Per lo studioso

Corrisponde al tipo 763 nella classificazione Aarne-Thompson. Vi compaiono inoltre i motivi N500 (il tesoro ritrovato) e K1685 (gli scopritori del tesoro che si uccidono l’un l’altro).

 

Per il letterato

 

La fiaba pugliese ricalca un modello letterario, da cui molto probabilmente è discesa. Parliamo del “Pardoner’s Tale”, ovvero “Il racconto del venditore di indulgenze”, che compare nei Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer. In questo racconto, ci sono tre ubriachi che progettano di trovare e uccidere la morte, che incolpano dell’uccisione di un loro amico. Un uomo anziano, a cui si rivolgono, dice loro che potranno trovare la morte ai piedi di un albero. Quando raggiungono l’albero, vi trovano un mucchio di monete d’oro, e così si dimenticano della loro ricerca della morte. Tirano a sorte, per vedere chi di loro dovrà andare a procurarsi cibo e vino, mentre gli altri due montano a guardia del tesoro. I due uomini che rimangono a fare la guardia, complottano per uccidere l’altro. Contemporaneamente, l’uomo che è andato a procurare da mangiare e da bere, avvelena il vino. Quando egli ritorna, è aggredito e ucciso dagli altri due, i quali, però, in seguito bevono il vino avvelenato, e così muoiono anche loro.

 

Per il folklorista

La storia di Chaucer, così come la fiaba pugliese che ne è un’evidente derivazione, si presenta con la forma e l’andamento di un exemplum, ovvero un aneddoto utilizzato per illustrare e dare forza a un insegnamento morale.

La storia dei tre che vanno alla ricerca della morte, però, si deve essere formata precedentemente alla tradizione degli exempla medievali, essendo basata su una narrazione popolare di origine orientale.

 

          
Per il bibliografo
Compare nelle seguenti raccolte:

  • S. LA SORSA, Tradizioni Popolari Pugliesi, Bari Roma, 1928, parte II, n. 24.

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