Approfondimento della storia

BravFurbo

 

   


Per lo studioso


Questa fiaba pugliese sembra una versione semplificata del tipo 1525 nella classificazione Aarne-Thompson (mastro ladro): si tratta della storia principe di tutte le fiabe riguardanti ladri e ladroni.


Per il letterato
 

La storia, solitamente, si struttura attorno a un nucleo essenziale, formato da una ben determinata serie di episodi quasi sempre presenti dappertutto. A questo nucleo, poi, si vanno ad aggiungere, liberamente altri episodi, che rispondono allo stesso impianto narrativo, e che variano a seconda delle aree geografiche. La parte più comune di questa fiaba, solitamente, comincia con il ritorno a casa di un figliol prodigo, che ha fatto fortuna e che si vanta della sua bravura di ladro. Un conte delle vicinanze viene a sapere delle vanterie del protagonista e lo sfida a commettere una serie di furti in condizioni pressoché impossibili. Il ladro riesce a superare tutte le prove imposte dal conte: ruba i cavalli da sotto il naso delle guardie che li montavano, o facendo ubriacare le guardie o travestendosi da vecchia; ruba del bestiame scortato liberando un coniglio, al cui inseguimento si lanciano tutti. Alla fine, il conte lo sfida a sfilare un anello dal dito della contessa e un lenzuolo dal suo letto mentre essa dorme. Egli ci riesce, nonostante che il conte stesso monti la guardia, armato, nella stanza della contessa: il ladro fa affacciare un pupazzo (o un cadavere) alla finestra, e il conte gli spara. Credendo di aver ammazzato un uomo, e volendo mettere a tacere lo scandalo, il conte esce per andare a sotterrare il morto. Il ladro penetra nella stanza buia e, spacciandosi per il marito, convince la contessa a consegnargli il lenzuolo per avvolgervi il cadavere, e a cedergli l’anello, con l’argomentazione che sarebbe un degno omaggio, per il morto, sotterrarlo con l’anello per il quale ha rischiato la vita. Quando il conte ritorna, marito e moglie si rendono conto di essere stati imbrogliati. Alla fine di questa serie di furti, il ladro è catturato e condannato a morte. In attesa dell’esecuzione, viene rinchiuso in un sacco. Riesce però ad evadere: persuade infatti un passante a sostituirlo nel sacco, dicendogli che è lì in attesa di ascendere al cielo.

Per il folklorista

Come già detto, attorno a questa parte centrale della fiaba, che ne costituisce il nucleo, si possono sviluppare liberamente una serie di aggiunte, che variano anche di molto. Questa storia appare in quasi ogni raccolta europea e asiatica e, sia pure in forma non altrettanto continua e omogenea, in tutte le altre parti del mondo. In particolare, del nucleo centrale della fiaba sono state raccolte, in tutto il mondo, oltre settecento versioni orali. Essa, inoltre, ha iniziato ad avere fortuna anche nell’ambito letterario già a partire dal XVI secolo, con la pubblicazione della raccolta Schimpf und Ernst di Johannes Pauli.

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Per il bibliografo
Compare nelle seguenti raccolte:

  • J. & W. GRIMM, Kinder- und Hausmärchen, Leipzig, 1856, libro III, n. 192.

  • I. CALVINO, Fiabe italiane, Torino, 1956, nn. 117, 123.

  • S. LA SORSA, Tradizioni Popolari Pugliesi, Bari Roma, 1928, parte IV, n. 24.

  • G. FINAMORE, Tradizioni popolari abruzzesi, vol. I, Novelle, Lanciano, 1882-85, n. 24.

  • DOLFO ZORZUT, Sot la nape… (I racconti del popolo friulano), vol. II, Udine, 1925, p. 16.

  • G. AMALFI, XVI  conti in dialetto di Avellino, Napoli, 1893, n. 13.

  • T. GRADI, Saggio di letture varie per i giovani, Torino, 1865, p. 105.

  • G. PITRE’, Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, Palermo, 1875, 4 voll., III, nn. 154, 155, 190.

  • G. PITRE’, Fiabe e Leggende popolari siciliane, Palermo, 1888, n. 71.

  • G. DI GIOVANNI, Venticinque canti e novelline popolari siciliani, Palermo, 1888, n. 25.

  • L. GONZENBACH, Sichilianische Märchen, Leipzig, 1870, 2 voll., n. 37.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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