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Il re Faraone

C'era una volta un re Faraone, che viveva felice con la sua regina in un palazzo molto grande. Siccome scoppiò una guerra con il Re di un'altra nazione, il Re Faraone dovette lasciare la moglie, e correre a comandare quella guerra.

Sul campo di battaglia, la sera, dopo aver dato i suoi comandi per la battaglia del giorno dopo, tutti i generali si riunivano sotto la tenda del Re e, per passare il tempo, parlavano del più e del meno. Il Re, che era capo di tutti, parlavo del più e gli altri graduati parlavano più o meno del meno. Una sera, mentre stavano tutti sotto la tenda, si chiacchierava e come fu e, come non fu, capitò il discorso sulla regina. Al Re si fecero gli occhi tristi a pensare alla lontananza dal suo grande amore e parlava e parlava di quanto era bella della nostalgia che gli veniva dell'onestà della Regina che era virtuosa e che per nessun motivo al mondo l'avrebbe mai tradito.

Un giovanotto ufficiale ardito si vantò d'essere capace di conquistare qualsiasi donna e, con rispetto parlando, non avrebbe fatto eccezione la Regina. Una risata del Re e il silenzio di tutti i presenti furono l'inizio di quanto poi successe. Insomma senza portarla per le lunghe si scommise. Il giovane, con rispetto parlando, accettò la sfida e si decise che come prova del fatto il seduttore doveva portare l'anello che la regina aveva al dito.

Il Re Faraone, conoscendo la fedeltà della moglie, accettò la sfida e gli dette dieci giorni di licenza per dargli la possibilità di compiere l'impresa.

L'ufficiale partì ed arrivò alla capitale; si presentò ad una vecchia, e la mise al corrente del suo disegno, promettendole cento ducati, se l'avesse aiutato alla sua attuazione.

La vecchia sapendo che la Regina era buona e generosa, si recò da lei e le disse che alcuni creditori volevano sequestrare l'unica cassa di roba che aveva; e tanto la pregò di tenere per quella sera la sua cassa, che la Regina si commosse alla sua miseria, ed accettò di far portare la cassa nella sua camera.

La vecchia, lieta del primo successo, scese in fretta, fece nascondere nella cassa l'ufficiale, che poteva respirare e vedere attraverso un piccolo foro, e chiamati quattro facchini, ordinò loro di portarla sul palazzo reale.

Quando fu l'ora, la Regina si spogliò e andando a letto, poggiò sulla colonnetta l'anello che si tolse dal dito. L'ufficiale che spiava tutto, come s'accorse che ella si era addormentata, uscì pian piano dal nascondiglio e andò a rubare l'anello. Poi si rinchiuse nella cassa ed aspettò che si facesse giorno.

La mattina dopo la vecchia, come d'accordo, tornò dalla Regina e, ringraziatala del favore, si riprese la cassa col pretesto di averla venduta. Allorché la riportò nella sua abitazione fece uscire il giovane che le dette i cento ducati promessi.

Finita la licenza egli tornò al campo, e mostrò al Re l'anello che aveva regalato alla Regina il dì delle nozze e, per prova della verità, gli disse che aveva visto che ella aveva un neo alla spalla.

Il Re rimase sorpreso di tanta audacia e indignato contro la moglie, giurò di non volerla più per consorte. La poverina che accortasi della scomparsa dell'anello era disperata, fu cacciata dal palazzo reale e chiusa in una oscura prigione, senza saperne il motivo.

Passò del tempo e la vecchia, presa dal rimorso, inviò al sovrano una lettera anonima informandolo dell'inganno che aveva teso alla povera Regina. Il Re si vestì da capitano, e mandò un bando alla città, per ordinare che tutte le vecchie ed i facchini si presentassero da lui. Quando arrivò il giorno fissato fece mettere le prime da una parte, e gli altri dall'altra.

Domandò ad una ad una alle vecchie, se qualcuna di loro avesse fatto salire la propria cassa nel palazzo reale, e tutte dissero di non saper nulla; ma quando fu interrogata la colpevole, non poté fare a meno di confessare la sua colpa. Allora il Re licenziò le altre e trattenne quella.

Indi passò dove stavano i facchini, e dopo che alcuni di essi dichiararono di non aver trasportato mai casse sul palazzo reale, ci fu uno che ammise d'averlo fatto, e indicò gli altri tre compagni.

Il Re Faraone condannò alla decapitazione i quattro facchini, e fece morire bruciata in una botte di pece la infame vecchia.

Liberò la Regina di cui aveva conosciuta l'innocenza, e vissero felici e contenti.

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