Cecilia
Una volta? Ora? Insomma c'era una volta, e potrebbe ancora esserci, una donna molto molto molto religiosa. Si chiamava Cecilia e aveva la fortuna di fare un bel lavoro: era tessitrice. Era tessitrice ma nessuno se ne ricordava più perché la sua professione non la esercitava da molto tempo. Perché? Perché ogni giorno ricorreva un santo. L'avevano sentita dichiarare: "Nei giorni dedicati ai santi non si deve lavorare. È peccato! Si va all'inferno!" Era ridotta alla miseria: scalza, mal vestita e sfinita dalla fame, ma...? Un giorno il sagrestano, stanco di vederla sempre in chiesa a biascicare le stesse parole, si nascose dietro l'altare maggiore, proprio alle spalle della grande statua di Gesù, e quando lei, al mattutino, arrivò tutta contrita e cominciò a snocciolare le sue preghiere: "Oh Signore, salva questo mondo di peccatori! Su di me cala la spada della Tua giustizia! Io soltanto devo pagare per la felicità del mio prossimo. Il mondo pecca perché io possa soffrire sulla terra e realizzare la missione che Tu mi hai affidato: Salvare il mondo!" Il sacrestano, che di queste lamentazioni ne aveva sentite tante e tante, non ne potette più e, camuffando la voce usando le mani a conchiglia sulla bocca, con tutta l'enfasi che potè, imitando l'ipotetica voce di Dio, le disse: "Cecilia, o feste o non feste, lavora e fatti la veste!" La meraviglia di Cecilia e l'ottima interpretazione del sacrestano fecero sì che a quelle parole, Cecilia esclamasse: "Oh! Mi ha segnato la via! Il cielo ha sgravato il mondo del peccato e Gesù Cristo in persona vuole che torno al lavoro. Per non più peccare e per guadagnarmi le gioie del Paradiso, obbedisco!" Così fece e, a casa - nel suo laboratorio -, si mise subito al lavoro. Solo così poté comprare il necessario e vivere comodamente tra il ... felice e contenta. |