approfondimento |
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C'era una volta, in una masseria, un toro cornuto. Questo era il padre di tutti i vitelli: piccole mucche e torelli... era il toro più toro di tutti, insomma. E non solo doveva allargare la famiglia ma doveva anche andare a lavorare all'aratura per tenere il terreno pulito dall'erba tirandosi dietro l'aratro. Un giorno il toro disse tra sé:
Quella volta, in quella masseria, c'era anche un asino orecchione che ogni mattina trasportava il letame della stalla e quando finiva quel lavoro lo toglievano dal carretto e lo legavano all'aratro. Quando i lavori erano finiti lo mandavano nella stalla, libero di mangiare quel poco che trovava. Quando, quel giorno, l'asino entrò nella stalla vide il toro afflitto e gli chiese:
Passò qualche giorno e il toro si stava riducendo pure lui pelle e ossa. Davanti alla masseria uno dei garzoni stava dicendo ad un altro:
L'asino che aveva sentito tutto andò nella stalla e disse al toro:
Quando arrivò il carretto dei macellai, il toro, poggiando le zampe anteriori sulla mangiatoia, si mise a mangiare come un dannato. I garzoni a quello spettacolo si guardarono in faccia e Nicola disse all'altro:
E così decisero di lasciarlo ancora in vita e congedarono i macellai, che pretesero la doppia caparra. Quando tutti uscirono dalla stalla il toro disse all'asino:
L'asino rispose:
Il toro capì che aveva sbagliato e da quel giorno ritornò a fare il suo lavoro di sempre. |