Approfondimento
della storia |
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Per lo studioso
Il racconto che ha come motivo
centrale la spartizione del raccolto basata sull’inganno corrisponde
al tipo 9B nella classificazione AARNE-THOMPSON. Tipi analoghi sono il
1030 (la divisione del raccolto), 1036 (maiali dalla coda riccia) e 1037
(l’orco tosa il maiale).
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Per
il letterato
La contrapposizione fra
l’animale furbo (di solito la volpe) e quello stolto e gabbato deriva
da quell’epica satirica sugli animali che ha il suo esempio letterario
più illustre nel medioevale Roman de Renart.
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Per
il folklorista
Appartiene
a un diffusissimo ed esteso gruppo di aneddoti, riguardanti affari che
sembrano semplici all’inizio per rivelare la complicazione alla fine,
e in cui uno dei soci ha la meglio sull’altro grazie all’astuzia. La
divisione truffaldina del raccolto a volte viene fatta dagli uomini,
altre volte da animali. In certi casi a essere gabbato è il diavolo
oppure l’orco. Le variazioni di questa fiaba sono le più svariate,
anche se l’idea centrale rimane la stessa: può trattarsi, per
esempio, della divisione dei maiali; uno dei soci avrà i maiali con la
coda riccia, l’altro si prenderà quelli con la coda dritta.
Naturalmente l’imbroglione sceglierà per sé i maiali con la coda
riccia. Oppure si tratta di scegliere gli animali da tosare: il furbo
sceglie per sé le pecore, lasciando all’ingenuo i maiali.
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Per il bibliografo
Compare nelle seguenti raccolte: |
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S.
LA SORSA, Tradizioni Popolari Pugliesi, Bari Roma, 1928,
parte I, nn. 4-5-6
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R.
NERUCCI, Racconti popolari pistoiesi, Pistoia, 1901, pp.
59-61. (In questa versione c’è la contrapposizione fra il
contadino astuto e il diavolo).
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