L'orso

C’era una volta un mercante ricchissimo che aveva tre figli. Al più grande, un giorno gli venne il viriquizzo di andarsene da casa perché... "Papà, dammi la santa benedizione perché voglio vivere il mondo!".

Il padre capì e gli dette un bastimento. Preparativi saluti e... Prima di partire il guaglione consegnò al secondo fratello una pistola carica, dicendo: "Quando questa sparerà, io sarò morto!". E... partì.

Cammina e cammina maremare, una notte che il cielo e il mare erano incazzati a ciuccio e se la prendevano tra di loro appicciando una tempesta mai vista, la nave del giovane andò a finire in Francia. Qui capitò in una taverna e, leggendo il giornale, seppe che il Re Comemimetto voleva dare in sposa la principessa sua figlia a chi, in tre giorni, la trovava. Volle partecipare a tale concorso, girò di qua e di là uno due tre giorni  ma inutilmente. La punizione non si fece aspettare e... il quarto giorno fu ghigliottinato. La testa, come testimone del fallimento, gli fu staccata dal busto e esposta in una gabbia davanti al palazzo reale. La pistola in mano al fratello, come aveva detto, sparò.

Il secondo fratello, senza dire niente della pistola e dello sparo, chiese subito al padre la benedizione e se ne andò anche lui per mare. Anche a lui toccò la stessa fine. Il più piccolo, non vedendo tornare il fratello mediano, decise di mettersi alla ricerca e... benedizione nave partenza. Prima di partire però consegnò al padre uno spiedo e disse che quando quello si torceva era segno che egli era morto. La tempesta lo sbatté in Francia e, giunto al palazzo reale, vide le teste dei fratelli. "Come mai?" - disse fra sé. Poi lesse sul giornale l'avviso riguardante la figlia del Re e capì.

Si mangiava il cervello: cosa doveva fare? Una sera passeggiando, sempre con quei pensieri nella testa, incontrò una vecchia che gli chiese l'elemosina e gli disse: "Che cosa fai? Vai in cerca della figlia del Re? Non vedi quanta gente è morta per questa?". E... una parola tu una parola lui si trovarono a capire tutta la storia.

Fu allora che la vecchia, che era una strega, gli consigliò di farsi fare un orso con gli occhi di cristallo, che vedeva e non era visto, nel quale doveva nascondersi lui con una sorta di marchingegno che doveva  suonare. Un artigiano molto bravo fece quello che doveva fare e  pretese per l'orso 60 mila ducati. Quello glieli dette e portò l'orso alla vecchia strega. Dopo che la strega fece le sue stregonerie, l'orso era pronto. Il giovane allora si nascose dentro ed un amico, vestito da zingaro, lo portava nelle piazze e tutti, a sentire quella musica, si facevano prendere dalla frenesia di mettersi a ballare. Di piazza in piazza il compagno del giovane arrivò nella piazza che stava sotto il palazzo reale mentre i Sovrani erano affacciati al balcone. Tutto andò come previsto: l'orso piacque tanto alla Regina  che il Re lo volle in casa. Bastò una leggera scossa alla gamba che l'orso si mise a suonare facendo ballare  Re e Regina.

"Maestà, - disse il compare - volete vedere come mangia bene?" Il giovine di dentro aprì la bocca e mangiò veramente. Il Re volle tenere l'orso. Pagò 60 mila ducati per il fitto e, quando il finto zingaro se ne andò contando contando i ducati, l'orso stregato fu portato dove stava la figliuola con le damigelle che erano ben nascoste in un posto segretissimo.

Il giovane, da dentro la pelle dell'orso, dagli occhi di cristallo vide tutto e quando, ad un certo punto, furono in un salone notò che vi erano due porte, una finta e l'altra vera; da questa uscì la reginella e le dodici ancelle che tutte si somigliavano come gocce d'acqua.

L'orso piacque a tutte e il Re disse che dovevano tenerselo una sera per ciascuna. Quando venne la volta della Reginetta, appena questa fu a letto, il giovane uscì per andare a dormirle accanto. Ella vedendo che era uomo e non orso l'abbracciò e gli volle subito bene. la Reginetta si trovò tanto bene col giovane che si ficcò in testa di sposarlo ma non poteva farlo subito senza tradirsi. Allora gli dette questo segno:  una voglia a forma di fiore sulla spalla sinistra.

Dopo il terzo giorno il padrone, compare del giovane, andò a riprendersi l'orso e strada strada gli domandò: "Come andiamo?"

"Bene, bene!" rispose l'amico di dentro. Il mattino seguente andarono alla taverna dove lessero il solito avviso. Ridendo ridendo il giovane se ne andò al palazzo reale e, serio serio, disse al re che era capace di rintracciare la figlia. Facendo finta di cercare, lui avanti e le teste coronate con tutta la corte dietro, ridendo ridendo, rifecero il cammino che aveva fatto l'orso e, scoperto l'inganno delle due porte, quando furono tra le dame e damigelle, il giovane prese tempo godendo di quell'attesa. Adesso tutti i presenti cominciavano a pensare che quel giovane non era un fesso e infatti, quando all'astuto giovanotto gli fu chiesto di riconoscere la reginetta, quello andò sul sicuro e, tra le donne presenti, che tanto si somigliavano, notò e indicò quella che aveva il fiore sulla spalla sinistra.

Rabbia di Re e gioia dei giovani che si sposarono per andare a vivere felici e contenti con tutti i figli che arrivarono, molti, da questo matrimonio.

"Andai dietro a Sant'Antonio 
e trovai tre "tarì" 
uno falso, uno non falso 
con l'altro mi feci un paio di calze 
Grazie a Dio mi durano ancora".

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