Per lo studioso
 

Corrisponde al tipo 332 nella classificazione Aarne-Thompson (La morte madrina). Vi compaiono i motivi D1724 (poteri magici ricevuti dalla morte), D1825.3.1 (il potere di vedere la morte al capo o ai piedi del letto), E742 (le anime come luci). Un elemento che non è presente in questa variante pugliese, ma che compare in diverse versioni della storia, è l’inganno perpetrato dal protagonista ai danni della Morte: egli la vede al capo del letto di un paziente particolare (in certi casi, la figlia di un re, in altri, un ricco signore) e quindi, in virtù del patto fatto con la comare, non dovrebbe fare altro che constatarne l’irreversibilità della malattia; per salvare il paziente, invece, ordina che il letto venga girato, in modo tale che la Morte da stare al capo si trovi ai piedi del letto (motivo K557: ingannare la morte girando il letto).

 


Per il letterato
 

È interessante notare come la Morte divenga padrino nei paesi in cui al termine morte viene attribuito genere maschile.

Questa storia ha costituito l’oggetto di numerose rielaborazioni letterarie perlomeno dal 1300. Già nel testo islandese “Il figlio del re e la Morte”, del 1339, si trova l’elemento della Morte che suggerisce al protagonista l’espediente per diventare un famoso dottore: questo testo si chiude con l’astuzia della preghiera che non finisce mai, grazie alla quale il protagonista riesce a rinviare all’infinito il momento della propria dipartita. (uno schema, quello della morte differita finché non sia terminata l’ultima preghiera, che corrisponde al motivo K551.1). Gli altri elementi, come l’incontro del protagonista con diverse figure sacre prima di imbattersi nella Morte, o la visione finale della grotta con le fiammelle, si sono aggiunti a mano a mano, attraverso le numerose rielaborazioni letterarie (si veda l’ampia bibliografia in J. BOLTE – G. POLIVKA, Anmerkungen zu den Kinder- und Hausmärchen der Brüder Grimm, Leipzig, 1913-1915, 5 voll., I, pp. 378-sgg.).

La storia compare con frequenza in tutta la letteratura medievale e continua anche in epoche più recenti a essere oggetto di rifacimenti artistici e letterari.

Per il folklorista

È largamente nota ai narratori orali di fiabe popolari in tutte le parti d’Europa, fino all’Islanda e alla Palestina. La sua massima popolarità si riscontra nei paesi baltici, nella Scandinavia e in Germania. Essa è ben radicata anche nel folclore francese, spagnolo e italiano. A causa di questa larga estensione e di questa duratura fortuna e popolarità, non è facile districare la storia delle influenze reciproche fra versioni orali e versioni scritte. Vale la pena di rilevare che solitamente, nel suo viaggio alla ricerca del compare giusto, prima di incrociare la Morte il protagonista si imbatte in Dio e nel diavolo: nelle versioni regionali italiane, invece, al posto del diavolo spesso compare San Pietro.

 

 

 

          
Per il bibliografo
Compare nelle seguenti raccolte:

 

  • J. & W. GRIMM, Kinder- und Hausmärchen, Leipzig, 1856, libro I, nn. 42-44.

  • L. ANGIULI - L. DI TURI – G. MINARDI, Puglia in Favola, S. Prospero (Modena), 1999, parte II, n. 1.

  • L. GONZENBACH, Sichilianische Marchen, Leipzig, 1870, 2 voll., n. 19.

  • G. PITRE’, Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, Palermo, 1875, 4 voll., III, n. 109.

  • C. GRISANTI, Folklore d’Isnello, Palermo, 1899 (I), n. 7.

  • R. CASTELLI, Leggende bibliche e religiose in Sicilia, in “Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, XXIII, 1906, n. 10.

  • S. LA SORSA, Tradizioni Popolari Pugliesi, Bari Roma, 1928, parte II, nn. 20, 25, parte III, n. 23.

  • D. ZORZUT, Sot la nape… (I racconti del popolo friulano), vol. II, Udine, 1925, p. 155.

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