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Una principessa capricciosa

C’era una volta una principessa molto bisbetica la quale ogni giorno aveva un capriccio. Ora pretendeva un oggetto raro, ora un altro; come le veniva un desiderio, così voleva che fosse soddisfatto. Tutti ne erano seccati: era  incorreggibile.

Un giorno la Regina  era proprio giuliva perché la figlia non aveva trovato a ridire su nessuna cosa e benedisse Iddio di quell'avvenimento credendo che era un segnale di cambiamento. Ma il segnale non era genuino. Difatti, quello stesso giorno, mentre la figlia stava andando a riposare le sue membra, stanche del lungo far niente, la governante le fece le sue congratulazioni perché non aveva fatto inquietare il Re e la Regina. Mai l'avesse fatto! La principessa ebbe un impeto di bizza e, per non venir meno all'abitudine, cominciò a gridare perché il letto non era bello e perché questo e perché quest'altro... insomma volle subitissimo un letto fatto così e così e... di ferro battuto.

Le mani nei capelli, la governante si pentì d'averla lodata e per non sentirla più chiamò i camerieri per far portare il letto così e così di ferro battuto: quello che la principessa desiderava. "Basta che la spicci"- pensò la poveretta. Subito la principessa si calmò con le urla ma non con l'occhio cattivo piantato addosso alla serva. La serva, occhi bassi ma attenti, seguì i suoi movimenti. Dapprima, la principessa, si coricò e, come una molla, di scatto si alzò. "Questo letto non è come lo voglio. Voglio subitissimo un letto che non deve fare questo brutto rumore. Il mio sonno ha bisogno del silenzio assoluto! E poi... e poi e poi voglio un letto di legno. Ho detto!". - disse l'infame. La governante con la santa pazienza andò a prendere l'altro letto; ma quando quella si sdraiò su di esso, disse che quello era duro e volle un letto di vetro.

I camerieri dovettero scendere a quell'ora tarda e girare per i diversi magazzini della città per trovare un letto simile. Non vi dico quanti sforzi dei camerieri e quanto lavoro di mastro vetraio, alla fine il letto di vetro fu portato alla reggia. La principessa, soddisfatta, digrignando i denti volle provare se era comodo e soffice. Ma quella mascella serrata sui denti digrignati non lasciavano intendere niente di buono. Per dispetto, invece di adagiarsi dolcemente sul delicato arredo, si tuffò sul letto. Cosa successe: il letto si ruppe e i mille frantumi le si conficcarono nelle sue carni. "Ahi, ahi ahi che dolori!" - piangeva principessa guardando il suo sangue blu che si spandeva sul pavimento.

Il dolore. Gli strilli. Accorsero il Re, la Regina, le dame di corte, e tutta la reggia fu messa sopra e sotto. Parrucconi e scienziati della chirurgia arrivarono da ogni luogo. Il lavoro fu lungo e faticoso. Alla fine i medici estrassero uno a uno tutti i vetri dalle carni della fanciulla, fra i più atroci dolori, e solo così essa imparò a non essere più capricciosa.

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