approfondimento

per non appesantire la pagina non abbiamo incluso ila narrazione sonora. Potete richiederla

In cantiere!

UN UOMO E LA MORTE

- Narratore: C'era una volta. Eh... una volta... c’era… chissà quante altre volte ci sono state ci sono e ci saranno! C'era comunque una volta un uomo, chiamato semplicemente uomo, il quale, dopo aver avuto da sua moglie molti figli, alla nascita di un altro gnegnè, prese la decisione di dargli per commara la persona più giusta e pure più conveniente che potesse stare al mondo.

- Uomo: È inutile, moglie mia. Non mi viene in testa nessuna persona giusta e insieme conveniente. Ora mi metto in cammino in cerca di fortuna. Dammi la tua benedizione e che Dio mi accompagni.

- Narratore: E cammina e cammina, e cammina e cammina... ma tu guarda: ecco una donna che, venendogli incontro per la strada, dopo averlo salutato, gli rivolse la parola.

- Donna: Dimmi buon uomo, dove te ne stai andando?

- Uomo: Sapete? Vado in cerca di una donna giusta e conveniente per farle fare la commara al mio ultimo figlio.

- Donna: Oh! Perché non lasci che sia io a tenerlo a battesimo?

- Uomo: E voi chi siete, la bella giovine?

- Donna: Io sono, sono l'amicizia, io.

- Uomo: Mi dispiace... mi dispiace... ma non fate al caso mio.

- Narratore: Mentre la donna, dispiaciuta, si allontanava, l'uomo riprese la strada di buona lena. E cammina e cammina e cammina, toh... ecco un vecchio che, venendogli incontro, gli rivolse la medesima domanda.

- Uomo: E voi chi siete?

- Vecchio: Sono un saggio; non si vede? Lascia che sia io a battezzarlo.

- Uomo: In verità non fate proprio al caso mio; mi dispiace, non fa niente.

- Narratore: Inutile dire che il cammino riprese e che, come in molte storie, è nel numero tre che la fortuna, generalmente, si nasconde e si manifesta. Al terzo incontro, infatti...

- Morte: Sono la Morte, io. Se ti va, posso fare io da commara al tuo ultimo nato.

- Narratore: L'uomo prima pensò tra sé e sé...

- Uomo: Beh! In quanto a giustizia, certamente, questa qui non è seconda a nessuno. Più giusta della Morte!!! In quanto a convenienza, beh... insomma... ma, una volta diventati compari di San Giovanni, sono certo che potrà farmi un occhio di riguardo.

- Narratore: Poi, a voce alta…

- Uomo: Beh, voi siete senz'altro giusta e avrei proprio piacere di affidarvi mio figlio come comparello. E poi, dato il nostro prossimo comparizio, vorrei dirvi la mia condizione di miseria e... ehm... dirvi come dire... se vi è possibile... diciamo... di fare qualcosa per me e per la mia vita... diciamo...

- Morte: Sai leggere?

- Narratore: Gli chiese la Morte a bruciapelo e, visto il capo dell'uomo che negava, aggiunse…

- Morte: Peccato! Ma non ha importanza. Tu, d'ora in poi, farai il medico.

- Uomo: I1 medico? Ma, se sono un ignorante e non m'intendo di malattie, né di medicina, come devo farlo il medico?

- Narratore: Rispose lui, un po' incredulo.

- Morte: Tu non devi prenderti nessuna bile per questo. Senti a me. Appena entrerai nella casa di un malato, dovrai guardarlo nell'occhio, e subito dopo, girerai l’occhio verso il capo del letto: se vedrai la mia ombra, potrai subito dire che non c'è alcun rimedio; se no, dovrai scrivere solamente acqua di pozzo.

- Narratore: E così fece.

- Uomo: Non c'è alcun rimedio.... (Pianti)

- Uomo: Date soltanto acqua di pozzo prima e dopo i pasti // Acqua di pozzo a mezzodì, lontano dai pasti // Acqua di pozzo al mattino e alla sera.

- Voci: Che grande medico // Azzecca sempre // E guarisce soltanto con l'acqua di pozzo // Ohhh Ohhh // E quando non c'è niente da fare, te lo dice in faccia, te lo dice // Dottore... dottore... dottore... Che grande medico // Azzecca sempre // E guarisce soltanto con l'acqua di pozzo

- Uomo: Dottore qua dottore là, sono un dottore di qualità. Dottore qua dottore là, sono un dottore di qualità.

- Narratore: Così, in pochissimo tempo, accumulò tanta fama, ma tanta, da sentirsi lui stesso come un padreterno della scienza medica, e da navigare nella ricchezza.

- Uomo: Non c'è che dire. Ho scelto proprio bene la commara di battesimo per il mio ultimo figlio. Anzi, un giorno di questi devo andare a farle una bella visita, per farle i ringraziamenti.

- Narratore: E il giorno dopo, alla buon'ora, raggiunse la casa della commara e l'abbracciò cordialmente.

- Uomo: "Non c'è rimedio..." "Acqua di pozzo... acqua di pozzo... Non c'è rimedio..." Ah! Ah! Ah! Non una sola volta ho potuto sbagliare grazie alla vostra presenza o assenza presso il capezzale. Esatto. Siete proprio conveniente, oltre che giusta.

