Questa sceneggiatura ha tenuto conto di queste storie: COMMARA FORMICHETTA di Lecce |
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LA FORMICUZZA di Ostuni |
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LA STORIA DELLA FORMICHINA di Valenzano |
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Musiche di Giovanni Iaffaldano
Musica ouverture
Scena:
Tre pannelli disposti a copertura del fondo: uno centrale, provvisto di
finestrella con battenti per permettere l’apertura e la chiusura, e
due pannelli di dimensioni diverse e intagliati in modo astratto,
lateralmente ed in posizione avanzata verso il proscenio. I pannelli
possono essere dipinti, con vivacità e creatività seguendo l’estro
della piccola compagnia teatrale che metterà in scena la favola LA
STORIA DELLA FORMICHINA. Un leggio, a
destra ed al limite del pannello, sarà il punto di riferimento per il
narratore che, pur muovendosi liberamente, tornerà al leggio ogni
qualvolta gli eventi di collegamento della favola gli consentiranno di
essere al centro dell’attenzione. Da sinistra appare la formichina. NARRATORE
C’era una volta una formica religiosissima. (La
formica mima l’ingresso in chiesa: s’inginocchia, si segna con la
croce e poi in contemporanea con la narrazione, la raccolta della
monetina) Andava sempre in chiesa. Ed è proprio dalla chiesa che
comincia la nostra storia. Tra i banchi della chiesa, tra una preghiera
e l’altra, il suo sguardo cadde su una monetina da due soldi, la
raccolse e mascherando la sua contentezza uscì dalla chiesa. La sua
mente vagava alla ricerca del modo migliore per investire un capitale
così grosso... FORMICHINA
(Pensierosa) Vado al mercato e mi compro un’arancia...,
ma se compro l’arancia devo buttare la buccia.., no no no, non mi
conviene. Vado al mercato e mi compro una pesata di grano... ma se
compro il grano... devo buttare... no no no, non mi conviene. Vado al
mercato e mi compro una mela... ma se compro la mela devo buttare... no
no no, non mi conviene. Vado al mercato e mi compro una pera... ma se
compro la pera... Vado al mercato... compro le noci... Vado al
mercato... compro le mandorle... No! Vado al
mercato e mi compro... vado al mercato, mi compro un nastrino e mi metto
alla... Mima la camminata e canta Ho trovato, ho trovato come impegno la ricchezza: al mercato, al mercato compro un nastro colorato. Ed inizia la mia festa affacciata alla finestra. Son felice, ho deciso, qui lo dico e lo preciso, impazzir farà il mio viso impazzir farà il mio viso. (Esce di
scena) NARRATORE E proprio così fece: andò al mercato, comprò il nastrino, s’infiocchettò la testa e, fattasi bella, si mostrò affacciata alla finestra. La formica, che si è posizionata dietro il pannello centrale, apre la finestra del pannello e, con in testa il nastrino, vede passare i vari pretendenti Passò di lì un ciuccio... CIUCCIO
(Entra da sinistra, vede la formichina e, canta La
sfilata degli animali ) Commara
formichina bella, vuoi per sposo a me? FORMICHINA
Sì! Ma fammi sentire la tua voce! CIUCCIO lH OH, IH OH, IH OH la mia voce fuor trarrò e infiammare ti farò più del fuoco del falò IH
OH, IH OH, lH OH, IH OH FORMICHINA
va via, va’ via, va’ via da me va via, va’ via, va’ via da me. CIUCCIO Sciocca insulsa formichina con in testa quella trina certo andrai in rovina come pulce dentro farina come pulce dentro farina. Esce da destra NARRATORE Ed il ciuccio se ne andò. (Musica CANE
(Entra da destra) Commara formichina bella, vuoi per sposo a me? FORMICHINA CANE UO’ UO’ UO’ la mia voce fuor trarrò e infiammare ti farò più del fuoco del falò UO’ UO’ UO, UO’ FORMICHINA va’
via, va’ via, va’ via da me va’ via, va’ via, va’ via da me. CANE
con in testa quella trina certo andrai in rovina come pulce dentro farina come pulce dentro farina (Esce
da sinistra) NARRATORE
Ed il cane se ne andò. (Musica GATTO
(Entra da sinistra) Commara formichina bella, vuoi per
sposo a me? FORMICHINA GATTO
la mia voce fuor trarrà e infiammare ti farò più del fuoco del falò MIAO, MIAO, MIAO, MIAO. FORMICHINA va’ via, va’ via, va’ via da me va’ via, va’ via, va’ via da me. GATTO
con in testa quella trina certo andrai in rovina come pulce dentro farina come pulce dentro farina Esce da
destra NARRATORE
