Approfondimento della storia

app.ht1


Per lo studioso

Corrisponde al tipo 301 nella classificazione Aarne-Thompson (Giovanni l’orso). Vi compaiono il motivo L10 dell’indice dei motivi del Thompson (il figlio più giovane vittorioso); il motivo F92 (il pozzo come ingresso del mondo sotterraneo); il motivo K1931 (gli impostori abbandonano il compagno e usurpano il suo posto); il motivo B542.1.1 (l’aquila trasporta l’eroe verso la salvezza); F101.3 (il ritorno dal mondo sotterraneo a cavallo di un’aquila).

Per il letterato

Solitamente, il protagonista di questa fiaba è un ragazzo caratterizzato da una nascita soprannaturale e da una forza straordinaria. Viene cacciato di casa e sul suo cammino incontra tre compagni dotati di facoltà prodigiose. Insieme a costoro, raggiunge una casa nel bosco. A turno, uno rimane in casa, mentre gli altri vanno fuori. Ogni volta, quello che è rimasto a casa viene aggredito da un mostro, che esce da un buco nella terra. Il quarto giorno a rimanere in casa è il protagonista, il quale ricaccia il mostro nel buco dal quale è uscito. L’eroe allora segue il mostro, facendosi calare attraverso quel buco dagli altri tre, che lo reggono con una fune: qui sconfigge creature mostruose e libera tre fanciulle prigioniere, che poi vengono recuperate tramite la fune dai tre compagni.

Costoro, però, portano via le fanciulle e lasciano l’eroe al suo destino. Il protagonista riesce a tornare alla luce del sole grazie all’aiuto di un’aquila: arriva, proprio nel giorno delle nozze, al palazzo delle principesse liberate ed esibisce delle prove grazie alle quali smaschera i tre impostori.

Ci sono parecchie varianti che presentano un inizio diverso, con un mostro che nottetempo va a rubare nel giardino del re: i tre figli del re, a turno, montano la guardia, per cercare di scoprire il ladro; il più piccolo dei tre sorprende il mostro e lo insegue sottoterra, facendosi calare dai fratelli attraverso la buca nella quale il mostro è scomparso. Segue lo schema classico, con la liberazione delle fanciulle prigioniere e l’abbandono da parte dei compagni traditori.

Come si può notare, la struttura di questa versione pugliese mantiene integri tutti gli elementi propri di questo tipo fiabesco, con i compagni che, a turno, rimangono soli e assistono a un evento prodigioso; il protagonista che si fa calare nel mondo sotterraneo; la sconfitta dell’orco e la liberazione delle fanciulle; il tradimento dei compagni; la liberazione grazie all’aquila; lo smascheramento degli impostori. È da notare che lo smascheramento del “falso eroe”, che sostiene di aver ucciso il drago e liberato la principessa, è un elemento caratteristico anche della fiaba dell’”ammazza-draghi” (tipo 300 nella classificazione Aarne-Thompson).

La fiaba è stata analizzata da Friedrich Panzer (Beowulf, “Studien zur Germanischen Sagengeschichte”, n. 1, München, 1910, pp. 1-245), il quale ha “isolato” tre tipi fondamentali di questo racconto: il primo che comincia con la nascita meravigliosa dell’eroe, figlio di un orso e di un’umana;  il secondo, che inizia con lo schema del giardino meraviglioso del re, del ladro che ne ruba i frutti, dei tre figli del re che decidono di scoprire il ladro; il terzo che comincia con il rapimento di tre principesse da parte di un orco. Il Panzer ritiene che il primo tipo rappresenti la forma originaria del racconto e che il suo luogo di nascita sia da individuare nell’oriente.

Per il folklorista

È una delle fiabe più popolari di tutto il mondo: è conosciuta in tutta Europa, ed è particolarmente diffusa in Francia, dove il Delarue ne ha riscontrato circa 90 versioni (P. DELARUE, Le Conte populaire français, Paris, 1957, vol. I, p. 116), e in Spagna (si veda A. M. ESPINOSA, Cuentos populares españoles, Madrid, 1946-47, 3 voll., II, p. 502). La si racconta nei paesi baltici e in Russia. È stata registrata nel Vicino Oriente e in Africa Settentrionale. Versioni frammentarie sono state raccolte anche in India. I colonizzatori francesi e spagnoli l’hanno portata nelle Americhe, dove è stata fatta propria dalle tribù locali. Viene tuttora raccontata fra i francesi del Canada e del Missouri.

BS00554A

BS00649  small

Per il bibliografo
Compare nelle seguenti raccolte:

  • J. & W. GRIMM, Kinder- und Hausmärchen, Leipzig, 1856, libro II, n. 91.

  • I. CALVINO, Fiabe italiane, Torino, 1956, n. 78.

  • S. LA SORSA, Tradizioni Popolari Pugliesi, Bari Roma, 1928, parte IV, n. 17, parte V, n. 36.

  • D. COMPARETTI, Novelline popolari italiane, vol. I, Torino, 1875, nn. 19, 40.

  • I. VISENTINI, Fiabe mantovane, “ Canti e racconti del popolo italiano”, vol. VII, Torino, 1879, nn. 18, 32, 49.

  • D. ZORZUT, Sot la nape… (I racconti del popolo friulano), vol. I, Udine, 1924, p. 129.

  • CH. SCHNELLER, Märchen und Sagen aus Wälschtyrol, Innsbruck, 1867, n. 39.

  • J. B. ANDREWS, Contes ligures, Paris, 1892, n. 63.

  • V. IMBRIANI, La Novellaja Fiorentina, Livorno, 1877, n. 5, p. 74.

  • A. DE GUBERNATIS, Le tradizioni popolari di S. Stefano di Calcinaia, Roma, 1894, n. 19.

  • G. PITRE’, Novelle popolari toscane, parte I, Roma, 1941, in “Opere complete di Giuseppe Pitrè”, vol. XXX,  n. 3.

  • A. BALDINI, La strada delle meraviglie, Milano-Roma, 1923, p. 121.

  • L. DI FRANCIA, Fiabe e novelle calabresi, Torino, “Pallante”, fasc. 3-4, dic. 1929, fasc. 7-8, ott. 1931, n. 22.

  • G. TARGIONI-TOZZETTI, Saggio di novelline, canti ed usanze popolari della Ciociaria, “Curiosità popolari tradizionali”, vol. X, Palermo, 1891, n. 1.

  • L. GONZENBACH, Sichilianische Märchen, Leipzig, 1870, 2 voll., nn. 58, 59, 61, 62, 63, 64.

  • G. PITRE’, Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, Palermo, 1875, 4 voll., II, nn. 80, 83.

  • G. PITRE’, Otto Fiabe e Novelle popolari siciliane, estr. da “Il Propugnatore”, vol. VI, parte II, Bologna, 1873, n. 1.

  • C. GRISANTI, Folklore d’Isnello, Palermo, 1909 (II), n. 27.

TornaVaicasa2