CIUCCIO CACATORNESI

La famiglia: numerosa. La miseria: assai. Una madre, nessun padre, cinque figlie femmine, un figlio maschio. Si giunse al punto che il mangiare scomparve definitivamente dallo stipone.

Lontana da ogni paese, questa unita ma sventurata famiglia aveva avuto proprio un brutto destino.

L'unica possibilità per sopravvivere era quella di tentare la fortuna. Chi avrebbe potuto? E come?

Leggendo negli sguardi muti delle donne di casa, l'unico maschio della famiglia capí che toccava a lui. E cosí, all'alba di un giorno difficile, in cerca di fortuna, il giovane chiese ed ebbe la benedizione dalla madre, quindi partí per affrontare monti mari vallate boschi scarpate fiumi e... e cammina e cammina, e di qua e di là, e pensa e pensa, il giovanotto si mangiava la testa per trovare la soluzione al problema suo e della sua famiglia.

Camminando camminando, pensando pensando, non vuoi che t’incontra un vecchio? Con la barba bianca, bassino e con gli occhietti vispi, parlando appena appena con l'indice sollevato.

- Questo che ti regalo pare un ciuccio - disse -, raglia e mangia paglia come un ciuccio, ma non è soltanto un ciuccio.

- Chissà cosa sarà? - domandò quasi a se stesso il giovane.

- Le vedi queste? Sono zampe! Ha orecchie, lunghe. Una coda di crine e sotto la coda...

- Il culo! - intervenne il buon ragazzo.

- Ecco! Bravo! Questo ciuccio può darti tante monete tutte le volte che pronuncerai: "Ciuccio cacatornesi."

Tutto contento e soddisfatto, il ragazzo si rimise in viaggio verso casa. Camminando camminando, fantasticando fantasticando, sopraggiunse la notte. Come poteva trovare la strada al buio? La fortuna gli venne in aiuto; poco distante, intravide un convento.

- Buoni frati, date ospitalità per questa notte a un povero giovane e a questo ciuccio cacatornesi?

- Come, come? - chiesero i frati. - Sí! Questo ciuccio mi farà ricco! Infatti se io dico: "Ciuccio, cacatornesi!" -, questo ecco... .

A queste parole istantaneamente il ciuccio sbrodò monete d'oro e d'argento. Si meravigliarono i frati. Si presero i soldoni i frati. Si prodigarono i frati con mille gentilezze nei riguardi del giovane e portarono il ciuccio nella stalla. Durante la notte, i fraticelli, mentre quello dormiva, ritornarono nella stalla e sostituirono il ciuccio fatato con uno di uguali fattezze ma senza potere di culo. Quando, al mattino, il buon ragazzo riprese la sua strada, i fraticelli si fregarono ben bene le mani, prima di giungerle.

Camminando camminando, fantasticando fantasticando, il giovane giunse finalmente a casa. Non ci fu molta festa a vederselo arrivare cosí com'era partito, ma ci furono ansia e sorpresa quando il giovane, con aria di saputo, chiese un lenzuolo bianco e pulito per dar luogo a un grande avvenimento.

Un bianco lenzuolo fu approntato (unico e ultimo) e spinto al centro di esso il ciuccio...

- Ciuccio, cacatornesi! - ordinò il ragazzo.

Ma, quello, nemmeno un raglio: come se non era a lui.

- Ciuccio, cacatornesi! Ciuccio, cacatornesi ho detto! - Ma di tornesi nemmeno l'odore.

L'odore e il resto si ebbero subito dopo che il ragazzo, spazientito, cominciò a scaricare calci e bastonate.

Infatti, per la paura, il ciuccio prese ad andare di corpo inondando il lenzuolo e spruzzando i presenti con roba che con l'oro e con l'argento avevano proprio poco a che fare.

Nemmeno il tempo di rendersi conto e il giovane, riarmatosi della sua bontà, si ritrovò per strada solo e di nuovo con la speranza di cercare rimedio ai guai suoi e della sua sventurata famiglia.

