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Tre fratelli sposano le tre figlie dell'orco 

C’era una volta un padre, una madre e tre figli; essi avevano una masseria con un gran numero di pecore, a pascere le quali il padre mandò i tre figli che dovevano pascolarle di giorno e guardarle di notte, a turno. Il primo giorno toccò al maggiore, il quale durante la notte, mentre era intento al gregge, vide ad un tratto una trave infuocata che attraversò il cielo. N'ebbe paura, ma non disse nulla ai fratelli prevedendo che essi spaventati di tale novità, non volessero montare la guardia come era stabilito.

Il secondo giorno toccò al mezzano di condurre le pecore al pascolo, ed anch'egli vide durante la notte la trave di fuoco; però non volle dir nulla al più piccolo per la stessa ragione.

Il terzo fratello mentre di notte vegliava, vide passare la trave infuocata; ma invece di fuggire, la seguì con l'occhio, e vide che essa si sprofondava in un pozzo senz'acqua.

Allora ritornato alla masseria disse ai fratelli ciò che aveva visto, e presa una lunga corda e una campana li pregò di seguirlo. Arrivato vicino al pozzo, disse loro che voleva scendervi, e l'avvertì che se suonava la campana con un tocco solo, dovevano smettere di rallentare la corda; se suonava due volte, dovevano rallentarla di più; se suonava tre volte, dovevano tirare su la corda; poi dopo tre giorni dovevano tornare al pozzo.

Il giovinetto che si chiamava Francesco, si legò la corda alla cinta, e si fece calare nel pozzo. Ad un tratto i due fratelli rimasti su sentirono un tocco di campana; perciò lasciarono la corda e se ne andarono. L'altro camminando nel pozzo trovò una porta, per la quale si entrava in un bel giardino.

Appena ebbe oltrepassata la porta, vide un'aquila, la quale gli domandò dove andasse; egli rispose: "Vado in cerca di fortuna". Allora l'aquila si staccò una penna, e gliela diede dicendo che poteva cercarle ciò che voleva. Poi lo avvisò che camminando doveva trovare un palazzo di argento, in cui abitava la figlia maggiore dell'orco.

Arrivato al palazzo il giovane bussò al portone, e la figlia dell'orco, giovane di rara bellezza, venne ad aprirgli; gli domandò chi fosse e come si trovasse in quel luogo pericoloso, perché bastava che lo sapesse l'orco per ucciderlo. Egli disse di essere un cristiano, e supplicò la giovane di volerlo aiutare; ella gli diede una catena e un anello d'argento, e lo mandò da sua sorella più piccola, che abitava poco distante di lì, in un palazzo di oro.

Francesco vi si recò, e fu colpito dal forte luccichio dell'oro; dopo molto si avvicinò e bussò al portone. Venne ad aprirgli una giovane più bella della prima, la quale gli disse ciò che aveva detto l'altra, ma Francesco la pregò di volerlo salvare; allora questa gli diede una catena ed un anello d'oro, e lo mandò da sua sorella minore, che abitava in un palazzo di brillanti.

Giuntovi, da principio non poté avvicinarsi per il grande splendore, ma dopo con grandissimo sforzo bussò e andò ad aprirgli una donna di vaga bellezza, la quale gli disse che voleva essere liberata con le altre due sorelle da quel luogo; gli diede una catena ed un anello ricco di brillanti, e gli disse che se voleva liberarla, doveva uccidere l'orco suo padre, che si trovava a poca distanza di lì, aggiunse che per ucciderlo doveva attraversare una porta che batteva sempre, e poi doveva entrare nel cavo d'un albero che si trovava lì vicino, e doveva esser preso da un serpente, il quale lo avrebbe portato intorno a sé tre volte; con l'aiuto di questo poteva uccidere l'orco mentre stava in compagnia dell'orca.

Francesco acconsentì, attraversò la porta, entrò nel cavo dell'albero, fu portato tre volte intorno dal serpente, vide l'orco che dormiva in grembo all'orca, e afferrata la spada gli recise la testa. Allora l'orca gli disse che voleva morire in quel luogo e gli raccomandò di liberare le figlie. Ritornato al palazzo della più piccola il giovane prese ingente quantità di brillanti ed insieme andarono al palazzo dell'altra sorella, ove s'impadronì di altra quantità d'oro; andarono dall'ultima sorella e si fornirono di grande copia d'argento; dopo si avviarono tutti e quattro verso l'uscita del palazzo.

Intanto erano passati i tre giorni stabiliti, ed i fratelli lo attendevano; egli legò la prima figlia dell'orco alla corda, e quando suonò tre colpi di campana, i fratelli tirarono la corda; con grande meraviglia videro salire quella vaga giovane; poi udirono due colpi di campana, e calata di nuovo la corda tirarono su, con più grande meraviglia, l'altra sorella più bella della prima; al suono del terzo segnale tirarono la corda a cui era legata la sorella piccola; il maggiore dei fratelli innamoratosi della sua bellezza disse di volerla sposare, e temendo che Francesco la volesse per sé, si accordò con l'altro di spezzare la corda al momento di tirarlo fuori per farlo morire.

Questi, dal fondo del pozzo sospettando ciò che i fratelli avrebbero fatto, legò alla corda un sasso e nascostosi in un angolo aspettò; appena il sasso fu a metà del pozzo, cadde con grande rumore; egli capì qual era stata l'intenzione dei traditori, e non sapendo come uscire, si mise a piangere. Poi si ricordò della penna di aquila e le ordinò che lo facesse trovare sull'orlo del pozzo.

In un istante fu all'aperto, e avendo comandato alla penna di condurlo subito al suo paese, in un attimo vi arrivò.

Intanto i due fratelli volevano sposare, ma le figlie dell'orco rimandarono le nozze a quando fosse stata consegnata alla prima una catena ed un anello d'argento, alla seconda una catena e un anello d'oro, e alla terza una catena e un anello con diamanti. I due giovani si misero in giro per procurare i doni richiesti dalle spose.

Intanto Francesco saputo ciò, coll'aiuto della penna, mandò per mezzo d'un vecchio le tre catene e i tre anelli alle figlie dell'orco, le quali avendo riconosciuto le catene e gli anelli che avevano dato al loro salvatore, supposero ch'egli fosse ancora in vita, perciò dissero agli sposi che ciascuna di esse sarebbe andata a nozze con quel cavaliere che avesse infilato con la sua lancia l'anello di lei.

Francesco, avutone notizia, s'avanzò a cavallo con la lancia dove era appeso l'anello che bisognava infilare, e chiese alla penna d'infilare gli anelli ad uno ad uno. Compiuta l'impresa, salì nel palazzo per sposare la fanciulla adorata, e come la vide, l'abbracciò. Indi perdonò ai fratelli il male che gli avevano fatto, e concesse loro di sposare le altre due figlie dell'orco.

 

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