- Narratore: Dopo di che, come si usa fra persone aggraziate, la Morte invitò il suo compare a visitare la casa, mostrandogli le varie stanze stanzoni stanzini, finché... finché giunsero in una camera grandissima, tanto grande da perdere il fiato...

- Uomo: Commara mia...!

- Narratore: Fece l'uomo, mentre si sentiva dentro come una specie di agitazione:

- Uomo: Commara mia, ma cosa ci fai in questa stanza grande quanto la piazza del paese?

- Narratore: E vide in un angolo dello stanzone tante lampade accese.

- Uomo: E, e... cosa ci stanno a fare qui dentro tutte quelle lampade? E... e come mai la loro luce cambia tanto da una all'altra?

- Narratore: Chiese, mezzo curioso e mezzo alterato.

- Morte. Eh, caro compare, devi sapere che dentro ognuna di queste lampade sta la vita di un uomo. Quanto più viva è la luce, tanto più lunga è la sua vita. Capito?

- Uomo: Capito, capito.

- Narratore: Rispose l'uomo, sentendosi quasi rassicurato, perché, tutto sommato, era sempre la sua commara la padrona delle lampade.

- Uomo: E, giacché ci siamo, commara mia, perché non mi fate vedere qual è la mia?

- Morte: Eccola là. La vedi?

- Narratore: Disse la Morte, indicandogli una lampada con la luce così debole, che pareva quasi vicina a spegnersi.

- Uomo: Uh Madonna mia!

- Narratore: Esclamò l'uomo; poi pensò subito di profittare del comparizio per chiedere un occhio di riguardo. Cercò, quindi, di attaccarsi ai sentimenti.

- Uomo: Povero me. Cosicché sono arrivato alla fine. Ma voi ci pensate ai miei poveri figli, soprattutto al vostro comparello, ancora così piccolo? Tutti quanti orfani di padre, mio Dio! Voi che potete tutto, cara commara cara, voi non potreste fare niente, magari aggiungendo un poco d'olio alla mia lampada?

- Morte: Mi dispiace, compare mio bello, ma per nessuna ragione al mondo mi è possibile fare eccezioni. Del resto voi mi avete scelto proprio perché sono giusta. Non è cosi?

- Uomo: Giusta e pure conveniente. E conveniente. Ma ci pensate a cosa dirà la gente? Che non avete rispetto neanche per il San Giovanni e che non tenete dolore di nessuno.

- Morte: E voi ci pensate a cosa dirà la gente di voi? Che mi avete scelto apposta per avere un trattamento di riguardo. A proposito, poi, della convenienza, penso che non possiate proprio lamentarvi. Eravate un morto di fame, voi e la vostra famiglia. Venendovi incontro, vi ho reso ancora di più? O non volevate pagare niente? Che volevate, forse, essere potente senza alcuna spesa? No, caro compare. Con tutto il bene che posso volere a vostro figlio, alla vostra famiglia e, perché no, anche alla signoria vostra, non potevo fare proprio di più.

- Narratore: Vedendo, poi, la faccia del compare ancora contrariata, aggiunse...

- Morte: E poi, pure potendolo, non saprei come accontentarvi. Io non posseggo olio da poter aggiungere alle lampade. La misura dell'olio è fissata da qualcuno che sta sopra di me e che...

- Uomo: Ma per l'olio non dovete affatto preoccuparvi, perché ci penso io; preoccupatevi piuttosto del fatto che nessuno più, dopo di me, vi sceglierà come commara. Perché, prima di morire, sarò costretto a dire al popolo di come mi avete trattato.

- Narratore: Fu questa ultima considerazione, forse, o il fatto che poi la morte tiene pure lei un cuore e non è poi così come la dipingono. Certo è che la sua durezza cominciò a sciogliersi. Ne approfittò a volo l'uomo che, chiesto permesso, come se avesse il fuoco dietro, si precipitò al trappeto più vicino, si fece riempire una lattina d'olio e, prima che la Morte potesse ripensarci fu di ritorno.

- Uomo: Ecco fatto. Che vi avevo detto? Olio a buttare. Quanto ve ne serve. E così la gente, finalmente, non chiuderà bocca sulle vostre virtù.

- Morte: Adesso non esageriamo. Quello che posso fare è aggiungere solo un poco di olio. Un poco poco.

- Narratore: E cominciò a versare alcune gocce del prezioso liquido, facendo in modo che, lentamente, la luce della lampada, piano piano, diventasse più viva.

- Uomo: Ancora, ancora, vi prego, i figli, il popolo... ancora; olio ce n’è quanto ne vogliamo, non vi preoccupate, ancora.

- Narratore: Si mise, insomma, come una zecca vicino alla Morte, la quale, però, sembrava sicura del fatto suo. A un certo punto, perso il controllo, e cercando di imporre la sua volontà, I'uomo dette una gomitata al braccio della Morte, per fare in modo che fosse versato quanto più olio possibile. Ma il suo intervento, ahimè, fece fuoriuscire tanto olio che la lampada, d'un colpo solo, si spense ed egli, lì per lì, cadde per terra morto come un morto.

La morale? Non è poi così difficile. Anzi, questa volta sono tante le morali, che ognuno può ricavarsi quella a sua immagine e somiglianza.

"Chi troppo vuole, nulla stringe"; "L'ingordigia è sempre punita"; "Ciò che è scritto è scritto"; "Contro la morte nessun rimedio è valido"; e cosi via; e così via.

Dite la vostra che ho detto la mia.

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