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IL GALLO, LA VOLPE ED IL CANE

C'era una volta Belgallo che se la smorfiava sopra un albero. Anche la giornata era bella: il sole scaldava ed una bavetta di vento faceva da rinfrescante. Belgallo se la godeva con i suoi colori e le sue penne al vento: la coda in alto, la cresta e i bargigli vistosi. Se ne stava, con gli occhietti padronali a godersi la proprietà del mondo. Si trovò a passare di là una volpe senza nome e cognome conosciuta col difetto di Pelorosso. Quando Pelorosso vide Belgallo gli cominciò a farfugliare il cervello e a brontolare il ventre: aveva fame perché il giorno prima non aveva mangiato e i tempi erano tristi per una bestia che doveva trovarsi una preda. Il suo pensiero era semplice: «Di bello è bello. Sarà pure buono! Ora vado a vedere se me lo posso inghiottire penne e tutto!».

Già si conosce l'astuzia della volpe e, onorando la sua fama, Pelorosso si fece vicina all'albero e cominciò a parlare, da professionista tutta garbata e, dolce dolce cominciò: «Come sei bello stamattina. Il vento ti fa sembrare veramente un pezzo da novanta. Sembri una fotografia viva. Complimenti!», e - man mano che parlava - andava abbassando la voce. «Io sto andando in giro a farmi una passeggiata... per digerire. Un po' di movimento non guasta...», la sua voce diventava sempre più un sussurro. Belgallo, per stare a sentire, si avvicinava sempre più. Pelorosso, facendo finta di andare, aggiunse a titolo d'informazione: «Ah, hai saputo? Releone, ha mandato il bando con Cornacchiona Cra Cra che non dobbiamo più farci guerra tra noi; dobbiamo far guerra agli uomini perché sono loro i nostri nemici: si mangiano le nostre carni e si vestono con le nostre pelli!».

Il gallo, a sentirlo, si veniva persuadendo di ciò che gli stava dicendo la perfida volpe... e già era vicinissimo; quella, Pelorosso, tendeva il collo e sentendosi vicina al pasto, con l'acquolina in bocca, parlando parlando, andava pensando: «Ora che sarà a terra, il primo boccone deve essere al capo! Poi...»

Se non che, quando meno se l'aspettava, si trovò a passare sotto l'albero un cane che, vista la volpe, si lanciò alla sua gola e la scannò. «Ahaa! - disse il gallo, risalendo velocemente sull'albero - sarei andato fresco se mi fossi trovato anch'io a terra!».