Approfondimento della storia

 ApproViPasto

 


Per lo studioso
 

Corrisponde al tipo 670 nella classificazione Aarne-Thompson (il linguaggio degli animali).

Antti Aarne ha ricostruito quella che dovette essere la forma originaria di questa storia nel suo Der tiersprachenkundige Mann und seine neugierige Frau (“F.F. Communications” n. 15, Hamina, 1914). Essa indubbiamente è stata portata in Europa dall’Oriente. Appare già nei più antichi testi letterari indiani. Si trova nelle maggiori raccolte orientali: il Rāmāyana, gliJātaka, la Vetālapañcavimśatī, il Tūtī-Nāmeh e le Mille e una notte (in cui è la “Storia del bue e dell’asino col contadino”). È popolare nell’Europa medievale. Compare nelle Gesta Romanorum, nella raccolta del Morlini, nello Straparola (XII, 3).


Per il letterato
 

All’inizio di questo tipo narrativo c’è un serpente che, in cambio di un servigio resogli, dona al protagonista la facoltà di intendere il linguaggio degli animali. La fiaba pugliese, però, si sviluppa, successivamente, con l’episodio del tesoro ritrovato grazie a questa capacità. La struttura classica del tipo fiabesco, invece, conosce un diverso svolgimento: il serpente aveva detto all’uomo che se avesse fatto parola con qualcuno della sua capacità di capire il linguaggio con gli animali, sarebbe morto. A casa, il protagonista coglie una conversazione fra due animali talmente buffa che lo induce al riso. La moglie gli chiede perché egli stia ridendo, ma lui le risponde che non può rivelarglielo. La moglie insiste tanto che lui è costretto a prometterle di dirle la verità. Egli è già preparato a morire, quando ascolta la conversazione di un gallo, che redarguisce quei maschi che sottostanno alle pretese delle mogli. L’uomo, allora, si rifiuta di rivelare il segreto alla moglie, e la bastona per punirla della sua curiosità.

Nonostante una così evidente e documentata origine letteraria, la storia è stata adottata dalla tradizione orale e può essere considerata a pieno titolo una fiaba popolare. Fa parte del repertorio fiabesco di ogni parte dell’Europa. È straordinariamente diffusa in Finlandia e nei Paesi Baltici. È registrata nel Vicino Oriente e nell’India. Al di là dell’India, la si può trovare nell’area dell’Annam e nell’isola di Giava. È la più popolare delle fiabe straniere che siano state adottate dai nativi dell’Africa. In America, invece, è scarsamente diffusa: se ne trovano tracce in Giamaica e nel Massachusetts.

Per il folklorista

È da rilevare, comunque, che quello della capacità di comprendere il linguaggio degli animali è un motivo folklorico molto antico e molto diffuso. Possedevano questa facoltà sia il Sigfrido delle saghe scandinave sia il Melampo dei miti greci: è significativo il fatto che entrambi avessero ricevuto questo dono da un serpente (o da un drago).

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Per il bibliografo

Compare nelle seguenti raccolte:

  • I. CALVINO, Fiabe italiane, Torino, 1956, n. 177.

  • S. LA SORSA, Tradizioni Popolari Pugliesi, Bari Roma, 1928, parte IV, n. 14.

  • G. PITRE’, Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, Palermo, 1875, 4 voll., IV, n. 282.

  • G. PITRE’, Fiabe e Leggende popolari siciliane, Palermo, 1888, nn. 48 bis, 49.

  • A. TIRABOSCHI, Sei quadernetti manoscritti di fiabe in dialetto bergamasco, Biblioteca civica, Bergamo, “Al bö e l’asen”.

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