Camminando camminando, pensando pensando, non vuoi che t'incontra un vecchio? E non vuoi che è lo stesso vecchio di prima? Stessa barba, stessi occhietti, stesso indice, e un sorrisetto in piú.

- Ti darò la tovaglia di comando questa volta, - disse - ma attenzione, dovrai dire le parole "Tovaglia ti comando", dopo averla stesa sopra un tavolo da cucina. E potrai ordinare tutto quello che desideri!

Camminando camminando, fantasticando fantasticando, giunse la notte mentre egli giungeva nei pressi di un altro convento.

- Buoni frati, date ospitalità per questa notte a un povero ragazzo che deve fare molta strada ancora prima di giungere a casa per portare da mangiare alla sua famiglia che soffrirà la fame finché non arriverò io con questa tovaglia, che se la metto sul tavolo e dico: "Tovaglia ti comando pane, agnello arrosto, pesce, fritto di pesce, dolce, maccheroni...".

E mentre il buongiovane enumerava pietanze, lí sulla tovaglia, si concretizzava il Bendiddio.

Si meravigliarono i fraticelli e, tra una meraviglia e l'altra, s'ingozzarono. Poi dettero alloggio al giovane, cosí come si conviene a tutti i frati di tutti i conventi di tutti i paesi, e andarono tutti a dormire.

Durante la notte i fraticelli, mentre quello dormiva, sostituirono quella tovaglia con una tovaglia uguale ma senza potere di gola.

Quando, al mattino, il buon ragazzo buono riprese la sua strada, i fraticelli, sorridendo, si fregarono le mani giunte.

Camminando camminando, fischiettando fischiettando, fantasticando fantasticando, giunse finalmente a casa.

Il ricordo del precedente e deludente ritorno non era ancora svanito, ma il giovane seppe riaccendere la speranza negli occhi e nella pancia dei suoi, annunziando i pregi della tovaglia di comando. E quando il giovane preparò la tavola con la tovaglia, nessuno in famiglia riusciva a nascondere il proprio desiderio e la propria acquolina.

- Tovaglia ti comando maccheroni, pesce fritto, mortadella...

- Tovaglia ti comando! Tovaglia ti comando, ho detto! E giù, spazientito, botte e strappi alla tovaglia.

Ricamminando ricamminando, ripensando ripensando, il giovane si ritrovò a riprendere la sua emigrazione.

Strade valli salite discese valli... il vecchio gli occhi la barba l'indice il sorriso.

- Ti do questo bastone di comando - disse -, ma sta' attento; dovrai dire: "Bastone di comando, testa per testa, tosto, batti testa ad ogni costo, che non sia la mia testa!" Ritorna con esso nei conventi dove sei stato e puntini puntini.

Camminando camminando, capendo capendo, pregustando pregustando, giunse al primo convento.

- Ridatemi il ciuccio. No? Bastone di comando, testa per testa, tosto, batti testa ad ogni costo, che non sia la mia testa!

E appena pronunciate le parole, dinghete e danghete, botte e strabotte, cominciò a scorrere sangue finché i fraticelli non accondiscesero alla richiesta fatta.

Col ciuccio ed il bastone, giunse al secondo convento.

- Ridatemi la tovaglia di comando! No? Bastone di comando, testa per testa, 'sto, 'sta,

'sto, 'sta!

E dinghete e danghete, botte e strabotte finché i fraticelli non si calarono.

Col ciuccio, la tovaglia ed il bastone, il giovane, solo due volte buono, tornò finalmente a casa.

Vi lasciamo immaginare l'iniziale diffidenza, la successiva sorpresa e la finale felicità di vedere realizzati tutti, ma proprio tutti, i desideri di una madre, cinque figlie femmine e un maschio: una famiglia ricolma di tanta fortuna quanta era stata la sfortuna all'inizio di questa storia, ma storia non è piú, guai a loro e ridi tu!

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