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In cantiere.

Fiorina

Vivevano una volta tre figlie ed un padre; questi aveva di proprietà soltanto una vacca e una casa. Ammalatosi, prima di morire, chiamò le figlie vicino al letto, e disse: "Figlie mie, vi lascio solamente quello che ho: la vacca e la casa".

La figlia maggiore subito disse: "La casa è per me".

E la seconda: "La vacca è per me".

Allora il padre rivolto alla figlia più piccola disse: "Figlia mia, a te lascio la benedizione paterna".

La più piccola, Fiorina (così la chiamavano), così rispose:

"Padre mio, se anche fossi stata io la prima a scegliere, avrei preferito sempre la tua benedizione".

Intanto il vecchio morì, e le due sorelle maggiori cacciarono di casa Fiorina. Forte della benedizione paterna la piccola si mise in cammino. Attraversò un bosco e si trovò davanti un paese. Strade e stradine. Arrivò al centro del paese con una fame che non teneva manco la forza di fare un passo. C'era una trattoria. Domandò al padrone se voleva darle da mangiare; ma quegli le domandò:

"Hai il danaro per pagare?" La fanciulla rispose: "Non ho soldi, ma ho la benedizione di mio padre".

Il padrone la cacciò dicendole: "Va a mangiarti la benedizione paterna!"

Una vecchia che passava di lì, sentì quelle parole e disse alla poverina: "Vuoi venire con me in mezzo al bosco, dove ho una casa? Però non ho nulla da darti a mangiare". La fanciulla accettò. Giunsero alla casetta, che era brutta e oscura, e la vecchia le disse: "Se vuoi mangiare, devi prima pulire la cucina".

La fanciulla non curando la stanchezza, si mise a fare i servizi; dopo prese il tegame e lo mise sul fuoco con la sola acqua, ma quando la scodellò, vi trovò molta pasta di diversa qualità.

La vecchia le domandò: "Come ti chiami?" "Fiorina" - rispose la fanciulla. - "Vieni a tavola: scegliti un piatto". Ella scelse il piatto meno condito.

Poi la vecchia disse: "Bevi il vino"; ma ella bevve l'acqua. La vecchia allora comprese che la fanciulla era timida e le disse:

"Tu devi andare dal re, vestita da paggio, perché è ammalato e non può guarire; vedi che la sua malattia, non grave, è causata da tre aghi che sono conficcati nel materasso del suo letto; gli devi dire che sei capace di guarirlo in un'ora".

Ella si presentò alla reggia, e raccontò ogni cosa ai cavalieri i quali si fecero beffa di lei; nessuno le credeva, ma le fu permesso di salire in corte. Giunta dinanzi al re, gli disse: "Io sono capace di guarirti!".

Il re rispose:

"Son venute molte persone dotte per guarirmi, e non ci sono riuscite". Ella continuò: "Però, devi permettere che io stia sola nella tua stanza".

Il re acconsentì, ed ella rimasta sola scucì il materasso e tolse i tre aghi che non gli facevano prendere sonno.

Fiorina, uscita dalla reggia, andò a gettarli in un fiume; e quando il re ritornò a riposarsi nello stesso letto, dormì tre notti e tre giorni di seguito. Ella poi ritornò al palazzo reale, e notò un grande silenzio. Quando il sovrano si svegliò, chiese notizie di Fiorina; i camerieri l'andarono a chiamare dalla cucina. Il re, a sentire che l'avevano trattata così male, punì i cortigiani, e scelse la sua salvatrice come prima consigliera. Tutti a corte la invidiavano e facevano il possibile di rovinarla. Quindi dissero al re che ella era capace di rapire la coperta dell'orco verde; ed il re per provarne la bravura, le ordinò d'andarla a prendere.

Lungo la strada Fiorina ebbe da una vecchia tre noci; con queste doveva impadronirsi della coperta dell'orco.

Quando fu al luogo designato, ruppe le tre noci, da cui uscì vino promitivo, liquore e zucchero; questo liquore formò una fontanella. L'orco, vide la fontanella e ne bevve quel succo. "Quant'è buono!", disse tre volte. Non era abituato ad un vino così doppio, si ubriacò. In tal modo Fiorina poté rapire l'orco e la coperta e li portò al re. I cortigiani vedendola tornare, se ne meravigliarono. Presero l'orco e lo chiusero in una gabbia; allorché fu sveglio, esclamò: "Nessuno mi ha potuto prendere, solo una donna è stata capace!"

Il re, avuto notizia della nuova prodezza di Fiorina, volle sposarla, e si fecero grandi festeggiamenti.

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