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IL LEONE ED IL TOPO

 

tava in un deserto un leone assai feroce e ogni animale lo scansava per non essere ucciso.

Una volta s'imbatté in un cavallo e, con una zampa, gli squarciò il petto, ne succhiò il sangue e se n'andò; un'altra volta affrontò un bove, lo mordé e lo fece a pezzi; un'altra volta afferrò alla gola una scimmia e, dopo che l'ebbe sbranata, si mangiò pure le ossa. Quando vedeva un uomo, gli correva incontro e l'ammazzava; a sentire il suo ruggito, tutti avevano paura e se ne scappavano.

Un giorno, stanco d'andar vagando, si buttò a terra vicino ad una palma e si mise a dormire.

Mentre dormiva, uscì da sotto l'albero un piccolo topo che, non conoscendo il leone, cominciò a saltare di qua e di là; ora gli passava sul capo, ora gli rosicchiava le gambe, ora con la piccola coda gli sfiorava gli occhi.

Ad un certo momento il topo si ficcò in un orecchio del leone e col muso leccava.

La bestia, sentendo un prurito, si svegliò e, non sapendo chi lo producesse, allungò la zampa ed acciuffò il topo.

Quando vide che era un animale così piccolo, n'ebbe compassione e, ammirando il suo coraggio, non volle ucciderlo e disse: "Si vede che non sai che io sono Leone e che sono capace di sbranare tutti gli animali. Se eri una tigre, un lupo o un elefante, ti sbranavo in un minuto e ti divoravo in un boccone; ma siccome sei un povero topo, ingenuo e debole, ti perdono e ti lascio andare".

A sentir queste parole, il topo sbarrò gli occhi e moriva di paura; non disse una sillaba, non si mosse per lo spavento; ma il leone lo mise a terra e gli disse: "Vattene per i fatti tuoi ma non venire più a stuzzicarmi".