CICADA.gif (5893 byte)LA CICALA E LA FORMICAAN01328_.WMF (8486 byte)

n mese di luglio fecero conoscenza una cicala e una formica. La cicala disse alla compagna: "Ora me ne vado sugli alberi e mi metto a cantare perché la stagione è bella e mi voglio divagare!". Disse la formica che era giudiziosa: "Ora me ne vado per i campi a lavorare, per farmi la provvista per l'inverno!". Ed ognuno se ne andò per i fatti suoi. La cicala dalla mattina alla sera cantava e cantava, mentre la piccola formica correva di qua e di là per trovare chicchi di grano, d'avena, o molliche di pane, che con stenti trascinava nella sua buca. Non si dava pace tutto il giorno: senza perder tempo e senza pensare a divertimenti. Lavorava per trovarsi bene nella brutta stagione.

Quando arrivò il mese di gennaio, la formica, che aveva lavorato tanto nell'estate, si riposò: senza soffrire il freddo, né la fame. Se ne andò nella buca e se ne stette contenta e felice a godere il frutto delle fatiche passate al tempo buono. La cicala, che non aveva pensato all'inverno, si trovò senza provviste e, morta di freddo, non sapendo come fare per sfamarsi, si avvicinò alla compagna per chiedere in prestito un po' di grano.

Le disse la formica: "Ora ti ricordi di me? E quando andavi cantando e divertendoti, mi venisti ad aiutare nella fatica?" "No!" - rispose la cicala. "Ebbene!" - soggiunse l'altra - "Se allora non ti piacque di lavorare, ora ti deve piacere di soffrire. Impara per un altro anno e metti giudizio!".

Quando il tempo è propizio, si lavora per trovarsi la provvista per la brutta stagione.