ANGELO CAPOZZI
PREMESSA
(Fiabe raccolte a Borgo Croci)
La serie di fiabe, favole, racconti religiosi, racconti umoristici ecc., che vi presentiamo, è stata quasi interamente raccolta tra i terrazzani (di Borgo Croci).
Essi hanno, da sempre, ricevuto da bisnonni, nonni, genitori e dal parentado, alcuni "blocchi informativi" funzionali alla risoluzione di problemi esistenziali e alla formazione educativa dei soggetti.
Per quel che riguarda l'aspetto esistenziale ritroviamo soprattutto il formulario delle credenze e i riti magici; l'intervento educativo è costituito dalle fiabe, dalle favole, dai racconti religiosi, moralistici, ecc.
Durante il lavoro di raccolta ho notato che i terrazzani non riuscivano a distinguere nettamente i confini tra realtà ed invenzione; anzi, per essere più precisi, erano più propensi a credere vere le fiabe e le altre forme di narrativa popolare, piuttosto che frutto della fantasia. Forse una causa di quello che si è detto la ritroviamo nelle parole di Italo Calvino: «[...]le fiabe sono vere. Sono, prese tutte insieme, nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata nel lento ruminio delle coscienze contadine fino a noi; sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto per la parte di vita che appunto è il farsi d'un destino [...]».
Quando ho indicato i racconti religiosi col termine «favolette», i terrazzani mi hanno rimproverato ricordandomi che sono «Cose di Dio»; fatti realmente accaduti quando Gesù Cristo «camminava sulla terra» anche se non vengono menzionati, per niente nel Vangelo).
L'accettazione del patrimonio tradizionale (a livello magico e religioso, a livello di narrativa popolare, ecc.) avviene, purtroppo, in maniera piuttosto acritica, cioè senza distinguere le componenti positive da quelle negative, frenanti lo sviluppo culturale e sociale.
Mentre la tradizione crea canali vitali per lo sviluppo della vita sociale, presenta (nel contempo) anche una serie di ostacoli alla crescita armonica della personalità dell'individuo.
Perché raccogliere fiabe e racconti popolari? Perché sono di un'importanza fondamentale negli ambiti educativi scolastici, domestici, del tempo libero, ecc.; soprattutto la fiaba.
I terrazzani mi hanno riferito che le fiabe venivano ascoltate sia dai bambini che dagli adulti. Questo fatto trova conferma in una delle riflessioni di Bettlheim: la fiaba parla a livelli diversi a bambini ed adulti.
A livello simbolico nella narrativa popolare i numeri dispari 3, 5, 13, ecc. sono molto importanti (come lo sono d'altra parte nel mondo magico).
Il numero 3 in genere ha un'importanza simbolica particolare. È il numero che si riferisce alla Trinità, ma è anche il numero degli elementi della vita: la terra, l'aria, l'acqua (presenti nella fiaba «Le tre vesti» appunto simboleggiati dai tre vestiti), dei diversi aspetti della personalità di ciascun uomo (Es, Io e Super-Io), rilevabili attraverso una lettura psicanalitica della fiaba.
Italo Calvino, al riguardo, presentando la sua raccolta afferma: «Se di ciascuna fiaba io seguo una versione raccolta in una data località o regione, ciò non vuol assolutamente significare che quella fiaba è di quel luogo. Le fiabe, si sa, sono uguali dappertutto. Dire "di dove" una fiaba sia non ha molto senso [...]».
Per fare un esempio che c'interessa da vicino, possiamo considerare i nostri racconti religiosi di Gesù e San Pietro, alcuni dei quali li ritroviamo nelle «Fiabe italiane» di Calvino come raccolte in Sicilia e in Friuli.
A conclusione di questa sintetica premessa vorrei invitare gli insegnanti, gli operatori del tempo libero, i genitori, i nonni, ecc., a riscoprire il valore didattico-pedagogico della fiaba.
Nella scuola, in modo particolare, bisogna farle ascoltare (ripetendo più volte la stessa fiaba e stando accorti a soddisfare particolari richieste dei bambini), studiarle nella struttura e nelle diverse funzioni, per arrivare con molta naturalezza alla creazione delle stesse da parte dei bambini. Il tutto possibilmente inserito in un discorso interdisciplinare (fiaba - musica - fiaba - drammatizzazione - fiaba - disegno ecc.), in un processo didattico che vede la fiaba arricchita dagli altri linguaggi, o che utilizzi quest'ultimi come verifica della reale comprensione dei diversi "ingredienti" del racconto (uso del disegno e della drammatizzazione come verifica della comprensione).
ANGELO CAPOZZI
Con LINO DI TURI hanno contribuito, con pubblicazioni e/o realizzazioni varie, al recupero delle "storie" di Puglia durante i trascorsi anni
Saverio La Sorsa, Domenico Giusti, Angelo Capozzi, Mario Scelsa, Lino Angiuli, Giovanni Minardi,
Serena Zambati, G. Battista Bronzini, Giuseppe Cassieri, Franca Pinto Minerva, Francesco Calè, Giovanni Iaffaldano,
Luisa Santelli Beccegato, Maria De Bellis, Vito Matera, Antonio Parisi.