C'era una volta una comare formichetta; scopò e scopò, e trovò un soldo; scopò e scopò e trovò due soldi; scopò e scopò, e trovò una lira. "Che mi compro? Mi compro della copeta? No, se no mi chiamano golosa. E allora che mi compro? Compro le nocelle? No, perché sporcano la casa. E che devo comprare? Mi compro una fettuccia? - Sì, sì così mi rendo bella".
Si apparecchiò, e si mise alla finestra. Ecco che passa il compare asino.
"Ehi, comare formichetta, perché ti sei così acconciata?" - "Perché mi devo maritare!" "Vuoi me per marito?" "E come canti la notte?" "Ih! oh! Ih! oh!" "Non ti voglio, perché mi fai paura".
Ecco che passa il compare cane: "Ohi, comare formichetta, perché ti sei acconciata così?" - "Eh! mi voglio maritare!" "Vuoi me per marito?" - "E come canti la notte?" -"Bau, bau, bau!" -"No no, ché non mi fai dormire!"
Ecco che passa il compare topolino: "Ohi! comare formichetta, perché ti sei così acconciata?" - "Eh! mi debbo maritare!" -Vuoi me per marito?" "E tu come fai la notte?" "Zziù, zziù zziù!" "Vieni su, ché mi piaci!"
La mattina la comare formichetta andò a messa e disse: "Compare sorgio, bada a cucinare il brodo, ché al mio ritorno mangeremo".
Quando tornò, non vedendo più il compare topolino disse: "Ora mangio, ché poi se ne parla". Tolse dal fuoco la piccola pignatta, ma quando stava per scodellare la minestra, ecco che cadde compar topolino nel piatto! La comare formichetta lo prese, lo avvolse in una pezzuola, lo pose sopra le tegole della soffitta, poi si sedette accanto e piangeva dicendo: "Topolino mio, topolino mio, cotto nella piccola pignatta, avvolto nella pezzuola, e messo sull'embrice della soffitta!"