scemo?

Uno scemo per aver inventato

un indovinello sposa una principessa

C'era una volta, ai tempi passati, una vedova che aveva un figlio mezzo scemo, e - poveretta - ne soffriva.

Il re di quella regione aveva una bella figlia, che pur nell'età di andarsi a maritare, rifiutava ogni partito.

Il re era vecchio e, poiché voleva morire tranquillo e lasciare la principessa maritata, riuscì - dopo mille preghiere - a farle promettere che avrebbe sposato colui che le avesse detto un indovinello complicato e di difficile spiegazione.

Il re, subito, fece un bando:

Chi riuscirà a fare un indovinello 
che la principessina non risolverà, 
diventerà suo sposo.
Parola di re. 

A tale bando molti nobili dettero alla principessina  degli indovinelli da risolvere, e lei, la principessa, li risolveva con somma facilità.

Al nostro scemo venne il ticchio di presentar lui un indovinello alla reale fanciulla, e chiese il consenso della madre.

La mamma, conoscendo l'idiozia del figlio, tentò di dissuaderlo dal proposito, ma non potendo vincere la sua cocciutaggine e temendo che il re, indispettito da tanta audacia, condannasse a morte lei e lo scemo, decise di avvelenarlo per evitare ogni sofferenza al figlio e a lei .

Cosa fece? Il giorno in cui il figlio doveva recarsi alla reggia, gli dette una focaccia avvelenata.

Il giovane era al settimo cielo e fischiettando se ne andava con il suo cane, che si chiamava "Bello".

Dopo un paio d'ore di cammino pensò di riposarsi e, siccome aveva fame, tirò fuori la focaccia e, prima di addentarla, ne dette un pezzo al cane.

La povera bestia pochi minuti dopo stramazzò a terra e morì tra mille tormenti.

Scemo era, ma ci voleva poco per capire che qualcosa non andava e, senza pensarci due volte, gettò la focaccia avvelenata e si mise a dormire sotto un albero.

Una volpe, attratta dall'odore della carne, si avvicinò al cane morto, e ne mangiò una parte.

Poco tempo dopo anche la volpe, assalita da forti dolori, morì.

Svegliatosi lo scemo, vide la volpe, ed accortosi che era incinta, le squarciò la pancia e vi trovò sette piccole volpi.

Pensò di cuocerli - la fame era rimasta intatta - e, non avendo combustibile, si recò nella vicina chiesa del convento che in quell'ora era deserta.

Entrò, guardò e... visto il messale, stracciò parecchi fogli e propriamente quelli dove era scritto il vangelo.

Al centro della chiesa, acceso un bel fuocherello, arrostì alla meglio i volpicini e se li mangiò.

Non trovando da bere, salì su di una sedia, e bevve l'acqua che era contenuta nella lampada, sospesa alla volta di una cappella.

Dopo riprese il cammino, e giunse alla reggia.
Pensa e pensa... Ecco che pensa, camminando camminando:

Presentatosi alla principessa le disse il seguente indovinello:

Pizza ammazza Bello,
Bello ammazza sette,
Me l'arrosto sopr'alle parole sacrate
E mi mangio la carne, che non era nata;
Poi mi bevo l'acqua
Che né cielo, né terra tocca.

La principessa lungamente meditò e meditò  su questo indovinello, ma, per quanto si mangiava il cervello, non riuscì a risolverlo.

Alla fine si dette per vinta, e fu costretta a sposarsi il giovane scemo.

Come vissero? Ma felici e contenti!
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