Ed il gatto se ne andò. (Musica SORCIO
(Entra da destra) Commara formichina bella, vuoi per
sposo a me? FORMICHINA SORCIO
canto sempre notte e dì Una signora che mi sentì venne meno lì per lì GÌ GÌ, GÌ GÌ; GÌ GÌ, GÌ GÌ FORMICHINA vieni su, vieni costì il mio cuore s’invaghì il mio cuore s’invaghì. (Sulla musica, il sorcetto raggiunge
la formichina alla finestra) NARRATORE
Il sorcetto piccolino per le scale sali, entrò e la formichina
si precipitò a sbarrare la porta. (Musica) Per amore si presero ed
in amore vivevano. FORMICHINA (Abbracciata al sorcio, alla finestra
cantano: Conosco il paradiso) Or conosco il paradiso il dolore è stato ucciso Con il sorcio per marito m’è tornato l’appetito SORCIO di tristezza non c’è macchia mangio e bevo in quantità e di due sono la metà FORMICHINA
Conosciamo il paradiso SORCIO il dolore è stato ucciso Siamo ognun per la metà
tutto il resto è vanità
(Si chiude la finestra mentre sfuma la musica) NARRATORE
Ma, a dispetto di tanto amore, il tempo trascorreva e... trascorse fino
a che un giorno, un bel giorno.., un brutto giorno, le scorte si
esaurirono e la formica dovette uscire di casa in cerca di cibo, perché
se è vero che non si vive di solo pane è altrettanto vero che non si
vive di solo amore. Prima di uscire, la formichina mise sul fuoco una
pentolina con un sughetto e dopo le solite raccomandazioni... FORMICHINA NARRATORE SORCIO Col mio
lindo grembiulino rigoverno e poi cucino Sono sorcio
assennato or che moglie ho pigliato. Sono proprio
fortunato per di più emancipato con formica
coniugato con formica sistemato (Continua a mimare il suo da fare) NARRATORE SORCIO Col mio
lindo grembiulino Sono sorcio assennato or che
moglie ho pigliatoooooooooo Gli cade il cappello, fa per
riprenderlo ma… perde l’equilibrio e sparisce lasciando la finestra
aperta NARRATORE Musica.
Arriva la formichina. S’ode bussare fuori scena. Al deposito!
(Scompare) NARRATORE
Raggiunge il deposito... nessuna traccia. La speranza, ultima a
morire, spinse la formichina a continuare la ricerca. FORMICHINA
(c.s). In cucina! NARRATORE
Raggiunge la cucina... FORMICHINA Il mestolino
di legno nel pentolino sul fuochino? (Seguendo un presentimento:
guarda e scopre il sorcio cotto) Oh! NARRATORE
Salì, s’affacciò, guardò e scoprì la triste verità. FORMICHINA Oh oh oh oh
oh oh dal dolore morirò Oh oh oh oh
oh oh dal dolore morirò Poi, continuando il lamento, il
corteo s’allontana fino a scomparire insieme al canto funebre. NARRATORE
(Che si era staccato dal corteo,
con aria d’occasione, s’appresta a concludere) E pianse.., (S’ode ancora lontano
il pianto della formichina) come pianse
la triste formichina dalla triste storia. (Il lamento della
formichina sta per finire) E piangendo giurò che sarebbe
vissuta nella vedovanza ricordando sempre il suo bel sorcio e la sua
triste fine. (Termina il lamento) Pare però... (S’apre la finestra e appare,
sfolgorante, col suo nastrino colorato, la formichina. Sembra in attesa) che alcuni giorni dopo sia stata vista
una formichina con in testa un nastrino colorato affacciata alla
finestra di casa sua. La musica cresce e senza parole
riprende la sfilata degli animali. Manca il sorcio. Gli altri animali
ritentano di conquistare la formichina, ma lei risponde a tutti di no.
Con la musica si spengono le luci
sul quadretto della formichina che aspetta e aspetta... E aspetta
ancora |
Un contributo in rima
C’era
c’era c’era
C’era
una volta un Re C’era
una volta una famiglia Le
ho divise a dovere... Chi
son io? Ma il vostro favoliere! E
come il grano che costa sudore e
non cresce mai per errore voglio
a voi riportare, ed
ogni orecchio adottare, il
passato, quello buono, senza
stare sopra un trono. E
come quando intorno al braciere La
famiglia aveva piacere di
sentire dal nonnino dallo
zio o dal vicino quelle
storie di magia condite
di dolce fantasia io
adesso voglio iniziare queste
favole a raccontare. State
attenti: tu e tu! Spegnete
la Ti Vu. Iniziamo
il grande viaggio sperando
in qualche vantaggio. Zitti!
Buoni! Siete pronti? Avete
fatto letture e conti? Bene!
Andiamo a favolare oltre
i monti, oltre il mare E
con una parlata sciolta si comincia: C’era una volta...
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