È qui, nella finzione scenica, che possono evidenziarsi - tra azioni e interazioni - emozioni e sviluppo sensibile dei rapporti, oltre che umani, con spazio e tempo.

 

Col Teatro e con l'impegno di collegare la lezione scenica (finzione) alla lezione della vita (realtà) si creano accoppiamenti e sdoppiamenti che realizzano in pieno il confronto dei contrasti (Luce/buio - Vero/falso - Vita/morte - Gioia/dolore - Amore/odio ecc.).

Realizzando le opposizioni, si attrezza la fresca e plasmabile personalità del fanciullo ad orientarsi nel nevrotico labirinto del mondo.

Già da alcuni anni, insieme al progetto di recupero del mondo favolistico pugliese e alla sua ri-scrittura, si tenta di coniugare FAVOLA con VOLARE (fantasia) per dar vita al neologismo FAVOLARE.

Per poter sfruttare poi, in termini di vissuto,l'impegno assunto si ritiene opportuno trasferire alcune favole in ambiente scenico con una trascrizione, anche, teatrale (sceneggiatura) per un utilizzo didattico.

Favola e fantasia non sono ingredienti per dare corpo ad accademici o semplicistici interventi nella scuola, ma si tramutano in stimoli che attivano meccanismi tesi ad impegnare il fanciullo e a confrontarsi e verificarsi, insieme agli altri, in una realtà data (anche se fantastica).

Gli stimoli reali proposti in ambiente fantastico rendono meno rigida l'accettazione di regole che consentono - attuando il rispetto dell'altro - una convivenza ammissibile.

Per far della tradizione una forma di vita non cristallizzata si vogliono riproporre le storie di ieri utilizzando il mezzo teatro e farle camminare attraverso la parola rappresentata, ricostruendone la funzione originale.