Questa sceneggiatura, per varie esigenze – non ultima quella scenica, tiene conto di due “storie”: LA VOLPE A CAVALLO AL LUPO di Gioia del Colle e IL LUPO E LA VOLPE di Castellana
LA
VOLPE A CAVALLO AL LUPO
IL LUPO E LA VOLPE
Scena: Strada di campagna con alberi.
Narratore:(Entrando dal centro, a sipario
chiuso. Con l’indice di traverso sulle labbra, per chiedere complicità,
viene avanti accennando a quanto sta avvenendo dietro il sipario o, in
mancanza, dietro le quinte. Si ferma in ascolto… Silenzio! Torna
indietro e ponendo la mano ad arco sull’orecchio, per sentire, fa
qualche passo indietro. S’ode, in lontananza, una voce. Adesso, quasi
confidando …) Sentite? Stanno arrivando. Questa volta è un’altra
volta, come tante volte. Come quando… c’era una volta. Ecco, sì…
(Tornando ad un tono di voce normale) Lupo: (Arriva in scena con aria da padrone, mentre – dietro di lui – mogia mogia, la volpe lo segue come una servetta) Ti ho detto tante volte che devi stare al tuo posto, non devi intrometterti nei miei affari, non devi pensare… non devi…., insomma: devi servire! Tu mi servi e io ti difendo. Io ti difendo e tu mi servi! È chiaro il concetto? Volpe: (Quasi strisciando e con fare servile) Io non volevo sostituirmi… Lupo: Nemmeno devi pensarci, nemmeno! Il patto deve rimanere fisso nella tua mente e mai e poi mai devi dimenticartene. È chiaro? Volpe: Chiarissimo, ma… Lupo: Non c’è ma che tenga! Adesso è tempo di dimostrazione: ho fame! Procurami da mangiare. Volpe: Ho appena visto la vecchia comare Isabella che usciva dal forno con due belle focacce calde calde. A me non piacciono, se tu hai la fame che dici non dovrebbero esserci problemi: vai e mangia sul posto. Lupo: Così mi piaci! Aspettami, che vado, mangio e torno. Peccato che non potremo dividere perché due focacce sono la giusta porzione per una sola persona, ma… la prossima volta…(Esce, con andatura da guappo, fischiettando.) Narratore: Il tipico atteggiamento da prepotente. Pretende e non ha un minimo di considerazione per l’altro. L’altra… (Indica la volpe: realizza quanto viene descritto), vedete? È la classica furbacchiona: fa la servile ma è solo furba. Ha tirato fuori il suo pasto e…, fischiettando, (la volpe si lega un tovagliolo al collo per non sporcarsi la pellaccia) - molto educatamente - si accinge a mangiare tirando fuori le provviste che aveva ben nascoste. Volpe: (Mangia e canta) Amm:
boccone, Amm: boccone Mangio e
bevo, mangio e bevo Narratore: (Sorridendo)
Riconoscete in questa la volpe servile di prima? Certamente no! Lei si
adatta a tutte le situazioni. Lupo: (Arriva in scena lamentandosi, mentre Volpe si ricompone assumendo l’atteggiamento servile) Ohi, ohi, ohi (Poi alla Volpe, sospettosa) Tu, volpe traditrice, sapevi o non sapevi? Volpe: Non so di cosa parli! Dimmi, piuttosto, hai mangiato? Lupo: Mangiato? Sì, mazzate! Ero quasi giunto al momento in cui…, quando… Sembrava in attesa: giù botte con quella scopa. Dove prendeva tutta quella forza, la vecchiaccia maledetta. Tu sapevi? Volpe: Non dirlo
nemmeno per scherzo. Come avrei potuto, Io? Io, che vivo per servirti.
