pignatta

La fortuna fa i soldi,
e non i soldi fanno i soldi

C’era una volta un contadino, che lavorava da mane a sera, senza poter guadagnare quanto gli era necessario. La famiglia si trovava in brutte condizioni.

Un giorno mentre egli zappava il suo campo, passò un signore, il quale vedendolo così triste e affaticato gli domandò che cosa gli fosse successo. Il povero uomo gli raccontò che lavorava da mane a sera senza potere mettere da parte qualche cosa.

Il signore n'ebbe compassione; prese dieci monete d'oro e gliele dette dicendo: "Tieni e ricordati che la fortuna fa i soldi e non i soldi fanno i soldi". "No," gli rispose quegli, "i soldi fanno i soldi". Il signore non fu dello stesso parere, e se ne andò!

Il contadino allorché tornò a casa, per non fare vedere alla moglie le monete avute, pensando che le avrebbe spese, le mise dentro un pentolino. La mattina dopo la donna ebbe bisogno di un po' di terreno per piantare alcune piante di basilico. Ne domandò un po' ad un carrettiere, che ne portava un traino pieno, e per ricompensarlo prese la pentola, ove credeva che ci fosse una manata di fave, e gliela dette.

Quando il marito si ritirò e non trovò la pignatta, sgridò aspramente la disgraziata, la quale si giustificò dicendo che l'aveva data, perché non sapeva che essa contenesse monete d'oro. Intanto il carrettiere nel vedere quel tesoro, temendo che la padrona lo volesse restituito, lo nascose in un giardino.

Il contadino tutto afflitto tornò a lavorare al suo campo. Passò di lì il signore, il quale notando la sua tristezza, gli domandò che avesse fatto delle monete che gli aveva donate.

Il buon uomo gli raccontò l'accaduto, e quegli mosso a compassione gli diede altre dieci monete d'oro dicendo: "Prendi, e ricordati che la fortuna fa i soldi". "No" rispose l'altro, "I soldi fanno i soldi". Il signore non fu d'accordo, e se ne andò per i fatti suoi. Il contadino questa volta prese le monete, e per paura che l'avesse a perdere, le nascose nel suo berretto di pelo di gatto.

Mentre se ne ritornava a casa, un grifo attratto dal cappello gli piombò addosso, ed in un attimo glielo tolse. Il povero uomo afflitto e sconsolato ritornò a casa.

La mattina dopo passò davanti al podere il solito benefattore, il quale vedendolo di nuovo a lavorare, gli domandò che avesse fatto delle monete che gli aveva regalate. Il contadino gli narrò l'accaduto, e questa volta il signore gli dette un pezzo di piombo dicendogli: "Tieni, e ricordati che la fortuna fa i soldi". "No" gli disse l'altro ostinato. Il signore vedendo che non riusciva a convincerlo, se ne andò.

La notte mentre il contadino stava a dormire sentì bussare alla porta. Era un vicino, pescatore, che dovendo andare a pescare, e non avendo piombo, s'era recato da lui a cercarne un pezzo promettendo di regalargli il primo pesce che avrebbe catturato. Il contadino non ebbe difficoltà a dargli il pezzo di piombo.

La mattina seguente, fedele alla parola data, il pescatore appena acchiappò il primo pesce, lo mandò all'amico, che ritornato dalla campagna, e visto il pesce lo spaccò per mezzo. Allora s'accorse che il pesce aveva nel ventre due brillanti. Nel vedere quel tesoro, ne gioì immensamente, e subito si recò da un orefice per farli valutare. Quegli dinanzi a sì raro tesoro gli disse che era disposto a dargli le sue ricchezze in cambio dei due brillanti, ed egli accettò il cambio; così divenne ricco, e visse contento. Un giorno passò dinanzi all'orto il vecchio signore, il quale non vedendo il contadino, domandò informazioni di lui; seppe che era a villeggiare nella sua villa, e preso a nolo un cavallo vi si recò.

Quando incontrò l'amico, gli chiese come avesse fatto a diventare così ricco. Quegli gli riferì quanto gli era capitato, al che il signore disse: "Ecco come è vero che la fortuna fa i soldi". Poi avendo bisogno di paglia per il suo cavallo, pregò il suo beneficato di dargliene un po'. Egli s'accostò a un punto del giardino, dove cresceva il fieno, e vide una pignatta abbandonata; la prese e conobbe che era quella che aveva dato alla moglie, e vi trovò le dieci pezze d'oro, che aveva nascosto tant'anni prima. L'aveva portata là il carrettiere, che era il padrone di quel giardino, ed era morto da tanto tempo.

Mentre si consolava d'aver trovato quel tesoro, arrivò un figlio, che nel prendere un nido di uccelli aveva trovato un cappello di pel di gatto. Il contadino subito s'accorse che era il suo, e dentro vi trovò le monete d'oro rapitegli dal grifo. Il signore che assisteva a quella scena, gli disse ancora una volta: "La fortuna fa i soldi"

approfondimenti2SIPARIO