felicità e contentezza. Ecco: la principessa di quella storia sono io e tra di voi c'è mio padre Re.

Nel salone si sentì un coro di aaahhh ehhehh iiih iih ohoh uuuh.

Il Re padre, a sentire il fatto, non ebbe piú dubbi. Piangeva come un bambino. Poi abbracciò la figlia salutandola con rinnovato amore e continuò a piangere assai.

Era toccato proprio a lui, il compito di mettere, con la sua ultima lacrima, il punto fermo e la parola fine a questa storia che però - a ben pensarci - non ha avuto né avrà mai fine.

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