Approfondimento della storia

 
   

Per lo studioso

Corrisponde al tipo 432 della classificazione Aarne-Thompson (il principe travestito da uccello): rispetto alla struttura specifica di questo tipo, però, viene a mancare il particolare del principe che, per penetrare nella torre in cui è rinchiusa la fanciulla amata, si traveste da uccello, ferendosi per questo motivo. Si mantiene, invece, il tema del ferimento con le schegge di vetro. È da rilevare che solitamente la fanciulla apprende il segreto per guarire l’amato non perché i due orchi glielo rivelano spontaneamente (come nella variante pugliese), ma perché lei ne ascolta di nascosto il dialogo: un elemento che corrisponde al motivo N452 dell’indice dei motivi del Thompson e che compare anche nel tipo 613, in cui il protagonista origlia la conversazione fra diavoli, o comunque fra esseri soprannaturali. Nella storia pugliese, appaiono anche i motivi S181 (il ferimento con una trappola di vetri appuntiti), K1565 (vetri rotti per ferire e scoprire l’amante), L50 (la figlia più giovane vittoriosa): notiamo, a proposito di quest’ultimo, la presenza dello schema classico delle due sorelle più grandi invidiose delle fortune della sorella minore.

Per il letterato

La storia dell’amante-uccello compare numerose volte nella letteratura medioevale, per esempio in Yonec di Marie de France (un lai che però si sviluppa secondo un motivo molto diverso: la storia di un adulterio). Una fanciulla che risana il giovane amato, tramite un mezzo magico appreso in circostanze straordinarie, appare in due racconti del Basile (che probabilmente rielabora una precedente tradizione rinascimentale). Il primo è la storia di “Verdeprato” (II, 2), il cui svolgimento ricalca quello della storia pugliese: un principe, periodicamente, si incontra in segreto con la fanciulla amata, attraversando un condotto di vetro. Le sorelle invidiose, avendo scoperto il segreto, rompono il condotto, così che il principe si ferisce gravemente. La protagonista apprende il rimedio per risanare l’amato origliando la conversazione tra un orco e un’orca: si dovrebbe utilizzare il grasso ottenuto uccidendoli. La fanciulla con uno stratagemma uccide i due orchi e riesce a guarire il principe, ottenendolo così in sposo. Il secondo è la storia “Il serpe” (II, 5), il cui inizio, però, corrisponde più al tipo 433 della classificazione Aarne-Thompson (il principe in veste di serpente), con una donna che si lamenta per il fatto di non riuscire ad avere figli e un serpente che le si offre per figlio. Per una serie di circostanze, il serpente va in sposo a una principessa, la quale scopre che sotto la sua pelle in realtà si cela un principe. La storia si sviluppa poi secondo lo schema del tipo 432 (con probabili influenze da parte del tipo 425A), con il ferimento del giovane nel tentativo di fuggire attraverso una vetrata e con la protagonista che apprende da una volpe il se greto per risanare l’amato. In Francia, Madame d’Aulnoy pubblicò un racconto con il principe-uccello (L’oiseau bleu) nel 1702.

Per il folklorista

Sotto forma di racconto orale, la fiaba è diffusa oggi nei paesi mediterranei. È molto popolare anche in Scandinavia (dove è arrivata, molto probabilmente, attraverso la versione letteraria di Madame d’Aulnoy). È interessante rilevare che la sua diffusione geografica presenta, per così dire, delle lacune: non sembra, infatti, che sia stata raccolta in Germania, né nel resto dell’Europa nordoccidentale, e nemmeno nelle Isole Britanniche o nei paesi slavi dell’ovest. Se ne conoscono, invece, versioni russe e indiane. I rapporti tra le versioni indiane e quelle europee rendono quindi interessante il problema delle sue origini.

 

 

 

  

Per il bibliografo
Compare nelle seguenti raccolte:

 

  • I. CALVINO, Fiabe italiane, Torino, 1956, nn. 18, 188.

  • S. LA SORSA, Tradizioni Popolari Pugliesi, Bari Roma, 1928, parte IV, nn. 35, 37.

  • G. RUA, in “Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, VI, 1887, p. 401.

  • L. DI FRANCIA, Fiabe e novelle calabresi, Torino, “Pallante”, fasc. 3-4, dic. 1929, fasc. 7-8, ott. 1931, n. 4

  • I. VISENTINI, Fiabe mantovane, “ Canti e racconti del popolo italiano”, vol. VII, Torino, 1879, nn. 3, 17.

  • G. PITRE’, Novelle popolari toscane, parte I, Roma, 1941, n. 4.

  • D. G. BERNONI, Fiabe e novelle popolari veneziane, Venezia, 1873, n. 17.

  • CH. SCHNELLER, Märchen und Sagen aus Wälschtyrol, Innsbruck, 1867, n. 21.

  • G. TARGIONI-TOZZETTI, Saggio di novelline, canti ed usanze popolari della Ciociaria, “Curiosità popolari tradizionali”, vol. X, Palermo, 1891, n. 7.

  • F. LORIGA, Novelle sarde, in Manoscritto 59 del Museo di arti e tradizioni popolari, Roma, n. 9.

  • G. FINAMORE, Tradizioni popolari abruzzesi, vol. I, Novelle, Lanciano, 1882-85, n. 21.

  • G. PITRE’, Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, Palermo, 1875, 4 voll., I, n. 38.

  • G. PITRE’, Cartelli, Pasquinate, Canti, Leggende, Usi del popolo siciliano, Palermo, 1913, n. 10.

  • G. PITRE’, Fiabe e Leggende popolari siciliane, Palermo, 1888, n. 7.

  • G. SCHIRO’, Canti tradizionali ed altri saggi delle colonie albanesi di Sicilia, Napoli, 1923, n. 3.

 

TornaVaicasa2