Io che digiuno da… (come se cercasse) Chissà da quanto! Lupo: Di sicuro non m’inganni? Guarda che… Volpe: Ecco che
ricominci con la diffidenza: come può un umile servitore ingannare il
suo protettore? Come sarebbe possibile sperare che cada in disgrazia
colui che ti colma, ora dopo ora, di tanta grazia: mi fai vivere… è
vero? Lupo: (Quasi commovendosi) Sei veramente capace di buoni sentimenti? E mi convinci! Vado e … (cambiando tono) augurati che tutto vada per il verso giusto, altrimenti… (Va) Narratore: Avete notato la viscida diplomazia dove può condurre? Fa apparire senza essere! Questa diplomazia è stretta parente della falsità. Ma… non facciamo i moralisti e… Volpe: (che
nel frattempo si è rimesso il tovagliolo al collo) Narratore: Notate? Notate e annotate, ché esperienza, comunque, fate! Il lupo si è convinto. Il lupo è partito. L’astuta volpe è lì che condisce con frutta il suo pranzo senza rischi. Ora, mentre la volpe continua, noi diamo un’occhiata all’avventura del lupo. Eccolo (come se lo vedesse, lo indica in un punto a scelta), lo vedo! Si sta avvicinando agli agnelli… il pastore fa un pisolino all’ombra di un albero di pino… il lupo sta per afferrare un agnello, è quasi vicino… è vicino… vicino… ino… (s’ode il belato di agnello) L’agnello ha visto il lupo e bela, bela forte… (Al belato iniziale si aggiungono altri belati) Gli altri animali, allarmati, chiedono aiuto: belano… Il pastore! Ecco, il pastore si sveglia… il lupo è confuso… è stato scoperto… è indeciso se prendere comunque l’agnello e correre il rischio o scappare… (Partecipando al racconto) E deciditi stupido lupo. Va’, corri! Niente! È lì imbambolato che aspetta che qualcuno decida per lui! (Grida al lupo) Ma che? Sei sazio senza aver mangiato? (Amareggiato) È fatta: il pastore ha deciso per lui: lo bastona con la mazza. (S’ode il lamento del lupo tra i vari belati) Ora ha deciso! Carico di mazzate, scappa… è riuscito ad allontanarsi. (I belati cessano). Tra poco lo vedremo arrivare. E la volpe? (La guarda) Ha finito! La sua espressione si prepara all’arrivo del lupo. Ecco… Lupo: (Arriva:
dolorante) E una e due e tre e… quante! Ma… (alla volpe, minaccioso) Hai finito di vantarti d’essere furba… Ora devi farmi mangiare senza altre scuse: tu! Devi trovarmi da mangiare e, questa volta, verrai con me! Hai finito di dirigere le mazzate. Se ancora ce ne saranno, saranno equamente distribuite tra me e te… Mi sono spiegato? Volpe: (Sottomessa ed esagerando la paura) Come mi dispiace quel che ti è capitato! Mai e poi mai avrei pensato che… Ma non voglio dare aria alle parole che come il vento si lasciano trasportare e se non sono seguite dai fatti non servono a stringere rapporti duraturi: Sarò con te! Correrò i tuoi stessi rischi. Dimostrerò alla tua diffidenza che l’amicizia di una volpe è un punto fermo che fa pensare a quanto … (interrompendosi, perché sta inventando parole dietro parole) Cosa stavo dicendo? Ah sì! Alla masseria ho notato che hanno fatto provvista di formaggio e cacio: andremo e, insieme, soddisferemo il nostro appetito. Andiamo! (Escono) Narratore: E vanno. La volpe si lascia
seguire. Il lupo è all’erta: non si fida più. Troppe parole e poi…
e poi non si fida: troppe mazzate ha preso in questa storia. (Guardando
fuori scena, dalla parte da cui sono usciti i due protagonisti) Ora
seguiamo i nostri amici…, si fa per dire. (Raccontando ciò che vede) I nostri sono giunti alla masseria.
Ecco, sono arrivati davanti
alla porta della dispensa… La volpe entra da un buco, il cosiddetto
gattaiolo e… Il lupo è titubante: non si fida! Aspetta… La volpe,
adesso, si affaccia dall’interno… Vedo la sua testa che fuoriesce
dal gattaiolo. Fa cenno al lupo che la via è libera. Lo invita ad
entrare. La testa della volpe scompare all’interno… il lupo con
circospezione la segue… la segue… (all’indirizzo
del lupo) Insomma la segui o non la segui? La segue! È entrato!
