La principessa ed il pecoraio

C'era una volta un re e una regina che avevano un'unica figliuola bella come il sole: il loro più grande bene. Molti i principi che avrebbero voluta sposarla e che la richiedevano, ma lei elegantemente li rifiutava tutti. Il padre-Re, un giorno, le domandò la ragione di tali rifiuti ed ella rispose: "Domandai un giorno la mia sorte ad una zingara, che da parecchio tempo è morta, e descrisse il mio sposo con queste testuali parole: "Sangue di re, uomo come me, scegli fra tre, indovina chi è!".

Il Re rifletté su queste parole e concluse: "Mia figlia dovrà sposare un uomo di sangue reale, ma di povera condizione, e con due fratelli". Quindi mandò il bando dicendo che tutti quelli che avevano tre figliuoli dovevano recarsi da lui. Molti si presentarono ed il sovrano, con aria indifferente, domandava loro come stessero i figliuoli; poi diceva di volerli vedere e li presentava alla principessa, la quale faceva loro alcune domande.

Tutte le sere la principessa riferiva al padre dei vari incontri e, immancabilmente, ogni volta confermava le stesse cose: "E' venuto un tale, con un magnifico vestito. Non male ma... si voltava da tutte le parti per farsi ammirare meglio: non può essere sangue di re; un altro, entrando ha detto che aveva mille marenghi: non può essere sangue di re; un terzo ha detto male di quelli che l'hanno preceduto: non può essere sangue di re!" e tutti "... non può essere sangue di re!"

Il re l'ascoltava  e, malinconicamente, pensava che la figliuola aveva ragione. Molti bei giovani, ben vestiti e profumati, si presentavano alla principessa, ma ella, dopo averli ascoltati attentamente, con bel garbo li congedava: "...non possono essere sangue di re!".

Intanto il tempo passava ed ella non trovava pretendenti con le profetizzate caratteristiche .

Bisogna sapere che in una piccola città viveva un uomo che aveva avuto dal primo matrimonio un bambino e che poi, alla morte della moglie, aveva sposato un'altra donna che gli aveva dato altri due figli. 

La seconda moglie mal vedeva il figliastro e l'aveva messo a guardar le pecore. Gli altri due non erano certo trattati da signori, perché il padre non era ricco, ma, facendo un confronto con la vita del fratello, vivevano agiatamente.

Il padre, quando seppe il bando del re, chiamò i due figli, e disse: "Il re vuol parlare con tutti gli uomini che hanno tre figli e mi pare che faccia questo per scegliere il marito alla principessa. Io voglio tentare la fortuna, ma insieme con voi debbo condurre anche vostro fratello."

Quasi si offesero i due perché era una vergogna accompagnarsi al guardiano delle pecore. "Andare con il pecoraio?" - esclamarono all'unisono.

Tuttavia, calcolando ben bene le probabilità di riuscita, per tentare la sorte, accettarono. Si misero in cammino e dopo tre giorni e tre notti arrivarono al castello.

Il Re fece chiamare il padre e gli domandò quanti figli avesse. "Tre, Maestà, ma uno non è buono a nulla e lo mando a guardar le pecore. Il pecoraio è figlio alla mia prima moglie che era una straniera ed io non ho mai avuto notizia della sua famiglia, perché non me lo volle mai dire". 

Il re ordinò che i giovani fossero presentati alla principessa. Il primo, in abito di gala, salutò la principessa con un bell'inchino. Dopo alcune domande ella gli rivolse questa: "Che cosa faresti se diventassi re?" Il giovane, non preparato, diede un'occhiata in giro e, sentendosi già re,  disse: "Ucciderò tutti i miei nemici e il mio nome sarà simbolo di terrore, per cui sarò il re più ricco del mondo". La principessa l'interruppe e precisò: "Se fossi re! ... ma.." e, dopo aver garbatamente concluso, "Allora saresti chiamato il re sanguinario", tra sé commentò: "Non può essere sangue di re!".

Poi fu interrogato il secondo che, dentro il suo vestito nuovo, alle domande della principessa rispondeva con molta sicurezza. Finalmente ella domandò: "Che cosa faresti se tu diventassi re?" "Io, se diventassi re, vorrei far del bene a tutti i miei nemici e tutti dovrebbero diventar ricchi, anche il mio calzolaio, il sarto, il fornaio, sicché tutti i miei sudditi sarebbero dei signori ed io sarei chiamato il primo re del mondo". "Fortunati i vostri amici" disse, con un falso sorriso, la principessa, "ed anche i vostri sudditi, che sarebbero molto contenti di dare il danaro pei vostri nemici", e poi tra sé: "Non può essere sangue di re!". E lo lasciò col solito sorriso.

Venne il pecoraio: il suo abito era molto semplice; diede uno sguardo alla principessa e poi subito abbassò gli occhi, incantato da tanta bellezza. Dopo alcune domande, a cui rispose modestamente, gli fu fatta la solita richiesta: "Che faresti, se tu diventassi re?" "Io re?!" Esclamò il pecoraio. "Non vi ho mai pensato, davvero! ...ma se dovessi essere eletto re, vorrei che nel mondo ci fosse un po' di giustizia". "E che cosa faresti?" domandò la principessa. "Non lo so, perché io la sera, dopo aver guidato le pecore tutto il giorno, torno a casa, e trovo da mangiare; mentre tanti miei compagni, che lavorano quanto me, non hanno come sfamarsi. Vorrei che ci fosse un po' di bene per tutti, anche per i poveretti, che non hanno la famiglia".

Quella sera il re e la principessa parlarono a lungo.

Dopo molti giorni di ricerche fu scoperto che la madre del pecoraio era stata veramente di sangue reale, perché era figlia del fratello di un re.

Figuratevi la meraviglia di tutti! Ma lo stupore fu generale quando mille banditori a cavallo annunziarono, a suon di tromba, in nome del re, che la principessa bella come il sole, desiderata da tutti i principi del mondo, sposava un giovane, chiamato da tutti "il pecoraio".

Io me ne venni, felice e contento,
senza oro e senza argento.

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