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Una volta s'impicca Nicola!

C'era una volta un padre molto assennato, che voleva assai bene all'unico figliuolo. Vedendolo d'indole troppo buona ed ingenua, gli consigliava di essere guardingo ed astuto per non farsi ingannare dai compagni, i quali non sempre sono leali.

Ma il giovanetto, credendo che tutti dovessero somigliare a lui nella sincerità e nell'affetto, non gli dava retta.

Morto il padre, lo lasciò erede di un ricco patrimonio; ed essendo egli inesperto della vita, si lasciò abbindolare dai molti compagni, che gli facevano mille moine, e gli mostravano sviscerato affetto per carpirgli danari e favori, e vivere da parassiti alle sue spalle.

Ben presto il patrimonio andò in fumo, sperperato nelle gozzoviglie e nei piaceri. Divenuto povero, Nicola, così si chiamava l'ingenuo giovane, fu abbandonato e negletto da tutti coloro, che fino allora lo avevano corteggiato e adulato, e vinto dalla disperazione, attaccò una fune alla trave del soffitto della sua camera, e s'impiccò.

Ma il padre, il quale aveva previsto la triste sorte, che sarebbe toccata al figlio, gli aveva lasciato un tesoro nascosto proprio sotto a quel soffitto; sicché quando al peso del corpo si spezzò la trave, Nicola cadde a terra coperto da una pioggia di monete d'oro.

E' da immaginarsi la sua meraviglia ed il suo stupore.

Egli comprese qual era stato il disegno del padre, e rinsavì. Raccolse il denaro, e se lo conservò gelosamente.

Quando gli amici lo videro un'altra volta nella ricchezza, e ne seppero la ragione, tornarono ad accarezzarlo, e a blandirlo; ma egli che, aveva imparato a conoscerli nelle tristi giornate della miseria, li allontanò dicendo: "Una volta s'impicca Nicola!"

Da questo racconto si ricava che gli amici veri si conoscono nelle disavventure, e che solo coll'esperienza si diventa saggio!

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