Approfondimento della storia

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Per lo studioso
 

Corrisponde al tipo 1655 nella classificazione Aarne-Thompson (il cambio vantaggioso). Vi compare il motivo Z47 dell’indice dei motivi del Thompson (la serie di scambi fraudolenti).


Per il letterato
 

Fa parte di un vasto gruppo di fiabe sugli imbrogli e sugli affari conclusi con l’inganno. In particolare, in questo tipo fiabesco, gli scambi attuati dal protagonista possono variare da versione a versione: per esempio, si può partire con il protagonista che possiede solo un chicco di grano; un gallo mangia il chicco e lui reclama per sé il gallo. E però, in ogni variante resta intatto lo schema complessivo, basato su una catena di scambi sempre più vantaggiosi. Il protagonista, per concludere gli scambi in suo favore, di solito gioca su due paure: la paura dello scandalo o la paura di essere portati in tribunale. In alcune versioni, la fiaba si conclude con un episodio che sembra giustapposto alla struttura fondamentale, in quanto non ha niente a che vedere con la sequenza degli scambi uno più vantaggioso dell’altro: il protagonista si conquista una principessa e la rinchiude in un sacco; qualcuno, però, si rivela più furbo del protagonista e fa scappare la principessa, sostituendola con un animale o con un oggetto di poco conto.

Per il folklorista

Christiansen, in un’ampia monografia su questa fiaba, analizza una versione raccolta nell’isola di Barra (Scozia) e un’altra registrata nella contea di Kerry (Irlanda). Egli arriva alla conclusione che entrambe le versioni appartengono a una lunga tradizione che arriva fino all’Italia, passando per la Francia. Dal momento che, al di fuori dell’Europa, i due motivi, quello dei cambi vantaggiosi e quello della principessa nel sacco, si presentano separati, Christiansen ipotizza che la fiaba nasca dalla combinazione di questi due temi, operata in Italia, o in un altro paese dell’Europa meridionale (R. TH. CHRISTIANSEN, Bodach and T-Sìlein, “Béaloideas”, III, 1931, pp. 107-120).

Certo è che come storia orale la fiaba è molto popolare: la sua distribuzione va dalle Isole Britanniche fino alle Filippine. È largamente diffusa in Turchia (W. EBERHARD-P. BORATAV, Typen türkischer Volksmärchen, Wiesbaden, 1953, p. 37), mentre in Spagna se ne rilevano scarse tracce (A. M. ESPINOSA, Cuentos populares españoles, Madrid, 1946-47, 3 voll., III, p. 386).

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Per il bibliografo

Compare nelle seguenti raccolte:

  • S. LA SORSA, Tradizioni Popolari Pugliesi, Bari Roma, 1928, parte IV, n. 12.

  • G. PITRE’, Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, Palermo, 1875, 4 voll., III, n. 135.

  • “Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, Palermo, 1882 sgg., vol. VIII, p. 66.

  • Biblioteca del Museo Nazionale di Tradizioni popolari, mss. 151

  • “Rivista delle tradizioni popolari”, diretta da Angelo de Gubernatis, Roma, 1893-94, II, p. 31.

  • I. VISENTINI, Fiabe mantovane, “ Canti e racconti del popolo italiano”, vol. VII, Torino, 1879, n. 10.

  • G. ZANAZZO, Novelle, favole e leggende romanesche, “Tradizioni popolari romane”, vol. I, Torino-Roma, 1907, n. 15.

  • G. PITRE’, Novelle popolari toscane, parte I, Roma, 1941, in “Opere complete di Giuseppe Pitrè”, vol. XXX,  n. 46.

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