Lepre e ragno

LA CORSA TRA LEPRE E RAGNO

Non si sa il prima, non si sa il dopo, non si sa come, non si sa perché ma si sa che una volta...

Una volta, alla voltata del giorno, s'incontrarono una lepre ed un ragno. Sì, si conoscevano ma di vista. Si salutarono (si sa che in campagna è segno di rispetto scambiarsi i saluti) e stavano proseguendo ognuno per la propria strada ma...

Ma la decenza vuole, tra esseri socievoli almeno, che una parola fa la differenza. Fu per quella parola che...

«Che si dice?», cominciò il ragno. «Che dobbiamo dire? La giornata si va guastando! Il tempo si prepara al peggio e poi non basta nemmeno tutta la giornata per fare tutto quello che c'è da fare», ricambiò la lepre. Sappiamo che una parola tira l'altra e... «Eh, sì! Il tempo è traditore, non basta mai... specialmente quando le forze non ti accompagnano», azzardò Ragno ironizzando. «In quanto a forza non mi posso lamentare. Piuttosto... ognuno parla per se. Capisco che per le tue striminzite gambette è un problema fidarsi di fare tanta strada... e con la lentezza che ti ritrovi, poi...», lo rimbeccò Lepre puntando a mortificarlo. «Come, come come?», domandò Ragno, affilando le zampe anteriori. E tira e molla arrivarono a "chi sei tu e chi sono io":  ognuno si vantava d'essere il più veloce corridore degli animali. Lepre che sapeva d'essere insuperabile nella corsa, per farla finita, pensò per un attimo di dare ragione a Ragno ma, per una questione di principio si mantenne sulle sue. Non vuoi che Ragno (che forse già aveva fatto un piano) si ostinò a tal  punto da sfidare l'altro a fare la corsa «Da qui al carrubo che sta alla fine della curva della strada! te la senti?». Lepre accettò la sfida. «Uno, due e tre... pronti viaaaaa»Nel momento in cui il coro dette l'avviso di partire, il ragno si attaccò alla coda della lepre e si lasciò portare godendosi la fine del suo piano.

Lepre correva tagliando l'aria per giungere prima ed appena fu all'ombra del carrubo, contenta e felice, si girò per vedere a che punto fosse l'altro.

Il ragno,  appena la lepre si girò, dolce dolce, si staccò dalla lepre e raggiunse il traguardo. Quando la lepre, prima di riprendere la corsa, si guardò alle spalle per vedere arrivare il ragno, questi, oltre il traguardo, gridò:«Beh, che mi diciiii? Inutile guardare da quella parte. Sono qua! Io sono arrivato prima di te ...come puoi vedere».

Lasciando la lepre di sasso e con il fiatone.

Storia non è più
contento io, felice tu.