Approfondimenti della storia 

Per lo studioso

Corrisponde al tipo 735 nella classificazione Aarne-Thompson (la fortuna del ricco e la fortuna del povero).

Nella struttura classica di questo tipo, c’è la fortuna del fratello ricco che dà al fratello povero il consiglio di cercare la propria fortuna dietro un cespuglio. Il povero segue il consiglio, rintraccia la propria fortuna, che gli suggerisce di diventare mercante. Il protagonista accoglie il suggerimento e, divenuto mercante, guadagna tanto da diventar ricco. Nella variante pugliese non c’è un contrasto tra fratello ricco e fratello povero, ma c’è il figlio di un contadino al quale non va di lavorare nei campi e prova a improvvisare altri mestieri. Si mantiene il motivo dell’incontro con la fortuna, concepita come una forza personale.

 

Per il letterato

La fiaba fa parte di un vasto gruppo di storie incentrate sul tema della fortuna, e in particolare sul suo modo di operare, che appare come bizzarro e capriccioso. La fortuna è vista quindi come una dea ambigua, a volte cattiva altre buona. Queste narrazioni, pertanto, si interessano ai casi di coloro che sono perseguitati dalla malasorte, oppure a coloro che sembrano favoriti da una buona stella anche nelle occasioni più difficoltose.

Il tipo fiabesco in questione è popolare in Russia, Lituania ed Estonia. Il motivo del viaggio per trovare la propria sorte è inoltre diffuso nella novellistica popolare del vicino Oriente (W. EBERHARD-P. BORATAV, Typen türkischer Volksmärchen, Wiesbaden, 1953, p. 136; R. M. DAWKINS, Modern Greek Folktales, Oxford, 1953, p. 458). In alcune versioni regionali italiane (per esempio in Campania), può capitare che su questa narrazione si innesti il tipo 750A (i desideri), con il classico schema dei tre desideri sprecati scioccamente. In Sicilia, invece, è più popolare il tema della “sventurata”, con la narrazione che si incentra sulle vicende di una ragazza, alla quale la Sorte chiede se voglia essere felice in gioventù o in vecchiaia: avendo ella risposto che vuole essere felice in vecchiaia, la Sorte la perseguita con una serie di sventure (Sebastiano Lo Nigro, nella sua classificazione dei tipi fiabeschi siciliani, classifica questa narrazione come tipo *735: Racconti popolari siciliani, Firenze, 1958, pp. 153-154).

Per il folklorista

Questa variante pugliese si incardina su una concezione fortemente radicata nella mentalità contadina: solo la fatica è fonte di guadagno e, soprattutto, il solo lavoro produttivo è quello legato alla terra. Una concezione che in fondo sancisce l’immobilità sociale, nel momento in cui viene condannato come velleitario qualsiasi tentativo, da parte di chi è nato contadino, di migliorare il proprio status.

 

          
Per il bibliografo
Compare nelle seguenti raccolte:

  • L. DI TURI – G. MINARDI, Il Favoliere delle Puglie, Bitonto, 1991, n. 5.

  • S. LA SORSA, Tradizioni Popolari Pugliesi, Bari Roma, 1928, parte II, n. 1.

  • V. DELLA SALA, in “Giambattista Basile”, a. II (1884), n. 1, pp. 6-7.

  • L. GONZENBACH, Sichilianische Märchen, Leipzig, 1870, 2 voll., n. 21.

  • G. PITRE’, Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, Palermo, 1875, 4 voll., II, n. 86.

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