Approfondimento della storia

MasVal

 


Per lo studioso
 

Corrisponde al tipo 1640 nella classificazione Aarne-Thompson (il piccolo sarto valoroso). È nota come fiaba dell’”Ammazzasette”, poiché, nel suo schema classico, il protagonista – di solito un sarto – uccide sette mosche con una sola manata, e, nel suo orgoglio, esibisce una scritta che recita “Sette in un colpo”. Il re viene a conoscenza di questa scritta, e sottopone quindi il sarto a una serie di prove, fra cui l’uccisione di due giganti (nella versione pugliese compaiono tredici briganti) e la cattura di un unicorno. Il protagonista sposa così la principessa, ma quando il re scopre che il suo nuovo genero è in realtà un sarto, manda dei soldati ad arrestarlo. Il sarto, però, li spaventa con le sue millanterie, mettendoli in fuga (esattamente come nella versione pugliese). Il motivo del vanaglorioso uccisore di mosche è inoltre classificato come K1951.1 nell’indice dei motivi del Thompson.


Per il letterato
 

La fiaba, nella sua forma attuale, sembra derivare da un libro burlesco del Montanus, pubblicato nel 1592, sebbene la si trovi citata più volte nel corso del secolo precedente. Probabilmente ha origine orientale, dal momento che una storia analoga, assai vicina per struttura e sviluppo, si trova nella letteratura buddhista cinese (III sec. d. C. circa).

Per il folklorista

La fiaba è popolare nella tradizione orale di tutta l’Europa e del Vicino Oriente, ed è nota in mote parti dell’America, sia settentrionale sia meridionale. Si presenta, nella maggior parte dei paesi in cui è stata registrata, con numerose varianti, oltre 350, e con uno schema generale che si avvicina moltissimo, in quasi tutte, alla versione riportata nella raccolta dei fratelli Grimm. Vi sono episodi che si possono presentare in forma autonoma o che, nelle versioni abbreviate della fiaba, possono essere assenti. Gli studi più rilevanti e significativi sulla tradizione letteraria e sulla diffusione folklorica di questo tipo narrativo sono quelli effettuati da Bolte e Polivka (J. BOLTE – G. POLIVKA, Anmerkungen zu den Kinder- und Hausmärchen der Brüder Grimm, Leipzig, 1913-15, 5 voll., I, pp. 148-165) e dall’Espinosa (A. M. ESPINOSA, Cuentos populares españoles, Madrid, 1946-47, 3 voll., III, p. 222).

 

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Per il bibliografo

Compare nelle seguenti raccolte:

  • J. & W. GRIMM, Kinder- und Hausmärchen, Leipzig, 1856, libro I, n. 20.

  • I. CALVINO, Fiabe italiane, Torino, 1956, nn. 97, 199.

  • S. LA SORSA, Tradizioni Popolari Pugliesi, Bari Roma, 1928, parte IV, n. 25.

  • CENTRO D’ANIMAZIONE CULTURALE “SARABANDA VERDE”, M’ dess nononn, Fasano, 1986.

  • A. GIANANDREA, Novelline e fiabe popolari marchigiane, Jesi, 1878, n. 7.

  • C. CORONEDI-BERTI, Al sgugiol di ragazù, Bologna, 1883, n. 32.

  • V. IMBRIANI, La Novellaja Fiorentina, Livorno, 1877, pp. 575-580.

  • I. VISENTINI, Fiabe mantovane, “ Canti e racconti del popolo italiano”, vol. VII, Torino, 1879, n. 2.

  • CH. SCHNELLER, Märchen und Sagen aus Wälschtyrol, Innsbruck, 1867, nn. 53, 54.

  • G. PINGUENTINI, Fiabe, Leggende, Novelle, Storie paesane, Storielle, Barzellette in dialetto triestino, Trieste, 1955, n. 10.

  • DOLFO ZORZUT, Sot la nape… (I racconti del popolo friulano), vol. I, Udine, 1924, p. 157.

  • R. FORSTER, Fiabe popolari dalmateestratto da “Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, X, Palermo, 1891, n. 2.

  • C. MARZOCCHI, 130 novelline senesi, in Manoscritto 57 del Museo di arti e tradizioni popolari, Roma, n. 79.

  • A. DE GUBERNATIS, Le tradizioni popolari di S. Stefano di Calcinaia, Roma, 1894, app. n. 4.

  • A. DE NINO, Usi e costumi abruzzesi, vol. III: Fiabe, Firenze, 1883, n. 43.

  • “Rivista delle tradizioni popolari”, diretta da Angelo de Gubernatis, Roma, anno I, 1893-94, p. 528.

  • D. CARLOTTI, Racconti e leggende di Cirnu bella, Livorno, 1930, p. 187.

  • L. GONZENBACH, Sichilianische Märchen, Leipzig, 1870, 2 voll., n. 41.

  • G. PITRE’, Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, Palermo, 1875, 4 voll., II, n. 83.

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