Finalmente! Ora sicuramente stanno mangiando a più non posso cacio,
ricotta, formaggi di ogni tipo e di ogni gusto che i nostri contadini si
preparano. Così non avremo più da sentire le lagne del lupo… (Indicando
il punto in cui si dovrebbero trovare, fuori scena, i due) Cosa
vedo? La volpe esce dal gattaiolo e… subito rientra. Strano! Volpe: (Arriva ridacchiando) Quante risate. Quante mazzate. Le risate a me, le mazzate a lui. Che stupido! Che stupido! (Ragionando con se stessa) Ma dico io… si può essere più stupido? Ragiona! Sei entrato da un buco che ti ha fatto passare con qualche sforzo perché hai una corporatura abbastanza grande… Ragiona: se mangi, ingrassi. Se non mangi dimagrisci. Sei entrato per mangiare? Allora ingrasserai! Se mangi lo stretto necessario, anche se un po’ più grasso, potrai ripassare dallo stesso buco – che è l’unica scappatoia in caso di imprevisti. Se ti abbuffi e per di più non controlli ogni tanto se puoi o non puoi passare… sei fregato! Non passerai e mazzate prenderai… se un imprevisto ci sarà… E l’imprevisto c’è stato! (Ride) C’è stato! Il padrone è arrivato… io sono scappata… Perché? Perché provavo la misura … Ho portato con me… per ogni evenienza, una forma di ricotta e il lupo … Il lupo? Chissà se ne uscirà vivo! Chissà? (S’ode in vicinanza il lupo che, lamentandosi, si avvicina). È uscito vivo! Ed ora? Ora se la prenderà con me oppure capirà che… Non corriamo rischi … (Prende la bianca ricotta e se la sparge in testa, poi comincia un lamento) Io mi lamento per far fesso il lupo. Per fargli credere quel che voglio ho sprecato la ricotta, ma … ne vale proprio la pena: (al pubblico) un cestino di ricotta mi darà la vita e la comodità, state a vedere! (Continua a lamentarsi) Ahi, ahiahiahiahi! Ahi, la testa! Ahi, la testa! Lupo: (Entrando. Si tiene la mano sulla spalla, là dove deve aver ricevuto le bastonate) Quante… Quante… Quante… Volpe: (Facendo controcanto) Tante… Tante… Tante… Lupo: Ahi, la schiena! Ahi, la schiena! Ahi, la schiena! Volpe: (Spiando il Lupo)Ahi, la testa! Ahi, la testa! Ahi, la testa! Lupo: (Sorpreso) Come “Ahi, la testa”? Tu sei uscito e… Volpe: Per fortuna che sono riuscito a fuggire… Perché altrimenti mi avrebbe uccisa. Però, come vedi, mi ha spaccato la testa e questo che vedi è il mio cervello spappolato. Mi ha spappolato il cervello: No ragiono più! Non potrò più camminare… non potrò più apprezzare la compagnia del mio caro compare lupo… non potrò più… Lupo: (Interrompendo) O povera volpe, comare mia. Ti ha massacrato quell’energumeno! Ti ha ridotto in fin di vita! Ma non temere, ci sono qua io: il tuo compare. Ti porterò io! D’ora in poi sarò il tuo fedele difensore… Ahi la spalla! Ahi la spalla! Volpe: (Esagerando) Ahi la testa! Ahi la testa! Lupo: (Compassionevole) Vieni, sali sulla mia dolorosa spalla e allontaniamoci il più possibile da questo posto dannato. Vieni! Sali! (La volpe, lamentandosi, sale in groppa al lupo che toccato nei punti doloranti si lamenta. La volpe si lamenta… il lupo si lamenta e … ritmando si avviano) Volpe: (Mentre ritmano i lamenti, vagando sulla scena, canticchia a sfottò) Ninna nanna, il rotto porta il sano! Ninna nanna il rotto porta il sano! (E continua a canticchiare, finché…) Lupo: (Sempre compassionevole) Cosa dici, dolorante e santa comare volpe? Volpe: (Fingendo spudoratamente) Niente, niente! Il cervello m’è uscito… la febbre m’è salita e io non so cosa dico: sto delirando! Morirò! Morirò! Tra poco morirò! Lupo: (Avviandosi verso l’uscita) Non morirai! Ti salverò! (Volpe: Sempre sulle spalle del lupo) Sì! No! Morirò! Sì! No! Morirò! Narratore: Il
Lupo e la volpe, ripetendo queste ultime battute escono di scena e le
loro voci vanno scemando sempre più. Semplicemente con un “Ciao, alla prossima!" e… speriamo, allora, di poter concludere con: …E vissero tutti felici e contenti! Fine |
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